Prima catechesi di Mons. Cavina “Credo in Gesù Cristo”

Giovedì 20 febbraio 2014 Carpi ' Seminario vescovile
21-02-2014

E voi chi dite che io sia? . Questa domanda di Gesù ai discepoli ci raggiunge dal passato e ci sfida ora. Fëdor Dostoevskij si chiedeva: Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni, può credere, credere proprio, alla divinità del Figlio di Dio Gesù Cristo? . Cito due esempi, che hanno dell incredibile, ma che dimostrano come questa domanda non sia affatto retorica.

Uno studente che si laurea in storia giunge al termine del suo curriculum di studi senza avere sfiorato il problema dell esistenza di Cristo, che ha diviso la storia in due: prima e dopo di Cristo.

Uno studente che si laurea in lettere antiche conosce tutto della mitologia greco-romana, studiata sui testi originali, ma non sa nulla dell esistenza del testo greco del Nuovo testamento.

L uomo di oggi, per usare un espressione di Platone, sembra avere perso un occhio. L occhio dell invisibile. Cioè la capacità di percepire il divino e il soprannaturale. E questo è accaduto perché ha accettato come verità solo quella della tecnologia (Lumen Fidei) e, pertanto, ha ritenuto di potere costruire se stesso e la società partendo da una visione puramente materialista della realtà.

Non possiamo nasconderci che Gesù è una figura molto più complessa di Budda o di Maometto. Perché? Perché Gesù è l unico che non solo ha posto il problema del senso dell esistenza umana, ma ha anche legato tale senso alla sua persona e al suo messaggio.

Chi è Gesù? . Che cosa sappiamo di Lui? Qual è la sua personalità? Quale originalità esprime rispetto a tutti gli altri fondatori di religione? Si tratta di domande che toccano tutti, anche le persone che danno per scontata o la propria fede o la propria incredulità. Pascal, grande genio dell umanità, amava e stimava in modo uguale i credenti e gli increduli , purché avessero fatto una scelta motivata per un ipotesi o per l altra. Gli riusciva incomprensibile l atteggiamento di chi non prende posizione perché privo di motivazioni razionali.

Lo scopo del nostro incontro è quello di tentare una risposta a queste domande, interrogando innanzitutto i documenti extra-biblici che ci parlano di Cristo e della Sua missione. In realtà, non sono molti, ma sufficienti per affermare, senza ombra di dubbio, il passaggio sulla terra di un uomo chiamato Gesù.

Il primo documento risale al 60. Si tratta di una cronaca, forse scritta a Roma, da un samaritano di nome Thallus. Costui polemizza con i cristiani circa le vera natura delle tenebre che hanno accompagnato la morte di Gesù.

Nel 73 troviamo un documento di Mara Bar Sarapion, uno storico originario della Siria, non cristiano. Si tratta di una lettera che egli scrive al figlio studente nella città di Edessa. In essa Bar Sarapion racconta che i giudei avevano giustiziato il loro saggio re , il quale aveva tentato di dare loro nuove leggi. A causa di questo delitto il popolo di Israele era stato punito con: la distruzione del loro Pase; il massacro di grande parte del popolo; la dispersione dei sopravvissuti per tutto il mondo. Questo documento ci porta a riconoscere che, pochi decenni dopo la morte di Gesù, in tutto l Oriente correva la notizia di un Re dei Giudei e nuovo legislatore ucciso da coloro che avrebbero dovuto diventare suoi sudditi. (…continua nell allegato)