Mons. Manicardi: “La Chiesa di Carpi conferma la sua obbedienza a Papa Francesco e il suo affetto a don Erio”
Il 7 dicembre 2020 Papa Francesco ha nominato l’arcivescovo di Modena-Nonantola nuovo vescovo di Carpi, unendo in persona Episcopi le due sedi di Modena-Nonantola e di Carpi. In forza di questa decisione Monsignor Erio Castellucci è diventato il XIX pastore della Chiesa carpigiana, a pochi giorni dall’inizio del 241° anno della diocesi costituita da Papa Pio VI il 1° dicembre 1779.
Dopo le improvvise dimissioni del vescovo Francesco Cavina (26 giugno 2019) e dopo quasi un anno e mezzo di cammino con l’Amministratore Apostolico Erio Castellucci, la Chiesa di Carpi trova perciò un nuovo assetto istituzionale stabile.
L’elemento di maggior rilievo è che la diocesi viene confermata come tale. Nei mesi scorsi, infatti, era diventato sempre più evidente che gli organismi della Santa Sede stavano maturando l’alternativa: unificare la realtà carpigiana con un’altra diocesi oppure mantenere Carpi con un proprio vescovo. Ora ci è stato comunicato che la decisione è andata piuttosto nella seconda direzione.
È evidente, inoltre, che non è stata scelta la strada di dare a Carpi un vescovo dedicato esclusivamente a questa diocesi. La decisione di nominare, quale vescovo di Carpi, l’arcivescovo di Modena-Nonantola entra in un progetto che intende ridisegnare i confini delle unità pastorali in tutto il nostro paese, dopo gli innumerevoli interventi della seconda metà degli anni ’80 che portarono alla fusione, per prendere esempi a noi molto vicini, dell’Arcidiocesi di Modena con l’Abbazia di Nonantola o della Diocesi di Reggio Emilia con quella di Guastalla. L’unione di due diocesi nella persona di un solo vescovo, ossia il caso concreto dell’Arcidiocesi e della Diocesi della provincia di Modena, lascia intravedere che attualmente non si esclude il progetto di arrivare, in un futuro oggi non prevedibile cronologicamente, a proporre una unificazione maturata con maggiore gradualità e “sinodalità”, ossia con dialogo e confronto. I cultori di storia, del resto, probabilmente ricorderanno che la diocesi di Carpi, anche in passato, ha conosciuto diversi tempi di transizione e riassetto. L’ultimo annuario diocesano, anche se non indica i motivi, riporta che la sede è stata senza un proprio vescovo negli anni 1800-1807; 1815-1820; 1863-1871; 1891-1894.
Se il cammino attuale è orientato a giungere a un’unica diocesi, che comprenda tutta la vasta provincia modenese, i prossimi anni saranno molto utili per cominciare a concretizzare le più opportune realizzazioni comuni e le collaborazioni di impianto modenese/carpigiano. Si potranno così studiare, sia a Modena che a Carpi, i passi idonei a individuare una prospettiva che lasci davvero a Carpi, anche in futuro, una sua consistenza e solidità come realtà con una propria identità ed esperienza storica. Passi successivi permettono anche ritocchi e ripensamenti fecondi. Un primo modello che, a caldo si potrebbe suggerire, è quello di ripensare – per rivisitarlo in profondità – il modulo “prelatura nullius” che, per oltre mille anni, ha caratterizzato l’organizzazione della vita ecclesiale nel nostro territorio.
Il riassetto di questi giorni ci offre anche l’occasione per ringraziare Monsignor Castellucci per l’amministrazione apostolica, così amabile e ricca di teologia convincente, con cui ci ha arricchito in questi lunghi mesi, sopportando, in comunione con noi, il peso del Covid-19 e le complicazioni della pastorale, anche ordinaria, nei tempi della pandemia. Penso gli si debba una riconoscenza che è da definire “storica”: tutto fa pensare che siano state le sue franche valutazioni, divenute voce viva anche di tante istanze diocesane e regionali, a far maturare la convinzione che oggi la diocesi è da mantenere ancora come realtà specifica e ben identificabile.
La Chiesa di Carpi conferma molto volentieri la sua obbedienza a Papa Francesco e il suo affetto a don Erio, che è già riuscito a diventare “il vescovo di casa”: infatti, egli ci ha conquistato con la sua mitezza evangelica nel volerci bene e con l’accettazione di restare con noi ancora in questo non leggero allargamento ministeriale. Per tutti noi, fin da ora si apre un tempo di profonda collaborazione e di sincera sinodalità con la sede metropolitana modenese: attraverso la persona dell’Arcivescovo/Vescovo le migliori energie e specificità delle due comunità, modenese e carpigiana, potranno comporre un’armonia capace di arricchire entrambe e la missione comune. Il futuro ultimo e lo sbocco del cammino, che adesso riprende con più nitida chiarezza, sono nelle mani del Risorto e dello Spirito Santo, ossia nelle mani con cui il Padre plasma il suo popolo.
Con schietta fiducia ed evangelica speranza ci affidiamo alla Vergine Maria, Madre Assunta in cielo, al nostro Santo Patrono, l’evangelizzatore San Bernardino da Siena, a San Bernardino Realino, gesuita carpigiano, al martire Beato Odoardo Focherini e alla Venerabile Mamma Nina, sostegno ed educatrice di poveri. La nostra preghiera è che la Chiesa di Carpi, proprio nel necessario mutare delle strutture storiche, continui ad essere lievito di una missione, riconoscente per il passato e realista nel preparare il futuro.
Monsignor Ermenegildo Manicardi
Vicario generale
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Messaggio di monsignor Erio Castellucci ai Fratelli e Sorelle della diocesi di Carpi
Carissimi Fratelli e Sorelle,
esprimo telegraficamente tre sentimenti e un auspicio.
Il primo sentimento è la gioia, perché in questo anno e mezzo ho conosciuto e apprezzato tanti doni, tante energie e tanta generosità, spesso nascosta, nella nostra Chiesa di Carpi; nei presbiteri, nei religiosi e nelle religiose, nei seminaristi, nei laici, specialmente nelle famiglie e nei luoghi di lavoro e di cura.
Il secondo sentimento è la paura, perché in questo periodo mi sono reso conto di quanti limiti oggettivi e soprattutto soggettivi frenano il mio ministero tra voi, che ora devo dividere tra due diocesi; passando da quello che immaginavo come un “contratto a tempo determinato” a un “contratto a tempo indeterminato”. Don Gildo e gli altri collaboratori stretti suppliranno ai miei limiti.
Il terzo sentimento è la comprensione verso chi in questo momento è deluso, perché confidava – come del resto anche io – in un vescovo dedicato alla sola diocesi di Carpi, mentre se ne trova uno diviso tra due diocesi, che non sa bene come potrà fare.
L’auspicio è rivolto alla corresponsabilità o, se si vuole, alla sinodalità. Spero che le molte iniziative e la grande vitalità possano sempre meglio essere condivise, perché il rischio che corriamo non è quello di fare poco, ma quello di fare in modo individualistico. E dovremo concentrarci sull’essenziale, ammaestrati anche da questa pandemia che ci aiuta a distinguere tra ciò che è superficiale e ciò che è importante; dovremo lasciare da parte polemiche, litigiosità, arroccamenti; dovremo stare insieme e collaborare con la diocesi di Modena, per individuare meglio le risorse evangelizzatrici. A cominciare da chi è più fragile, più esposto, più emarginato: perché il Signore si identifica in modo speciale con le persone svantaggiate. A partire da loro dobbiamo essere apostoli di speranza.
Grazie. Ripartiamo insieme con l’aiuto di Maria Assunta, di San Bernardino da Siena, San Bernardino Realino nostri protettori e del Beato Odoardo Focherini.
+ Erio Castellucci
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E’ monsignor Erio Castellucci il XIX° Vescovo della diocesi di Carpi
Note biografiche
Nato a Roncadello di Forlì l’8 luglio 1960, ha studiato a Bologna al Pontificio seminario regionale “Benedetto XIV”, quindi a Roma presso la Pontificia università gregoriana, concludendo il dottorato con una tesi su Dimensione cristologica ed ecclesiologica del presbitero nel Concilio Vaticano II (1988). Ordinato sacerdote il 5 maggio 1984 a Forlì, è stato parroco a Durazzanino (1984-1992) e a San Giovanni Evangelista di Forlì (2009-2015), svolgendo nel frattempo diversi incarichi diocesani: delegato per il Diaconato e i Ministeri (1988-2008); direttore del Centro diocesano universitari (1990-2004), del Centro diocesano vocazioni (1992-2000) e del Centro per la pastorale giovanile (1996-2008); Vicario episcopale per la Cultura, l’Università e la Scuola, la Famiglia, i Giovani, le Vocazioni e il Turismo (2009-2015); Assistente diocesano dell’Agesci-SCOUT (dal 1993). E’ stato inoltre docente di Teologia presso lo Studio Teologico Accademico Bolognese (1988-2004), poi Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna (dal 2005), di cui è stato preside dal 2005 al 2009, e presso l’Istituto superiore di scienze religiose Sant’Apollinare di Forlì. Nominato dal Santo Padre papa Francesco Arcivescovo di Modena-Nonantola il 3 giugno 2015, è stato insignito del Pallio dei metropoliti il 29 giugno a Roma, e ordinato vescovo da S.E. Mons. Lino Pizzi il 12 settembre a Forlì.
In seguito alla rinuncia al governo pastorale presentata da monsignor Francesco Cavina, papa Francesco, 24 giugno 2019, lo ha nominato Amministratore Apostolico della diocesi di Carpi. Dal 7 dicembre 2020 la nomina a Vescovo di Carpi, XIX° della storia della chiesa carpigiana. Come noto mons. Castellucci ha pubblicato numerosi saggi di argomento teologico e pastorale, e ha all’attivo molti interventi a conferenze e corsi di formazione.