Viviamo il nostro essere santi e beati ricevendo e irradiando consolazione e misericordia

Linee pastorali per l'anno 2007-2008
12-09-2007

Il Signore ci dona un nuovo anno pastorale, capitale di grazia e di fede e nuovo talento che siamo invitati a trafficare.
Questo nuovo anno pastorale è un ulteriore tassello dentro al disegno e al mosaico che stiamo componendo e vivendo dal 2000 e che ci accompagna fino al 2011, anno nel quale, se il buon Dio vorrà, io compirò 75 anni e passerò il testimone.
– Nel 2000, arrivando in diocesi, insistetti particolarmente sul Giorno del Signore proponendolo come elemento costitutivo e fondante la spiritualità e la vita di ogni cristiano e di ogni comunità ecclesiale. Un cristiano è tale perché vive la domenica partecipando alla Messa e santificando la Festa. Una comunità ecclesiale trova nel giorno del Signore e nella Messa domenicale il suo punto di partenza, di convergenza e di formazione di tutto il suo tessuto e di tutti i suoi ministeri, servizi e carismi, ravvivando e rinvigorendo i legami di fraternità, di comunione, di condivisione e di corresponsabilità. La Chiesa primitiva ha vissuto nei suoi primi secoli in forza del Giorno del Signore e la Chiesa Orientale tutt’oggi vive incentrata sulla domenica.
– Nel 2001-2002, approfondendo i momenti salienti dell’Eucaristia domenicale, abbiamo insistito sulla importanza dell’ascolto e dell’assimilazione della Parola di Dio alla luce della icona evangelica dei due discepoli di Emmaus, che nel giorno della Risurrezione, la domenica di Pasqua, si lasciarono ‘riscaldare il cuore’ dalle Scritture citate e spiegate da Gesù Risorto.
– Nel 2002-2003, abbiamo cercato di cogliere come dalla Parola di Dio annunciata nella liturgia domenicale noi veniamo a conoscere sempre più Cristo Signore e Salvatore e ad innamorarci di Lui.
– Nel 2003-2004, la nostra attenzione di credenti e di comunità
ecclesiale si è concentrata sull’Eucaristia, Pane di vita eterna e intima esperienza di piena comunione con Lui.
– Nel 2004-2005, dal congedo finale dell’Eucaristia: ‘Ite, Missa est’, ‘La Messa è, andate e dite a tutti quanto avete sperimentato’, abbiamo vissuto l’anno della Missione popolare nella Diocesi e in ogni parrocchia con la preparazione di 400 fratelli laici animatori della Missione diocesana.
– Nel 2005-2006, abbiamo cercato di continuare i Centri di Ascolto, iniziati nell’anno della missione popolare, di vivere un percorso formativo per quanti hanno dato la loro disponibilità per un ministero particolare, il ‘ministero del laico missionario del Vangelo’ e ci siamo impegnati a fare una verifica globale del cammino iniziato nel 2000. Dalle
riflessioni effettuate sono emerse alcune linee fra le quali tre fondamentali che ci debbono sempre accompagnare:
1. La comunità cristiana nasce dalla celebrazione eucaristica e cresce attorno ad essa, specialmente nel Giorno del Signore;
2. La famiglia cristiana, nonostante la crisi che attraversa, è l’ambito pastorale da privilegiare trovandosi al crocevia della crescita umana e cristiana dei ragazzi e dei giovani, e costituendo lo spazio entro cui tutti (sposi, adulti, anziani) possono esprimere la propria personale chiamata alla fede;
3. I cammini formativi offerti dalle parrocchie e dalle Associazioni e Movimenti ecclesiali specialmente dall’Azione Cattolica, sono strumenti indispensabili da utilizzare maggiormente per una comunione ecclesiale sempre più matura e adulta.
– In questi anni varie sono state le occasioni in cui è riecheggiato il forte richiamo lanciato nell’Omelia del mio ingresso in diocesi il 24 settembre 2000: ‘Viviamo ciò che siamo: siamo santi!’. Abbiamo cercato a più riprese e con modalità diverse di prendere coscienza del dono e della predilezione di essere stati chiamati alla fede, alla sequela di
Cristo, alla partecipazione attiva alla vita della Chiesa. ‘Viviamo ciò che siamo, siamo santi!’: l’abbiamo ripetuto, riascoltato e posto davanti ai nostri occhi e nel nostro cuore come tema derivante dal Giorno del Signore, dall’Eucaristia, dall’essere missionari e che coinvolge la vocazione alla santità di tutti, da realizzare vivendo e praticando le Beatitudini.
– Nel 2006-2007, con il detto del Signore: ‘Voi siete il sale della terra e la luce del mondo’ (Mt 5,11), abbiamo approfondito le indicazioni dottrinali, spirituali e pastorali del Concilio Vaticano II circa la chiamata di tutti alla santità (cfr. cap.IV della Costituzione dogmatica ‘Lumen Gentium’), con una riflessione sulle Beatitudini (Mt 5,1-12) e in particolare sulla prima: ‘Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli’, che ci ha aiutato a renderci poveri di noi stessi per fare spazio al Signore alla luce dei nostri santi: Bernardino Realino, Odoardo Focherini e Mamma Nina. Ci siamo ripromessi di approfondire nei prossimi quattro anni la tematica del nostro essere e divenire santi considerando ogni anno due Beatitudini.
– In questo modo ci inseriamo nella proposta e nelle linee pastorali dall’anno 2000 all’anno 2011, che combaciano e richiamano punti salienti dei due documenti della Conferenza Episcopale Italiana per il decennio ‘Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia’ (del 4 29/6/01) e ‘Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia’ (del 30/5/04).
– Nel 2007-2008, ci soffermeremo sulle Beatitudini della afflizione ‘Beati gli afflitti, perché saranno consolati’ (Mt 5,4) e della misericordia ‘Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia’ (Mt 5,7), per concentrare l’attenzione e l’impegno concreto della nostra Chiesa sulla realtà quotidiana della sofferenza, del perdono e della misericordia con una accentuazione particolare ai Sacramenti della Unzione degli infermi e della Riconciliazione. Sono due tematiche che viviamo già normalmente nella vita pastorale e personale di ogni giorno, ma che vorremmo quest’anno particolarmente sottolineare per lasciarci forgiare e plasmare dal Signore nella consolazione e nella misericordia. Consolati e perdonati dal Signore diveniamo capaci di consolazione e di perdono per
quanti incontriamo. Ci lasceremo aiutare anche dagli orientamenti pastorali del decennio e dalle sollecitazioni venute dal Convegno di Verona e trasmesseci dalla Nota Pastorale della Conferenza Episcopale Italiana del 24 maggio 2007.