Omelia nella liturgia Penitenziale Diocesana con i Giovani

Cattedrale ' sabato 8 aprile 2006 ore 18,30
08-04-2006

‘  Stiamo vivendo questa liturgia, che io chiamo ‘liturgia di festa e di gioia’. Perché? Perché è la festa e la gioia del Figliol Prodigo che torna a casa e vede suo padre che lo aspetta, che gli va incontro non per rimproverarlo, per giudicarlo o per condannarlo, ma unicamente perché gli vuole bene e lo sente come suo figlio, dandogli piena fiducia. Ora, carissimi giovani, quel Figliol Prodigo sono io, è ciascuno di noi che non sempre, forse spesso , non viviamo vicini, subito , a Dio Padre.
‘  Come il Figliol Prodigo, ci siamo mossi pure noi verso la Casa di Dio nostro Padre entrando in questa Cattedrale e abbiamo cantato con forza i frutti che ci attendiamo dal Signore e che Dio vuole operare in noi. ‘Vi darò un cuore nuovo, metterò uno spirito nuovo, toglierò il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne’. E nella seconda strofa abbiamo cantato una parola, ricca di certezza e di speranza : ‘ Porrò il mio spirito dentro di voi’. Dio Padre ci assicura questa sera una nuova Pentecoste, il suo Spirito Santo che è protagonista di perdono, di pace vera del cuore, di santificazione, di un cuore nuovo, di un cuore di carne.
‘  Dirà il sacerdote che ci confesserà, donandoci l’assoluzione : ‘Dio Padre di misericordia, che ha riconciliato a se il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace, e io ti assolvo dai tuoi peccati, nel nome, nella forza, nella grazia del Padre realizzando per ciascuno di noi la Parabola del Figliol Prodigo.
‘  Il perdono che desideriamo dal Signore , richiede che noi facciamo il cammino del Figliol Prodigo, cioè che rientriamo in noi stessi e che convertiamo o meglio convergiamo la nostra mente, la nostra intelligenza, la nostra fantasia, il nostro cuore, la nostra volontà, i nostri passi, le nostre scelte e le nostre azioni a Dio Padre, scegliendo di andare incontro al Padre e di rimanere per sempre con lui nella sua casa. E’ necessario convertire , cioè convergere tutto il nostro essere al Signore, guardando e imparando a guardare, ora e spesso il Volto del Signore, il Volto di Cristo in Croce e verificare se tutto il nostro essere è affezionato, guidato, animato e irrorato da lui al punto da poter dire , come S.Paolo : ‘ Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me’.
‘  Ci aiuta in questa conversione, il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato , nel quale, Marta e Maria erano prese dal dolore della morte del fratello e convergono lo sguardo unicamente alla morte e vengono aiutate dal Signore Gesù a convergere lo sguardo su di lui che, unico, può fare risorgere Lazzaro e ottenere un cuore nuovo e una fede autentica in Marta e Maria.

‘  Vediamo brevemente alcune brevi sottolineature del brano del Vangelo:

‘  Gesù dice apertamente agli apostoli: ‘Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate’, cioè, perché voi apriate gli occhi e vi convertiate a me come Signore, come unico e autentico Salvatore, vero liberatore dalla morte che dona vera libertà!
‘  Marta dice a Gesù: ‘Signore se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! ‘ Gesù le risponde: Io sono la risurrezione e la vita ; chi crede in me, anche se morto, vive e vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno . Credi tu questo? ‘ (Gv. 11,21-26). Nella lingua aramaica, il verbo al futuro non ha come nella lingua italiana una realizzazione solo futura, ma esprime un’azione che si realizza ora e che si protrae per il futuro; il senso allora è: ‘Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se morto, vive e vivrà; chiunque vive e crede in me , non muore e non morrà in eterno’. ‘Credi tu questo?’ E’ la domanda fondamentale per ciascuno di noi questa sera ! Credo io in Cristo? Credo che Cristo è veramente la mia vita, la mia risurrezione? Quanto mi fido di Lui? Quanto vale Lui per me? Che posto ha nella mia vita , e quanto tempo occupa nelle mie occupazioni e quanto tempo gli riservo ogni giorno? Se si ama intensamente e veramente una persona si sente l’esigenza di stare con quella persona fidandosi totalmente di quanto lei dice ! ‘Credi tu questo?’ Ti fidi?
‘  Un’altra osservazione importante. Alle parole e alle lacrime di Maria, ‘ Gesù si commuove profondamente, si turba ‘ poi scoppia in pianto’ e ancora profondamente commosso (Gv 11,33 e 35 e 38-39). C’è un susseguirsi di sentimenti, di reazioni emotive! Impressiona e dà grande motivo di fiducia e di attrazione questo aspetto umano di Gesù che in questi atteggiamenti rivela, manifesta ed esprime sensibilmente l’amore infinito del Padre. Gesù questa sera rinnova la sua commozione e gli stessi sentimenti per ciascuno di noi. E come per Lazzaro ha ordinato ‘Togliete la pietra’ e ha gridato a gran voce ‘Lazzaro vieni fuori!’ (Gv 11,39 e 43), così pure a ciascuno di noi questa sera grida e ordina: Esci e vieni fuori dal tuo sepolcro, dal sepolcro del tuo egoismo, dalla tomba delle tue antipatie invincibili , delle tue tentazioni, della pigrizia, del malumore, del disamore per la preghiera, dei tuoi dubbi che ti preoccupano! Sono parole e gesti quelli di Gesù su Lazzaro che sono sacramentali e che oggi si avverano per ciascuno di noi in questo sacramento della misericordia e dell’amore di Dio che stiamo celebrando.
‘  ‘Molti dei giudei , alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui’ (Gv 11,45) e provarono grande stupore, gioia e ammirazione. Sono i frutti di questa celebrazione che ci assicura vita nuova, pace vera e autentica del cuore, slancio di amore e di fede in Cristo Gesù, gioia e festa dello spirito. Un frutto che io suggerirei a me e a ciascuno di voi, che può essere la cosiddetta ‘penitenza o soddisfazione’ cioè un impegno che ciascuno di noi può assumere questa sera è LA LECTIO DIVINA sui brani del vangelo di ogni giorno della settimana santa e dei cinquanta giorni di Pasqua, da oggi fino alla Pentecoste, per mantenere presenti ed efficaci i frutti della confessione e del nostro convergere verso il Signore. E’ il Santo Padre Benedetto XVI, che per questa ventunesima Giornata Mondiale della Gioventù, propone e chiede a tutti i giovani, che vogliono essere discepoli del Signore, la lectio divina quotidiana . Avete un piccolo depliant nel libretto che riporta alcuni passaggi molto significativi del messaggio del Papa. Propone il S. Padre, come tema di riflessione, un versetto del Salmo 118: ‘ Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino’ (v.105).
‘  Il Papa riporta l’esempio del giovane re Salomone che chiede al Signore: ‘Concedi al tuo servo un cuore docile’ (1 Re 3,5.9). Il segreto per avere ‘un cuore docile’ è di formarsi un cuore capace di ascoltare. Ciò si ottiene meditando senza sosta la parola di Dio e restandovi radicati, mediante l’impegno di conoscerla sempre meglio’.
‘  Insiste con paterno affetto il Papa: ‘Cari giovani, meditate spesso la Parola di Dio, e lasciate che lo Spirito Santo sia il vostro maestro. Scoprirete allora che i pensieri di Dio non sono quelli degli uomini; sarete portati a contemplare il vero Dio e a leggere gli avvenimenti della storia con i suoi occhi, gusterete in pienezza la gioia che nasce dalla verità’.
‘  E di nuovo ripete nel suo messaggio: ‘Cari giovani vi esorto ad acquistare dimestichezza con la Bibbia , a tenerla a portata di mano, perché sia per voi una bussola che indica la strada da seguire. Leggendola imparerete a conoscere Cristo’.
‘  E il Papa indica con decisione lo strumento della LECTIO DIVINA e afferma: ‘Una via ben collaudata per approfondire e gustare la parola di Dio è la lectio divina che costituisce un vero e proprio itinerario spirituale a tappe . Dalla lectio, che consiste nel leggere e rileggere un passaggio della Sacra Scrittura cogliendone gli elementi principali, si passa alla meditatio , che è come una sosta interiore, in cui l’anima si volge a Dio cercando di capire quello che la sua parola dice oggi per la vita concreta. Segue poi l’oratio, che ci fa intrattenere con Dio nel colloquio diretto e si giunge infine alla contemplatio, che ci aiuta mantenere il cuore attento alla presenza di Cristo la cui parola è ‘ lampada che brilla in luogo oscuro finchè non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei nostri cuori ( 2 Pt 1,19) . La lettura, lo studio e la meditazione della Parola, devono poi sfociare in una vita di coerente adesione a Cristo ed ai suoi insegnamenti’.
‘  Il Papa poi ricorda un avvertimento dell’Apostolo San Giacomo nella sua lettera: ‘ Siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi”
‘  Dalla lectio divina, afferma poi il Papa, si intuisce e si coglie cosa vuole il Signore che io faccia e io scelga e aggiunge: ‘ E se Gesù vi chiama, non abbiate paura di rispondergli con generosità, specialmente quando vi propone di seguirlo nella vita consacrata o nella vita sacerdotale. Non abbiate paura; fidatevi di Lui e non resterete delusi’. E con queste parole, desidera intraprendere un ideale pellegrinaggio verso l’incontro mondiale dei giovani, che avrà luogo a Sydney nel luglio 2008 e che avrà come tema ‘Lo Spirito Santo e la missione’ seguendo il versetto degli Atti degli Apostoli: ‘Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni’ (At 1,8). ‘Sin d’ora in un clima di incessante ascolto della parola di Dio, invocate, cari giovani, lo Spirito Santo, Spirito di fortezza e di testimonianza, perché vi renda capaci di proclamare senza timore il Vangelo sino agli estremi confini della terra. Maria Santissima, vi sia Madre e guida. Vi insegni ad accogliere la parola di Dio, a conservarla e a meditarla nel vostro cuore (cfr Lc 2,19) come Lei ha fatto durante tutta la vita. Vi incoraggi a dire il vostro ‘sì’ al Signore, vivendo l’obbedienza della fede”. Io vi accompagno con la mia preghiera, mentre di cuore tutti vi benedico’.
‘  Il Signore ci doni la sua misericordia e il suo perdono mediante una autentica e sentita confessione di lode , una confessione di vita , una confessione di fede , come ci suggerisce il Card. Martini nelle sue riflessioni riportate nel libretto e che saranno lette da diversi vostri amici: tenetele preziose! Sono illuminanti per comprendere cosa vuol dire confessarsi! E questa celebrazione sia davvero festa e gioia per la vostra vita e per i vostri cuori oggi e sempre!

+ Elio Tinti, Vescovo