MESSAGGIO – Ho una cosa da dirti (dai 20 anni in poi)

Una lettera del Vescovo per te
19-03-0005

HO UNA COSA DA DIRTI

ai giovani dai 20 anni in poi

Carissimo giovane,
è con grande stima che Ti scrivo perché la Tua età e situazione di giovane è ricca di sogni, di speranze, di attese.

Ricordo quando io avevo la Tua età che avvertivo una forte convinzione: ‘si vive una volta sola’ e non mi rassegnavo affatto a vivere una vita insignificante.

Sono certo che anche Tu non vuoi sentirti un essere inutile, in balia degli altri o del caso e che senti la voglia tipica della Tua giovinezza di cambiare il mondo delle ingiustizie, delle guerre, delle inutili sofferenze, delle stragi, delle false ipocrisie, dello sfruttamento.

La nostra vita, anche se durasse cent’anni, è sempre molto breve. Dice il salmo 89: ‘Mille anni agli occhi tuoi sono come il giorno di ieri che è passato’. Viene di conseguenza dirti con tutto l’affetto: vivila bene questa Tua breve e unica vita, non sciuparla, vivila come dono di Dio che Ti ha voluto, Ti cerca e Ti ama, fanne della Tua vita un dono di amore, di gioia, di pace per i Tuoi amici di scuola o di lavoro, per i Tuoi cari, per chi ha bisogno, per chi ha smarrito il senso della speranza e della gioia di vivere.

Purtroppo, tanti Tuoi coetanei, forse anche amici, sono tentati di scivolare verso paradisi artificiali con tutte le conseguenze: quanti ne ho anch’io incontrati in questi anni nelle comunità terapeutiche, nella carceri, fra i malati di AIDS.

In questi giovani ‘disperati’ e in molti Tuoi coetanei vedo che esiste il sogno dell’amore, la voglia di fare qualche cosa di bene, in tutti è ardente il desiderio di una sincera amicizia, la speranza di rendere la vita più bella e piacevole, la tensione alla solidarietà verso tutti e in modo particolare verso i più emarginati. Mi sembra di avvertire che tutti vogliono, a modo loro, avere una propria coscienza, che in tutti si celano aspirazioni profonde, interrogativi intelligenti sul senso della vita.

Mi ha sempre affascinato l’esempio di Sant’Agostino, che dopo avere cercato di rispondere a queste aspirazioni sbagliando le scelte e provando sempre trasgressioni giovanili e nuove delusioni è giunto a cercare il bandolo della matassa della sua situazione intricata nel Vangelo, letto e commentato da un grande Vescovo, sant’Ambrogio. Si è lasciato illuminare, cambiare mentalità, ideali, esperienze passate e ha scelto una persona importante, Cristo Gesù, si è fatto battezzare e ha scritto nelle sue Confessioni, che Ti consiglio di leggere: ‘Il mio cuore era inquieto fintanto che non ha riposato in Te, Signore’.

Il cuore umano ‘ il Tuo, il mio, di tutti ‘ è più ricco di quanto possa apparire; è più sensibile di quanto si possa immaginare; è generatore di energie insperate; è miniera di potenzialità spesso poco conosciute o soffocate dalla poca stima di se stessi, dalla frustrante convinzione che ‘tanto è impossibile cambiare qualcosa ‘ tanto io non ce la faccio’!

Se permetti, da amico, al quale puoi sempre scrivere e che, se vuoi,puoi avvicinare, Ti proporrei alcuni consigli:
1. Il primo: abbi fiducia in te e prova a rientrare in Te stesso. Prova a porti le domande fondamentali, che senz’altro si sono affiorate in alcuni momenti della Tua giovinezza. E’ un Tuo diritto interrogarti per conoscerti nelle tue luci e nelle tue ombre, per sapere da dove vieni, dove stai andando, che senso ha la tua vita, la vita delle persone che ti stanno a cuore, il senso del mondo. Non rifiutarti di pensare, ragionare, riflettere: temi piuttosto chi volesse soffocare questa tua capacità. Se anche le risposte non le troverai subito, ti suggerirei di non angosciarti o tormentarti: è già importante tener viva la domanda! Fatti aiutare da qualcuno in cui hai fiducia.

Un prete che hai conosciuto e che sai che ti vuole ancora bene ed è disposto a darTi una mano. Nel silenzio di qualche momento cruciale sentiTi voluto bene da Dio e, se riesci, parlagli: ‘Mio Dio, come è difficile orientarsi nella vita: dammi una mano!’.

Sant’Agostino scrive nelle Confessioni: ‘Stimolato a rientrare in me stesso, sotto la tua guida, entrai nell’intimità del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto (cfr. Sal 29,11). Entrai e vidi con l’occhio dell’anima mia una luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e sopra la mi intelligenza. Non era una luce terrena e visibile che splende dinanzi allo sguardo di ogni uomo’ Era una luce assai diversa da tutte le luci del mondo creato’ Era la luce che mi ha creato. E se mi trovavo sotto di essa, era perché ero stato creato in essa. O eterna verità e vera carità e cara eternità! Tu sei li mio Dio, a te sospiro giorno e notte.

Appena ti conobbi mi hai sollevato in alto perché vedessi quanto era da vedere e ciò che da solo non sarei mai stato in grado di vedere. Hai abbagliato la debolezza della mia vista, splendendo potentemente dentro di me. Tremai di amore e di terrore. Mi ritrovai lontano come in una terra straniera, dove mi pareva di udire la tua voce dall’alto che diceva: ‘Io sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me’.

Cercavo il modo di procurarmi la forza sufficiente per godere di te, e non la trovavo, finchè non ebbi abbracciato il ‘Mediatore fra Dio e gli uomini, l’Uomo Cristo Gesù’ (1 Tim 2,5), ‘che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli’ (Rom 9,5). Egli mi chiamò e disse: ‘Io sono la via, la verità e la vita’ (Gv 14,6); e unì quel cibo, che io non ero capace di prendere, al mio essere, poiché ‘il Verbo si è fatto carne’ (Gv, 1,14). Così la tua Sapienza, per mezzo della quale hai creato ogni cosa, si rendeva alimento della nostra debolezza da bambini’.

E S.Agostino continua, ormai innamorato di Cristo che ha scoperto nel fondo del suo cuore con espressioni sublimi: ‘Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, m’avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l’ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace’.

2. Il secondo consiglio: Come S.Agostino: cerca di conoscere sempre più decisamente Gesù. Domandati che cosa pensi di lui, della sua vita, della sua morte in croce. Ti invito a leggere e rileggere la sua vita, scritta nel Vangelo (‘ se non lo possiedi, chiedimelo: te lo regalerò molto volentieri!). Non aver paura di Gesù: quando lo conoscerai lo sentirai vicino, amico, vivo, più concreto della persona che ti sta accanto, come ha provato S.Agostino.

3. Un terzo consiglio: Prova a ritrovarti con alcuni tuoi amici, anche in Oratorio Parrocchiale o cittadino, o, se vuoi, invita i tuoi amici, il prete e il giovane che ti ha consegnato questa mia lettera e con loro parla, discuti, fa sentire la tua voce, le tue esigenze, i Tuoi problemi, i motivi che ti hanno allontanato da Dio e dalla Chiesa. Domanda loro e domandati con loro; che senso ha la nostra vita? a chi serve? Che cosa faccio per gli altri? Sono capace di amare o, forse mi illudo di saperlo fare? Il mio ragazzo, la mia ragazza esaurisce l’orizzonte delle mie speranze o c’è qualcosa d’altro? Sto con lui o con lei per piacere o per amore, perché voglio davvero il suo bene?

4. Un ultimo consiglio: C’è sempre molta sproporzione tra i sogni che si fanno, il dire, il realizzare quei sogni, il fare. Prova a far qualcosa di concreto e di preciso per il Signore e per gli altri. L’incontro tuo personale con Cristo illumini di luce nuova vita, ti doni di incamminarti sulla buona strada e di impegnarti a essere un suo testimone.

La fede è una decisione personale che impegna tutta l’esistenza. Il Papa, che senz’altro Tu stimi e apprezzi, ha invitato tutti i giovani nel Messaggio in occasione della 17ª giornata Mondiale a Toronto ‘Cari giovani, nulla vi accontenti che stia al di sotto dei più alti ideali! ‘ ‘non lasciatevi scoraggiare da coloro che, delusi della vita, sono diventati sordi ai desideri più profondi e più autentici del loro cuore. Avete ragione di non rassegnarvi a divertimenti insipidi, a mode passeggere ed a progetti riduttivi. Se conservate grandi desideri per il Signore, saprete evitare la mediocrità e il conformismo, così diffusi nella nostra società’.

Lo stesso Sommo Pontefice ha raccomandato ai 35.000 Scout italiani dell’Agesci nella mattina di sabato 23 ottobre in Piazza S.Pietro: ‘Siate uomini e donne che, facendo riferimento al Vangelo di Gesù, sanno educare altri a vivere nella libertà e nella responsabilità, a ‘nuotare contro corrente’ per vincere la tentazione dell’individualismo, della pigrizia, del disimpegno.

Ti ho scritto con fiducia e affetto: permettimi di esprimere un ultimo desiderio: vorrei che il rapporto iniziato con questa mia lettera avesse una continuazione. Scrivimi pure, so che posso imparare tanto anche da te. Per ora ti lascio assicurandoti che prego fin da ora per te, perché mi stai a cuore, mi preme che tu cresca con la luce del Cristo Gesù e con la speranza e l’amore del Vangelo.

Carpi, 19 marzo 2005
+ Elio Tinti, Vescovo