Omelia nell’Ordinazione diaconale dei seminaristi Enrico Caffari, Mauro Pancera ed Emiddio Voli

Sabato 14 maggio 2016, ore 20.30
18-05-2016
Cari fratelli e sorelle,
        E’ difficile esprimere i sentimenti contrastanti che attraversano il cuore del Vescovo e della comunità diocesana di fronte all’evento ecclesiale e sacramentale che stiamo celebrando. Infatti, la vigilia di Pentecoste ci riserva quest’anno l’ordinazione di tre giovani diaconi, incamminati verso il sacerdozio. E quindi gioia, incredulità, gratitudine, timore, sorpresa si mescolano insieme generando una forte e profonda emozione interiore.
        Voi, Emiddio, Enrico e Mauro vi presentate davanti alla Chiesa per testimoniare che avete udito e accolto la voce del Signore che chiama. In voi, dunque, si rinnova il mistero della Chiesa, che è quello di essere un popolo di chiamati. Infatti, alla radice di tutti i discepoli di Gesù –  sacerdoti, consacrati e fedeli – vi è la scelta di Dio, in Cristo. Ognuno di noi è stato amato, scelto e chiamato per essere a lode e gloria di Dio. Questa è la vera identità ed il vero orgoglio di ogni battezzato.
        E voi potete ben testimoniare questa verità! Infatti, nel tratto di strada che avete percorso fin ad ora, emerge con chiarezza il valore misterioso e profondo della chiamata. Dio si è inserito nella vostra vita, ha guardato alla vostra piccolezza, ha chiesto il dono di voi stessi per farvi strumenti e segni del suo amore fra gli uomini.
        Conoscendo le vostre storie personali, non esito a dire, che il Signore con amore delicato e fedele vi ha inseguiti e vi ha raggiunti; vi ha attesi ai crocicchi più impensati; anche dopo ripulse ed infedeltà, vi ha chiesto, insistente, il vostro sì e vi ha voluti, anzi quasi spinti fin qui. E questo ci porta a riconoscere che alla luce della Provvidenza di Dio, veramente tutto è grazia.
        A questa chiamata, a questo imperscrutabile rapporto di amore fra Cristo e voi, l’ordinazione sacra pone ora il suggello permanente e l’immutabile ratifica. L’imposizione delle mani da parte del vescovo, la preghiera di tutta la comunità cristiana, sono il segno sacramentale dell’unzione dello Spirito che scende in voi e tocca intimamente la vostra personalità, segnandovi di uno speciale carattere che vi configura a Cristo.
        Gli impegni che tra poco vi assumerete davanti a tutta la Chiesa e le responsabilità che il Vescovo vi affiderà nella vigna del Signore, potrete viverli con gioia e serenità perché non ricadranno solo sulle vostre forze e capacità, ma troveranno il loro radicamento nella fedeltà del Signore che non verrà mai meno.
        Il dono dello Spirito, che riceverete per mezzo dell’imposizione delle mani, ha il compito, infatti, di attirarvi ogni giorno a Cristo per corrispondere sempre più e sempre meglio al suo amore infinito, che dona libertà interiore e dilata il cuore.
        In quanto diaconi voi sarete sacramentalmente somiglianti a Gesù che non è venuto “per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mt 20.28). In Gesù, Dio, come ci ha ricordato il brano di Vangelo, ha dato la fonte inesauribile di acqua viva, che scorre per tutti quelli che hanno sete; in Lui ha dischiuso l’accesso alla vita che non tramonta.
        Carissimi diaconi, il Signore ha scelto la nostra fragile carne di peccatori per essere tramite della sua grazia. Ebbene, ricordate: sarà la verginità consacrata e la povertà evangelica, sarà l’obbedienza generosa e cordiale, sarà la preghiera e la contemplazione, sarà la fedeltà al Vangelo, sarà la comunione fraterna, sarà la carità che faranno di voi un segno, non soltanto efficace, ma credibile e visibile, della presenza operante di Gesù nel mondo.
        In questo giorno di gioia e di festa sento il dovere di ringraziare le vostre famiglie che vi hanno accompagnato nel cammino di discernimento, le comunità nelle quali siete nati alla fede e cresciuti nella conoscenza del Signore e quelle nelle quali avete prestato il vostro servizio, la comunità del Seminario di Carpi e di Modena dove avete imparato ad amare, a servire a contemplare Cristo che ha conquistato i vostri cuori.
        Dio che ha iniziato in voi la sua opera la porti a compimento. Vi accompagnano per questo la preghiera e l’affetto del vescovo e di tutta la comunità diocesana, l’intercessione dei santi della nostra Chiesa e la protezione materna della Vergine Santissima, alla quale vi affidiamo.
 
+ Francesco Cavina