Un patrimonio da tenere vivo – 14 giugno 2024

8XMILLE

Ogni anno le firme dei contribuenti diventano migliaia di opere. Valorizzazione degli edifici storici e interventi sui complessi parrocchiali

di Virginia Panzani

Alla buona riuscita della nona edizione de “La lunga notte delle chiese”, con oltre 210 iniziative organizzate sul territorio nazionale, ha contribuito anche la Diocesi di Carpi. Una decina le chiese aperte nella serata di venerdì 7 giugno. A Carpi nel centro storico erano visitabili la Cattedrale, la chiesa di Sant’Ignazio, sede del Museo Diocesano, la Cappella del Palazzo Vescovile e i “percorsi segreti” che conducono alla Cattedrale, e ancora le chiese del SS. Crocifisso, della Sagra e di San Bernardino da Siena; in periferia la chiese di San Bernardino Realino, di cui ricorre quest’anno il 70° di fondazione della parrocchia, e della Madonna della Neve di Quartirolo, parrocchia che nel 2023 compie ben 450 anni; a Mirandola era aperto il Duomo di Santa Maria Maggiore. Oltre a questi complessi, grazie alla disponibilità della direzione dei Musei Civici di Carpi, è stato possibile visitare la Cappella di Palazzo Pio.

Si dice soddisfatta l’architetto Sandra Losi, direttore dell’Ufficio diocesano beni culturali, nonché direttore dell’Ufficio diocesano patrimonio immobiliare. “Numerose le persone che sono venute per visitare le chiese aperte ed hanno partecipato, a gruppi, alle visite guidate che abbiamo offerto gratuitamente – commenta -. Hanno inoltre espresso apprezzamento per l’iniziativa che ha permesso loro di scoprire o di approfondire la conoscenza di luoghi che sono patrimonio di fede, di storia e d’arte, ma anche simboli identitari della nostra comunità”.

La frequenza è stata diversificata, più affollate le visite nel centro storico di Carpi, con una media di 50 persone a sito, con punte fino a 70 persone in alcuni luoghi, e più esigua in periferia.

“Questo immenso patrimonio – osserva l’architetto Losi -, fatto non solo di luoghi di culto, ma anche di locali per le diverse attività pastorali, di formazione ma pure di ritrovo, riferimento e supporto per bambini, ragazzi e famiglie, va però valorizzato e mantenuto vivo”.

Vale la pena qui sottolineare come la firma dell’ 8xmille alla Chiesa Cattolica da parte dei contribuenti si traduce in interventi sul territorio diocesano che concorrono alla custodia, alla salvaguardia e alla valorizzazione di questo insostituibile patrimonio di tutti. “Annesso a questo cammino – sottolinea l’architetto Losi – è il dovere morale di trasmettere alle generazioni future quanto ci è stato tramandato dalle eccellenze del passato”.

Palazzo vescovile, visita guidata durante “La lunga notte delle chiese” (foto d’archivio)


Dalle manutenzioni alla ricostruzione post-sisma
La Diocesi di Carpi ha beneficiato e beneficia tuttora di questi contributi derivanti dall’8xmille, che normalmente coprono il 70% della spesa lorda, in altri casi il 50%. “Grazie a tali somme è possibile concorrere, ad esempio, alla manutenzione dei complessi parrocchiali per renderli efficienti e adeguati alle odierne esigenze” afferma l’architetto Losi, che prosegue con alcuni importanti aggiornamenti.

Infatti, sono in corso le pratiche per il rinnovamento di impianti e infissi in diversi complessi parrocchiali diocesani, fra cui il Corpus Domini e Quartirolo.

Nella ricostruzione post-sisma di locali oratoriali – terremoto in Emilia nel 2012 -, i contributi 8xmille consentono di compensare quote non ricomprese nei contributi del sisma. Fra questi, la canonica di Limidi di Soliera, i cui lavori sono in corso, e uno degli oratori di Mirandola, i cui lavori sono in avviamento.

Sempre con i fondi 8xmille è stato possibile realizzare la sala comunitaria di San Martino in Carano a Mirandola, la sala di accoglienza per attività pastorali di Sant’Antonio in Mercadello, e la chiesa sussidiaria di Cibeno a Carpi.

“Diventa quindi decisiva la firma dei singoli cittadini per l’8xmille alla Chiesa Cattolica per consentire la conservazione di un patrimonio che anche oggi svolge un’immensa funzione culturale e sociale – conclude l’architetto Losi -. È evidente che i progetti sommariamente sopra elencati sarebbero impossibili se dovessimo contare solo su contributi di privati”.

V.P.

Sala comunitaria a San Martino Carano