Continua il nostro viaggio di approfondimento in vista dell’importante appuntamento di Assisi di fine marzo, Th e Economy of Francesco. Abbiamo chiesto un contributo a Giovanni Arletti, imprenditore, attento ai temi etici e alle regole che governano i rapporti economici, che ha condiviso fin dal suo avvio il progetto dell’Economia di Comunione proposto da Chiara Lubich e poi sostenuto dal Movimento dei Focolari.
Papa Francesco ha convocato ad Assisi, dal 26 al 28 marzo, professori, giovani economisti e imprenditori per condividere idee e progetti per un nuovo modello economico che metta al centro la dignità della persona umana. Fanno parte del Comitato scientifico economisti ed imprenditori che offriranno ai giovani le riflessioni da trattare che dovranno tenere conto anche dell’impatto delle nuove tecnologie. Alcuni imprenditori sono stati chiamati a condividere le loro esperienze, buone pratiche simbolo di un’economia e di un modello di fare impresa che si mette in discussione. Da qui si genereranno nuove idee e proposte.
Papa Francesco dice che siamo di fronte ad un cambiamento epocale, siamo passati dalla modernità alla post modernità, questo è un tempo straordinario che ci trova impreparati. Questa la sollecitazione da rilanciare in questo straordinario evento ad Assisi. In passato si estraeva valore dalla terra, dopo la prima rivoluzione industriale dal lavoro, oggi l’estrazione del valore passa dalla finanza oppure dalle informazioni sottratte a tutti noi e poi vendute alle attività di consumo, e questo ha messo in crisi il mondo del lavoro, fino a pensare che il lavoro umano non sia più necessario, sostituendolo con i robot.
L’essere umano attraverso il lavoro realizza il proprio potenziale di vita, possiamo accettare una società che non considera più il lavoro espressione dell’umano? Qualcuno si è chiesto perché il Papa si è rivolto a economisti, imprenditori e giovani… e non ai teologi. Perché sa che nelle fasi di passaggio epocale come l’attuale servono degli imprenditori con determinate caratteristiche.
Anche Chiara Lubich quando lanciò l’Economia di Comunione, lei che non era certo un’economista, veniva dagli studi pedagogici, però la sua capacità di lettura dei tempi le ha fatto capire che si doveva fare nascere una nuova generazione di imprenditori, capaci di trasformare il sistema dall’interno.
L’accademico Luigino Bruni, scelto dal Papa come coordinatore del Comitato scientifico di The Economy of Francesco, ha dichiarato in un’intervista: “Penserete mica che questi CEO si commuovano perché vedono un pinguino morire, un ghiacciaio sciogliersi, l’Australia che brucia? Questi hanno trimestrali da rispettare e se non lo fanno li licenziano …”. E allora addio alle stock option e alla bella vita. Anche Greta Thunberg ha dovuto prendere atto che i grandi della terra la invitano sì a parlare alle tribune più prestigiose, le mostrano comprensione, incassano in silenzio le sue sferzate ma quando si tratta di fare non cambia nulla. Infatti le riforme servono in tempi ordinari ma nei tempi straordinari ci vogliono strategie trasformazionali cioè che trasformino le istituzioni economiche finanziarie che fino ad ora hanno impedito il transito verso un modo nuovo di fare economia. Questo è un compito degli imprenditori.
Per lo stesso motivo, quando si deve cambiare modello occorrono persone nuove. Allora chi meglio dei giovani può portare idee e proposte nuove sui grandi temi? Deve cambiare il modello organizzativo del lavoro, dal modello verticale al modello orizzontale, dal capo al leader. Il capo stabilisce delle relazioni di comando il leader stabilisce relazioni di reciprocità, la reciprocità ha come dono la gratuità. Il leader fa sentire ciascuno indispensabile per il buon funzionamento dell’azienda. Per avviare queste dinamiche ci vogliono dei giovani.
Altro particolare significativo nella proposta del Papa è la scelta del luogo, Assisi e il richiamo al francescanesimo. I ricchi non hanno mai risolto i problemi dei poveri, una società inclusiva deve partire dai più fragili: quale esempio migliore di San Francesco, che si è spogliato di tutte le ricchezze del padre per dedicarsi ad una nuova vita? Dar vita ad un’altra economia, che costruisca cantieri di speranza, qui sta la nuova prospettiva, non più un’economia che mira unicamente alla ricerca dei profitti. Tra i Francescani sono nati alcuni tra i più grandi teorici dell’economia, sono sorti istituti di micro finanza, senza scopo di lucro che aiutano a liberare moltitudini di poveri che la povertà non l’anno scelta ma la subiscono. Dall’economia, alla finanza, allo sviluppo, all’ambiente, alla povertà, i giovani sono il segno di gratuità e generosità, di cui oggi il mondo ha un bisogno infinito.
Purtroppo oggi ci limitiamo a curare le vittime di un sistema che produce gli “scarti”, secondo la terminologia bergogliana . Dall’evento di Assisi ci dobbiamo aspettare che si cominci a parlare di nuovi modelli economici, in grado di restituire un’anima all’economia, come affermato, cinque anni or sono, nell’enciclica Laudato Si’.
L’economia, l’ambiente, le persone… bisogna pensare alla sostenibilità della nostra casa comune. Ripensare ad un modello di crescita che rispetti il creato, la dignità di chi lavora e il diritto dei nostri figli e nipoti di avere un futuro. Tutti questi aspetti vanno portati avanti insieme come proposto nell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco. Resta il tema di cosa possiamo fare noi, qui ed ora. Possiamo fare tanto, innanzitutto prendendo consapevolezza che la nuova economia deve dare il giusto valore al denaro e ai profitti e alla vita; che per affrontare le situazioni di crisi dobbiamo partire dalla soluzione dei problemi strutturali dell’economia mondiale. C’è poi il ruolo di noi consumatori responsabili, possiamo fare molto con il “voto con il portafoglio” non acquistando prodotti che non rispettano determinati parametri, nel rispetto dell’ambiente e della dignità delle persone.
Giovanni Arletti