Nella mattinata di martedì 23 ottobre il Vescovo ha visitato la Cooperativa Nazareno di Carpi. Ha salutato uno ad uno tutti gli ospiti e gli operatori dei centri riabilitativi e socio-occupazionali della Nazareno.
Ha avuto modo di conoscere le attività che si svolgono presso il Centro Emmanuel e presso l’Atelier Manolibera, interagendo attivamente con tutti gli ospiti; ha potuto confrontarsi, tra le altre, con l’attività musicale del Soudbeam, la tecnologia del ‘raggio di suono’ che permette a tutti, attraverso l’uso di sensori e tavolette, di poter esprimersi musicalmente all’interno di un’orchestra, a prescindere dal livello di compromissione motoria. Monsignor Francesco Cavina ha apprezzato sia le performance della Compagnia Teatrale Manolibera, che le opere dell’Atelier di Pittura Manolibera: con le sue parole di apprezzamento ha motivato a riprendere a dipingere un ragazzo che da tempo non frequentava più l’atelier di pittura. L’incontro con i ragazzi del Centro Emmanuel è stato all’insegna del calore e dell’immediatezza; durante il pranzo presso Villa Chierici il Vescovo ha riferito come questi ragazzi richiamino ad un tipo di relazione estremamente diretta, autentica, “in-mediata”, appunto. Diversi i temi su cui ci si è soffermati, dal valore del volontariato all’importanza del servizio civile come esperienza significativa all’interno di un precorso di crescita personale e professionale, fino al terremoto che ha colpito anche tutta la comunità della Cooperativa Nazareno.
Una particolare riflessione è poi stata fatta rispetto a lavoro educativo, sottolineando come siano fondamentali l’umiltà e la pazienza: Sergio Zini, presidente della Cooperativa, a tal proposito ha citato Cesare, ospite storico della Nazareno, come il proprio personale “maestro di pazienza”. Monsignor Cavina ha infine invitato i commensali a riflettere sull’importanza di “riscoprire il valore delle parole per capire il comportamento che deve scaturire da esse”. In particolare, il Vescovo ha fatto riferimento all’etimologia della parola “credo”, derivante dal “cor-do’” (dare il cuore), che consiste nel donare il proprio cuore e la propria persona. La visita si è conclusa nella Cappella di Villa Chierici con un momento di preghiera.