1° maggio – Festa di san Giuseppe lavoratore

Imploriamo San Giuseppe lavoratore perché possiamo trovare strade che ci impegnino a dire: nessun giovane, nessuna persona, nessuna famiglia senza lavoro!

Si conclude la grande preghiera per invocare l’intercessione di San Giuseppe per la cessazione della pandemia. Sabato 1° maggio alle ore 19 la messa in onore di San Giuseppe Lavoratore

A nessuno manchi il lavoro

In occasione del 1° maggio la Commissione diocesana per la pastorale sociale e del lavoro e il circolo ACLI di Carpi invitano
lavoratori, imprenditori, rappresentanti dei sindacati e delle associazioni di categoria a partecipare alla Santa Messa presieduta
da monsignor Gildo Manicardi, vicario generale della Diocesi di Carpi, sabato 1° maggio alle ore 19 nel santuario
interdiocesano di San Giuseppe Artigiano.

La messa del 1° maggio conclude il cammino di preghiera di invocazione a San Giuseppe per la cessazione della pandemia e per l’affidamento di tutte le realtà del lavoro specie le più colpite dalle conseguenze delle misure di contenimento della diffusione del covid-19.
Nulla ci distolga dall’attenzione verso i lavoratori
E’ ricco di spunti e sollecitazioni il Messaggio per il Primo Maggio che la Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Cei ha diffuso il 19 marzo scorso, festa di San Giuseppe, con il titolo “«E al popolo stava a cuore il lavoro» (Ne 3,38). Abitare una nuova stagione economico-sociale”.

Scrivono i nostri Vescovi: “Il 1° maggio, festa di San Giuseppe lavoratore, che Papa Francesco ha voluto celebrare con un anno a lui dedicato, ci spinga a vivere questa difficile fase senza disimpegno e senza rassegnazione. Abitiamo i nostri territori diocesani con le loro potenzialità di innovazione ma anche nelle ferite che emergono e che si rendono visibili sui volti di molte famiglie e persone.

Sappiamo che ogni novità va abitata con una capacità generativa e creativa frutto dello Spirito di Dio. Nulla ci distolga dall’attenzione verso i lavoratori. Parafrasando un celebre brano di Gaudium et spes, le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce del mondo del lavoro, dei poveri soprattutto e di coloro che soffrono, sono i sentimenti dei discepoli di Cristo Signore. Condividiamo le preoccupazioni, ma ci facciamo carico di sostenere nuove forme di imprenditorialità e di cura.

Se «tutto è connesso» (LS 117), lo è anche la Chiesa italiana con la sorte dei propri figli che lavorano o soffrono la mancanza di lavoro. Ci stanno a cuore”. (Leggi il testo integrale –>)

Apertura del mese mariano
Nella messa del 1° maggio si assisterà ad una sorta di passaggio del testimone, dalla grande preghiera a San Giuseppe si passa infatti al mese dedicato a Maria, così sentito nelle nostre comunità e non solo nei santuari presenti nella nostra diocesi.

La messa del 1° maggio alle ore 19 sarà trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube NotizieCarpi

Le registrazioni dei precedenti incontri di preghiera del 10-17-24 aprile sono disponibili qui e sul canale YouTube NotizieCarpi.

Note tecniche
La chiesa di San Giuseppe può contenere fi no a 130 persone, tenendo conto dei distanziamenti previsti, pertanto si chiede di arrivare con qualche minuto di anticipo rispetto all’inizio dei diversi appuntamenti, in modo da prendere posto in modo ordinato ed evitare qualsiasi assembramento. I partecipanti saranno accolti alle porte della chiesa da volontari che faciliteranno gli ingressi e le sanificazioni necessarie.

Questi i temi degli incontri:

1. GIOVANI
Giuseppe: Padre coraggioso e creativo. (10 aprile ore 18-20)
Sono invitati in modo speciale i giovani, affinché nel tempo della pandemia possano, trovare nuove strade
per seguire il Signore e fare più bella la faccia della terra.
Testo biblico: il sogno di Giuseppe (Mt 1,18-25) con commento di don Carlo Bellini. Testimonianze
Santa Messa, ore 19, preside don Riccardo Paltrinieri

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2. LAVORATORI
Giuseppe: Padre lavoratore e artigiano (17 aprile ore 18-20)
Sono stati invitati in modo particolare i lavoratori e coloro che nella pandemia hanno perso il lavoro. Si è pregato affinché nel mondo cresca la capacità di collaborazione e perché i disoccupati e i sottooccupati possano trovare un impiego dignitoso.
Testo biblico: Il rifugio in Egitto (Mt 2,13-15) con commento di don Carlo Bellini. Testimonianze
Santa Messa, ore 19, presiede don Anand Nikarthil

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Il terzo appuntamento, sabato 24 aprile, con la preghiera di invocazione a San Giuseppe per la cessazione della pandemia è stato dedicato al tema del prendersi cura con un’attenzione particolare a tutti gli Operatori sanitari che in questa emergenza sono ormai da un anno in prima linea nel fronteggiare la malattia e nell’accompagnare i malati.

La veglia guidata da don Carlo Bellini ha preso lo spunto dal brano evangelico che narra il ritorno della famiglia di Gesù a Nazareth. Un episodio che evoca il compimento delle scritture anche nel dettaglio del luogo dovrà andrà a risiedere la Sacra Famiglia non più Betlemme ma Nazareth perché Gesù sarà chiamato il Nazareno. Ancora una volta emerge il ruolo di Giuseppe, il suo prendersi cura del figlio e di Maria, non solo condizionato dalle situazioni contingenti ma sempre ispirato dall’ascolto della Parola di Dio che si palesa in lui nella dinamica del sogno. E’ in questo equilibrio tra ascolto della parola di Dio e lettura dei fatti e della realtà che si esercita il discernimento di ogni credente.

Molto forti le testimonianze che sono seguite affidate a due medici in servizio presso l’ospedale Ramazzini di Carpi Chiara Pavesi e Marcello Bertesi che hanno vissuto sulla propria pelle cosa ha voluto dire l’emergenza covid-19 nella realtà in cui operano.

Più diretto a descrivere i sentimenti vissuti l’intervento di Chiara, il passaggio dalla paura della prima fase alla stanchezza di questo ultimo periodo dove da un punto di vista medico è stato possibile mettere in atto protocolli terapeutici più efficaci ma da un punto di vista emotivo il rapporto con il paziente e i suoi familiari costretti al distanziamento presenta sempre risvolti delicati da affrontare, per infermieri e operatori ancor più che per i medici.

A Marcello invece il compito di razionalizzare questi sentimenti cercando di dare risposte alla domanda di senso: cosa ci insegna e ci chiede questa pandemia come persone e come comunità civile ed ecclesiale? Una riflessione profonda che si sintetizza in cinque parole (rimandando alla versione integrale delle testimonianze nella registrazione disponibile qui sotto sul canale YouTube NotizieCarpi): incertezza, fragilità, speranza, discernimento, creatività. La concelebrazione che ha concluso il terzo appuntamento con la preghiera di invocazione a San Giuseppe è stata presieduta da don Mauro Pancera, cappellano dell’ospedale di Mirandola.

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3. MALATI E OPERATORI SANITARI
Giuseppe: Padre nella cura e nell’ombra (24 aprile ore 18-20)
Sono invitati i malati e gli operatori sanitari, e si pregherà affinché l’ombra della pandemia presto si dissolva e
sia sostituita dall’ombra luminosa della cura.
Testo biblico: Il ritorno dall’Egitto (Mt 2,19- 23) con commento di don Carlo Bellini. Testimonianze
Santa Messa, ore 19, presiede don Carlo Bellini

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4. FESTA DI SAN GIUSEPPE LAVORATORE
La messa del 1° maggio festa di San Giuseppe Lavoratore Sabato 1° maggio alle ore 19 nella chiesa di San Giuseppe Artigiano a Carpi.
Santa Messa presieduta da monsignor Gildo Manicardi.

Note tecniche riguardanti le “due ore con San Giuseppe”
Ogni momento di preghiera, dalle 18 alle 20, sarà celebrato nel rispetto delle indicazioni governative di contrasto
alla diffusione del Covid 19. La chiesa di San Giuseppe può contenere fino a 130 persone, tenendo conto dei distanziamenti previsti, pertanto si chiede di arrivare con qualche minuto di anticipo rispetto all’inizio dei diversi appuntamenti, in modo da prendere posto in modo ordinato ed evitare qualsiasi assembramento. I partecipanti saranno accolti alle porte della chiesa da volontari che faciliteranno gli ingressi e le santificazioni necessarie. Sarà possibile scaricare con un apposito QR code i testi dei canti utili nelle diverse celebrazioni.

 


Dalla lettera apostolica Patris corde

Tutti abbiano degno sostentamento
Un aspetto che caratterizza San Giuseppe e che è stato posto in evidenza sin dai tempi della prima Enciclica sociale, la Rerum novarum di Leone XIII, è il suo rapporto con il lavoro. San Giuseppe era un carpentiere che ha lavorato onestamente per garantire il sostentamento della sua famiglia. Da lui Gesù ha imparato il valore, la dignità e la gioia di ciò che significa mangiare il pane frutto del proprio lavoro. In questo nostro tempo, nel quale il lavoro sembra essere tornato a rappresentare un’urgente questione sociale e la disoccupazione raggiunge talora livelli impressionanti, anche in quelle nazioni dove per decenni si è vissuto un certo benessere, è necessario, con rinnovata consapevolezza, comprendere il significato del lavoro che dà dignità e di cui il nostro Santo è esemplare patrono. Il lavoro diventa partecipazione all’opera stessa della salvezza, occasione per affrettare l’avvento del Regno, sviluppare le proprie potenzialità e qualità, mettendole al servizio della società e della comunione; il lavoro diventa occasione di realizzazione non solo per sé stessi, ma soprattutto per quel nucleo originario della società che è la famiglia. Una famiglia dove mancasse il lavoro è maggiormente esposta a difficoltà, tensioni, fratture e perfino alla tentazione disperata e disperante del dissolvimento. Come potremmo parlare della dignità umana senza impegnarci perché tutti e ciascuno abbiano la possibilità di un degno sostentamento? La persona che lavora, qualunque sia il suo compito, collabora con Dio stesso, diventa un po’ creatore del mondo che ci circonda. La crisi del nostro tempo, che è crisi economica, sociale, culturale e spirituale, può rappresentare per tutti un appello a riscoprire il valore, l’importanza e la necessità del lavoro per dare origine a una nuova “normalità”, in cui nessuno sia escluso. Il lavoro di San Giuseppe ci ricorda che Dio stesso fatto uomo non ha disdegnato di lavorare. La perdita del lavoro che colpisce tanti fratelli e sorelle, e che è aumentata negli ultimi tempi a causa della pandemia di Covid-19, dev’essere un richiamo a rivedere le nostre priorità. Imploriamo San Giuseppe lavoratore perché possiamo trovare strade che ci impegnino a dire: nessun giovane, nessuna persona, nessuna famiglia senza lavoro! San Giuseppe, Padre lavoratore (n.6)

Con la preghiera a San Giuseppe chiediamo per tutti

Lavoro con dignità:
il Santo è patrono esemplare e addestratore del giovane falegname Gesù

La liberazione veloce dalla pandemia:
il Santo, da 150 anni, è patrono della Chiesa universale