Omelia del giorno di Natale
Carpi, Cattedrale ore 10,45
‘Un giorno santo è spuntato per noi: venite tutti ad adorare il Signore, oggi una splendida luce è discesa sulla terra’, abbiamo cantato poco fa nell’acclamazione al Vangelo.
E l’evangelista Giovanni nel brano del Vangelo ascoltato ora ci ha annunziato: ‘In principio era verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio’ In lui era la vita e la vita era la luce
degli uomini: la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta’ (Gv. 1,1-5).
Da questi alcuni versetti emergono prorompenti due parole che indicano e interpretano bene la realtà del mondo di allora e di oggi: tenebre e luce.
Tenebre e luce indicano due situazioni diverse ed opposte. Nella Storia della Salvezza narrata nella Bibbia, tenebre e luce indicano una condizione morale, interiore, più che un fenomeno fisico. La parola tenebre richiama la sconfitta, l’umiliazione, il rimorso, il peccato, le delusioni.
Luce significa speranza, benedizione di Dio, prospettiva di vittoria, successo, prosperità.
In ogni epoca, anche in quella attuale, possono esservi tenebre spirituali, interiori,ferite, tradimenti, stanchezze, delusioni, piccoli o grandi fallimenti; tutte condizioni capaci di rendere buio anche il giorno più bello, la stagione della vita più promettente.
E se, per porre rimedio a tale situazione si va alla ricerca di luci artificiali ci si imbatte in un inganno piuttosto
che in una soluzione.
Anche oggi assistiamo a tante tenebre, alcune delle quali sotto i nostri occhi.
Mi scriveva in questi giorni una coppia di sposi negli auguri per il S.Natale: ‘Il continuo susseguirsi di notizie di cronaca sconcertanti, fra cui fatti gravi come le varie sofisticazioni alimentari e la dilagante corruzione praticata sia a livello politico che finanziario, ci procura sconforto e amarezza.
Speriamo tanto che il prossimo Natale porti buon consiglio a ‘quelli che contano’ affinché si abbia più rispetto per il genere umano, più tolleranza, più solidarietà e quindi diminuisca
fortemente l’aridità dei cuori, l’avidità del denaro e l’egoismo: meno povertà e più dignità’.
Quanto noi abbiamo celebrato questa notte e stiamo celebrando ora è Cristo che nasce,il Figlio di Dio che ha posto la sua tenda in mezzo alle nostre tende, è la grande luce divina
che ridà speranza al popolo scoraggiato, ridà vita e gioia, quella vera, duratura annunciata ai pastori.
E’ nato il Salvatore! Non un grande profeta, non un dittatore con grandi poteri militari e con la violenza di un despota, ma il Figlio di Dio, che non solo è vicino a noi, ma nascendo
da Maria santissima si è fatto simile a noi, nostro compagno di viaggio, nostro fratello.
Ecco perché siamo tutti sfiorati e contagiati da questa luce santa: ciascuno di noi riflettendo sulle tenebre che ha dentro (e tutti in qualche misura le abbiamo) sente che Cristo, che entra nella famiglia umana, ridona a tutti la luce grande e duratura, a noi, se camminiamo nel buio,indica una luce rassicurante.
Una luce, che diviene senso cristiano della vita, che ci illumina sulla strada da percorrere, ci fa comprendere da dove veniamo e dove siamo diretti, ci convince che qui siamo di
passaggio, viviamo pochi giorni e siamo destinati alla luce piena nel Cielo.
La preghiera innalzata all’inizio della solenne Messa di questa notte ci ha fatto chiedere: ‘O Dio che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, concedi a noi, che sulla terra lo contempliamo nei suoi misteri, di partecipare alla sua gloria nel Cielo’.
Sta a noi far si che il Natale non sia una parentesi della vita quotidiana, ma diventi e sia una luce, vera, rassicurante, segno dell’amore di Dio, di quel Dio che ha avvolto i pastori a
Betlemme della luce della sua gloria. Portiamo noi stessi con verità davanti al Signore.
Mentre attorno a noi tutto esalta l’esteriorità, ritroviamo la nostra genuinità di persone che tendono al bene, di persone che puntano a un nuovo stile di etica sociale, di uomini che fanno un salto di qualità dalla mediocrità e ipocrisia che serpeggiano in certi ambienti e viene esaltata da una certa stampa.
Ritroviamo nella semplicità del presepe la gioia e la decisione di essere noi stessi, uomini liberi e affrancati da schiavitù piccine e furbesche, persone autentiche, vere davanti a Dio e
agli uomini.
Credo che una buona ed efficace confessione dei nostri peccati davanti al Signore e a un sacerdote che ci assolva nel nome di Cristo Gesù sia un segno concreto e vero di volere cambiare registro e andazzo di vita. Così pure favoriamo il Natale di Gesù partecipando alla Messa con amore e fedeltà ogni domenica permettendo a Lui, l’Emmanuele, il Dio con noi, di accompagnarci, di sostenerci, di trasformare in bene ogni nostra scelta, ogni nostra azione.
Questo è l’augurio fervido e cordiale che il Vostro Vescovo rivolge a tutti voi credenti e a chi, non credente ricerca sicuramente il bene comune e la trasparenza di vita, perché tutti illuminati dal Bambino divino nato per noi, siamo e contagiamo luce.
Buon e santo e cristiano Natale a tutti!
+ Elio Tinti, vescovo
Omelia del giorno di Natale 2005
Un giorno santo è spuntato per noi
24-12-2005