Ma l’arte sopravvivrà alle sue rovine? (A. Kiefer)

Relazione tenuta a Correggio il 14 dicembre 2012 per il Centro Culturale P.G. Frassati
07-01-2013

Ogni persona che viene al mondo porta dentro di sé qualcosa che nessuno può oscurare o imprigionare: l esigenza di verità, di bellezza, di amore e di giustizia. Da dove nasce questa esigenza originaria? Per trovare una risposta alla domanda dobbiamo ritornare ai nostri progenitori: Adamo ed Eva. Essi, creati a immagine e somiglianza di Dio e poiché erano privi di peccato erano santi, quindi belli .

Sembra un affermazione un poco azzardata, ma in realtà se andiamo a vedere la storia della bellezza scopriamo che essa è legata alla santità. Infatti la bellezza appartiene primariamente a Dio e solo in modo derivato alle cose. Infatti, Dio, poiché è il tre volte santo, è anche sommamente vero, sommamente buono e sommamente bello e tutta la realtà è vera, buona e bella proprio perché creata da Dio che è somma bellezza e origine di ogni bellezza.

Dopo essere stati cacciati dal Paradiso terrestre a causa del peccato, in Adamo ed Eva, come in ogni uomo che viene al mondo, è rimasta una nostalgia della bellezza originaria.  Infatti, noi ci rendiamo conto, a volte senza riuscire a motivarlo, che la bellezza non solo ci attrae e affascina, e ci rinvia ad un aldilà, ad un mistero più grande di tutto.

Forse è per questa ragione che rimaniamo così affascinati dalla figura della Vergine Maria, perché in Lei risplende tutta la bellezza di chi non ha conosciuto peccato. In lei vediamo noi stessi prima del peccato. L Arcangelo Gabriele stesso la presenta al mondo come piena di grazia , come graziosa , cioè piena di bellezza .

E la Chiesa la canta: Tota pulchra es Maria.

Il messaggio che Dio offre agli uomini attraverso la Madre del suo figlio è un messaggio  di bellezza. Prima di tramettere la Verità, prima di annunciare il Vangelo, prima di testimoniare Cristo, la Chiesa, all inizio dell anno liturgico, presenta al mondo una donna, la Vergine Maria, che anticipa il cielo.

Il CCC afferma: L arte è una forma di espressione propriamente umana. Al di là dell inclinazione a soddisfare le necessità vitali, comune a tutte le creature viventi, essa è una sovrabbondanza gratuita della ricchezza interiore dell essere umano (2501).

L arte, insegna il catechismo, è nata come tentativo di dare forma alla sovrabbondanza gratuita propria della natura umana. Cioè, l arte nelle sue diverse espressioni si presenta come una protesta, quasi un rifiuto della realtà da parte dell uomo, quando questa viene percepita come oppressiva e non rispondente al proprio bisogno di verità e di bellezza, alla propria ricchezza interiore . In sostanza questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non cadere nella disperazione (Messaggio agli Artisti, EV 497).

Sull arte come modalità di non adeguamento alla realtà ma bensì di inizio di una trasfigurazione, il filosofo russo Nikolai Berdjaev (+ 1948) ha scritto:

L arte è caratterizzata dalla vittoria creativa sulla pesantezza di questo mondo e non è mai una forma di adattamento a questo mondo. L atto artistico è l esatto contrario di ogni forma di appesantimento ed è sempre caratterizzato da una liberazione. L essenza della creatività artistica consiste appunto nella vittoria sul peso della necessità. Nell arte l uomo vive come fuori di sé, fuori dalla propria pesantezza e dei pesi della vita. Ogni atto creativo di tipo artistico è una parziale trasfigurazione del mondo Quando si guarda il mondo con un atteggiamento creativo ed artistico è come se gli occhi ci si schiudessero già su un altro mondo. Quando si percepisce il mondo nella sua bellezza è come se, attraverso le brutture di questo mondo, si fosse già trasportati in un altro mondo (Il senso della creazione. Saggio per una trasfigurazione dell uomo, Jaka Book, 279-280).

Non è forse vero che davanti alla bellezza si vive come fuori di sé, fuori dalla propria pesantezza, quasi in una situazione di trasfigurazione? L arte, in sostanza, fa memoria delle origini, rinvia al trascendente e fa sognare il futuro perché in essa, per usare un espressione di F. Nietzsche c è come un al di là che trascende il livello sensibile o sensuale. L arte cioè partecipa di una verità più profonda e durevole della realtà immediata. Alcuni filosofi pagani arrivano a dire che non amare la pittura significa disprezzare la verità la saggezza dei poeti (Filostrato).

Giovanni Paolo II, dal canto suo, ha qualificato l artista come sacerdote della verità .

ARTE E FEDE
Esiste un fecondo rapporto tra arte e Fede. Dall incontro dell arte con il cristianesimo è nata quella particolare forma di arte che prende il nome di arte cristocentrica, cioè arte nata da Cristo e per Cristo. Infatti, l arte cristiana trova la sua inesauribile sorgente dalla forza stessa del dogma cristiano e della verità fondamentale dell Incarnazione del Verbo, dalla sua realissima umanità e dalla sua storia terrena. Se Dio nella sua misericordia ha voluto manifestarsi all uomo nelle sembianze umane di Cristo, perché non dovrebbe essere disposto a rivelarsi in immagini sensibili? .

Il mistero dell Incarnazione, che ha suscitato durante i due millenni cristiani fede, gioia, stupore, è inesauribile ed ha rappresentato una fonte di ispirazione che si è espresso in innumerevoli e splendide opere d arte: dall architettura alla pittura, dalla scultura alla musica, dalla letteratura alle altre forme artistiche.

 Poiché l arte cristiana è sempre stata interpretata come il luogo della bellezza in cui si rispecchia la gloria di Dio, come riflesso di Dio, come scala per arrivare al divino, come strumento per lodare il Creatore e come manifestazione della Sua santità, usa anche materiali preziosi, ad esempio, l oro, così spesso usato nell arte sacra, viene scelto per la sua luminosità e per la sua permanenza. Nulla è mai troppo prezioso per lodare l immensa bellezza di Dio. La sacralità impone la separazione dalle cose volgari.

Agli occhi della fede cristiana l arte, nella varietà dei mezzi espressivi non può mai essere vuota o di pura evasione. In essa l uomo ammira la bellezza trascendente di Dio.

Se si scrive una storia dell arte cristiana, ignorando o addirittura contestando la prospettiva della Fede o contestando la bellezza come attributo di Dio partecipato al mondo, la storia dell arte cristiana appare come ricerca del potere, di ricchezza materiale, di denaro.

LA PITTURA
Gesù nella sua predicazione ha saputo unire in un modo nuovo la narrazione ed

il vedere. Ha modellato in maniera così pregante il racconto che esso si poteva non solo ascoltare, ma anche vedere. Pensiamo alle parabole! Il sistema narrativo delle parabole viene tradotto dal Cristianesimo nella pittura. Il proprium della tradizione pittorica cristiana è la narratività. Per cui l arte cristiana è nello stesso tempo messaggio e racconto. Questa forma di arte è prevalente nel mondo latino. Il Papa S. Gregorio Magno (fine VI sec), in una lettera indirizzata al vescovo di Marsiglia Sereno, che aveva distrutto tutte le immagini esposte in una chiesa, per evitare comportamenti di tipo pagano, offre alcune indicazioni concrete sul contenuto ed il significato dell arte sacra. Innanzitutto precisa che va rifiutata ogni forma di idolatria, ma poi afferma la legittimità delle immagini sacre e ne offre le motivazioni:

–          molti cristiani non sanno né leggere né scrivere;
–          per trasmettere le verità della fede i dipinti sono utili quanto a un bambino le immagini di un libro illustrato;
–          hanno, quindi, un valore didattico e in esse i fedeli possono ritrovarvi quelle verità che non sono in grado di leggere nella scrittura (PL 77, 1027).

Proprio per queste caratteristiche la pittura cristiana è stata capace di mantenere desto il ricordo della storia della salvezza, diventando la Biblia pauperum.

Il soggetto, poi, deve essere rappresentato:
–          nel modo più chiaro e semplice possibile;
–          escludendo tutto quanto potesse sviare l attenzione dalla sua finalità.

Mille anni dopo il Card. Gabriele Paleotti (Discorso intorno alle immagini sacre 1582)  afferma che le immagini pittoriche nel percorso di fede vengono in soccorso alle tre facoltà della nostra anima: intelletto, volontà e memoria Le immagini infatti istruiscono il nostro intelletto come fossero dei libri popolari Il vedere le immagini…dipinte accresce poi i desideri positivi della volontà, allontana dal peccato suscitando in noi il desiderio di imitare la vita dei gloriosi santi ritratti. Quanto alla memoria essa viene ancora più sollecitata dal vedere le immagini sacre di cui stiamo parlando .

La Sacra Scrittura diventa, come diceva Marc Chagall, un meraviglioso atlante iconografico . Le immagini di Cristo, della Vergine e dei Santi lasciano trasparire lo splendore di Dio, suprema ragione del nostro vivere, suprema bellezza da contemplare, suprema bontà da imitare, supremo premio da raggiungere (Udienza All Università Cattolica, 8 dicembre 1978), e cosìl uomo scopre che la sua vita, la realtà e il mondo trascendono il dato puramente fenomenologico.

Proprio per questa capacità di raccontare la pittura è di grande aiuto per la contemplazione, come ha ricordato Benedetto XVI: ci sono espressioni artistiche che sono vere strade verso Dio, la Bellezza suprema, anzi sono un aiuto a crescere nel rapporto con Lui, nella preghiera. Si tratta delle opere che nascono dalla fede e che esprimono la fede. Scriveva S. Giovanni Crisostomo che il pittore con la figura insegna in misura maggiore . Per quale ragione? Perché l artista ci accompagna in un mondo che è interiore e trascendente; ci porta oltre la concretezza delle cose e delle persone che rappresenta. Gli aspetti tecnici e l abilità dell artista scompaiono e ciò che rimane è la capacità dell opera di evocare una realtà più grande fino a farla presente. L icona è un esempio di questo tipo di arte. Essa viene considerata un luogo privilegiato d incontro con la gloria di Dio.

LA REALTÁ
Nel 2005-2006 sono stati resi pubblici i risultati di una ricerca compiuta sui visitatori appena usciti dalla pinacoteca vaticana. Da essa è emerso che:
–          il 50% non ricordava nulla dei soggetti delle opere e i nomi dei loro autori;
–          il 45% ricordava di aver visto solo le opere di Raffaello, dimenticando diversi altri grandi artisti, tra cui Giotto, Caravaggio e Tiziano;
–          il 21% dichiarava di avere visto due dipinti che in realtà non si trovano nella pinacoteca.

Si tratta di un dato sconcertante. Molti visitatori non sono più in grado di fissare nella propria mente ciò che si è appena osservato. La ragione va ricercato molto probabilmente nel fatto che non si può apprendere ciò che non si capisce.

Probabilmente, dopo il momento rabbioso della passata contestazione è sopraggiunta una fase di stagnazione, caratterizzata da un eccesso di passività; ma la cultura nasce sempre da incontro. Ora è importante aiutare i nostri giovani a capire che non è possibile vivere senza le esperienze del passato, ma è necessario assorbirle, conoscerle e capirle. E molto importante! Oggi tutti vogliono essere nuovi e originali , pensando che produrre novità significhi cancellare tutto il resto.

E necessario aiutare i giovani a comprendere che la storia non fa salti. E pertanto non è possibile capire le radici, la spiritualità, la cultura di un popolo senza riferimento al passato.

UN ESEMPIO
Chi si avvicina alla città di Carpi dalla verde campagna circostante rimane stupito alla vista della cattedrale con la cupola che si eleva verso il cielo, sopra il profilo urbano.

Il devastante terremoto del 20 e 29 maggio ha portato alla perdita di un significativo monumento storico artistico e ha messo in evidenza la precarietà delle strutture portanti della cupola, e non solo.

Non si può non dedicare una speciale attenzione a questo monumento che si erge sulla città e di essa è il cuore pulsante del centro della vita quotidiana. La città e il suo duomo sono cresciuti insieme per oltre cinque secoli di storia politica, sociale e religiosa. I beni culturali, infatti, sono inscindibilmente espressione di fede e testimonianza di cultura . Pertanto essa non è soltanto un monumento alla signoria di Cristo, eretto dalla fede dei padri, ma luogo della memoria delle origini, vincolo spirituale ed affettivo,

In questi mesi post-terremoto non mi sono stancato di ripetere che Carpi respira con due polmoni. In altre parole si riconosce in due istituzioni: la cattedrale e l ospedale civile. Se ne viene meno uno, la città e la diocesi perdono la loro identità. Sono come una persona privata di un occhio o di una gamba. Entrambe le strutture sono rimaste gravemente ferite suscitando nelle persone grande preoccupazione, per non dire un senso di smarrimento. E quando sono incominciati i lavori di recupero e di potenziamento della struttura sanitaria la domanda di tantissimi è stata: Quando inizieranno i lavori per la cattedrale? . I cittadini sentono che non possono essere privati troppo a lungo dei luoghi simbolo della vita. Infatti, l arte non solo parla a tutti, ma appartiene al popolo e alla Nazione, perché il patrimonio storico artistico è parte essenziale della sua identità nazionale.

Esiste, dunque, un accezione di laicità del patrimonio storico artistico che non può non essere accettata e che ha due direzioni:

–          Da un lato comporta una fruizione da parte dei cittadini, indipendentemente dalla loro fede religiosa;
–          Dall altro comporta che l intera comunità si faccia carico della loro conservazione anche se hanno un appartenenza o una destinazione religiosa.

Il tutto per aiutare l uomo contemporaneo, nel tentativo di sfondare il velo delle apparenze per ritrovare il proprio volto umano.