Nella serata di lunedì 11 febbraio è crollata a Concordia, a causa della neve, la chiesa-tenda che, sin dai primi giorni dopo il sisma, ha ospitato le celebrazioni della parrocchia. Il peso della neve ha piegato i pali metallici della copertura che si è afflosciata sull’interno; attualmente si sta valutando insieme all’ufficio tecnico comunale e ai Vigili del fuoco come rimuovere la struttura. “Ripristinarla sarà difficile – fanno sapere dalla parrocchia – e comunque sapevamo che non era adatta ad affrontare il periodo invernale. Per fortuna anche questa volta il Signore ha voluto preservare l’incolumità delle persone: se ciò fosse accaduto alla stessa ora del mercoledì, avrebbe colpito coloro che si recavano in ‘parrocchia’ per celebrare le Ceneri”. Il Parroco, don Franco Tonini, è molto scosso per l’accaduto ma si è subito attivato per trovare una soluzione. “Alla data di oggi non è possibile sapere dove si terranno le messe dell’inizio di Quaresima, anche se si stanno prospettando alcune alternative”. Nell’immediato è probabile che si celebrerà la messa feriale al primo piano dell’asilo, mentre entro domenica dovrebbe essere attrezzata una delle casette dell’area commerciale presso il parco Pertini, per la messa festiva. Di certo occorre urgentemente una struttura provvisoria che consenta alla comunità di poter celebrare in uno spazio adeguato, nell’attesa che partano i lavori per la nuova chiesa e il montaggio dei prefabbricati Tav assegnati alla parrocchia di Concordia.
Francesco Manicardi, concordiese, nipote di Odoardo Focherini, ha inviato alla redazione queste parole del nonno all’amico Giacomo Lampronti, dopo che la sede dell’Avvenire d’Italia a Bologna era stata completamente distrutta da un bombardamento. Ci sembra possano sostenere anche questa comunità così colpita dal sisma: “Quando hai eretto pietra su pietra, con sacrificio e rinunce, la costruzione che pur deve servire a Dio, una raffica spezza ogni cosa. Ma bisogna non disperare ancora – osservava Odoardo –. Bisogna porsi pazientemente all’opera di ricostruzione. Dio vuol dimostrarci così quanto siano labili le nostre povere opere. Può apparire questa una delle tante contraddizioni del Cristianesimo. E racchiude invece una grande verità. La fatica – concludeva – val più dell’opera agli occhi di Dio. L’opera può farci inorgoglire; la fatica rimane il solo titolo di merito davanti al Signore”.