Nell’incontro del vescovo Erio con gli operatori della comunicazione anche un confronto sul Cammino sinodale della chiesa
“Tutti sono invitati a parlare con coraggio e franchezza, cioè nella libertà, nella verità e nella carità”. E così è avvenuto nel dialogo tra i giornalisti e gli operatori della comunicazione con il vescovo Erio Castellucci, nel corso dell’incontro promosso dagli Uffici diocesani per le comunicazioni sociali delle diocesi di Modena-Nonantola e Carpi in occasione della festa di San Francesco di Sales, posticipata causa covid, al 3 marzo a Carpi. Già nella lettera di invito veniva specificato che si sarebbe trattato di un momento di ascolto inserito nel Cammino sinodale che sta impegnando le due Diocesi modenesi insieme a tutte le chiese in Italia. Nella breve nota introduttiva Simone Ghelfi, referente del cammino sinodale per la diocesi di Carpi, intervenuto anche a nome dei suoi omologhi dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola, ha illustrato le tappe e le modalità con cui si sta vivendo il sinodo evidenziando che al momento risultano all’opera una sessantina di gruppi sinodali con 58 contributi già pervenuti a Modena, una cinquantina di gruppi e 20 contributi raccolti a Carpi. Prendendo spunto dal messaggio del Papa per la 59° Giornata mondiale per le comunicazioni sociali sul tema “Ascoltare con l’orecchio del cuore” monsignor Castellucci ha portato all’attenzione dei comunicatori un aspetto cruciale dell’attuale dinamica della comunicazione pubblica, chiedendo e chiedendosi “che cosa ascolta il nostro cuore?”. “È molto difficile sentire i tintinnii. Questi richiedono silenzio. Ogni volta che attraversiamo una crisi – ha affermato Castellucci – abbiamo di fronte dei rimbombi, delle notizie bomba. Ma in queste ci sono dentro sempre anche dei tintinnii: le grida di aiuto, il bisogno di relazione, la generosità. Per cogliere questi tintinnii è necessario attivare le orecchie del cuore, anche per creare le notizie. Creare le notizie attraverso le voci dei deboli”. Da questo spunto ha preso il via il dialogo con i giornalisti, intervenuti numerosi e ponendo questioni molto serie sia sul tema dell’ascolto, con un vibrante confronto tra social e media tradizionali, sia sulla difficoltà di “comunicare il cammino sinodale” al grande pubblico e sui media laici per dare riscontro della volontà di ascolto e di apertura della chiesa al suo interno e verso la società. Al termine degli interventi il Vescovo ha ringraziato i giornalisti per le riflessioni e gli stimoli offerti e li ha incoraggiati a proseguire l’esperienza come “gruppo sinodale” dei comunicatori.
Sulle difficoltà nel rendere comunicabile il cammino sinodale monsignor Castellucci ha ricordato che “alla fine del prossimo mese saranno presentati i risultati scritti dei vari gruppi sinodali e per le nostre due Diocesi potrebbero essere qualche centinaio. Si comincerà allora ad avere qualche informazione. Molti di questi risultati saranno messi a disposizione dei mezzi di comunicazione e i giornalisti potranno attingervi. Certamente è un momento in cui la Chiesa si mette allo scoperto, anche rischiando, perché si espone a valutazioni, critiche, magari anche apprezzamenti. Questo dobbiamo farlo con una certa audacia, come ha esortato Papa Francesco, con un po’ di fatica soprattutto in Italia, perché a volte in Italia siamo condizionati dal fatto di ritenerci un’eccezione rispetto ad altri Paesi, dove il cristianesimo pare quasi scomparso oppure al contrario è nascente ed ancora poco diffuso. Penso che sia questo sia un mese decisivo a proposito per poter fare delle valutazioni sui i primi effetti del cammino sinodale nelle nostre chiese”.
Luigi Lamma