“La Pace fondata solo sui trattati, sulle opere, sulla tregua delle armi non è duratura. Per avere una vera pace ‘bisogna darle un’anima’”. Così monsignor Cavina, mercoledì 1 gennaio, nell’omelia della Messa nella Solennità di Maria, Madre di Dio e Giornata mondiale della Pace presieduta nella chiesa di san Giuseppe Artigiano di Carpi. “Anima della pace – ha proseguito – è l’amore. E pertanto la pace richiede uno sforzo educativo ed una pedagogia nuovi, capaci di vincere il desiderio della vendetta, dei regolamenti dei conti, dell’occhio per occhio e del dente per dente, degli orgogli nazionalisti o razziali”.
Il Vescovo ha poi ricordato che il Santo Padre Francesco ha scelto come tema per la Giornata Mondiale della Pace 2014: Fraternità, fondamento e via per la pace. “Il Pontefice – ha precisato – ricorda che l’uomo è un essere relazionale e, dunque, l’amore e la fraternità sono una dimensione essenziale dell’uomo. Senza la fraternità diventa impossibile costruire una società giusta ed una pace solida e duratura. Il luogo dove si impara la fraternità è la famiglia e, pertanto, la famiglia è la fonte e la via primaria della pace.
Per capire meglio la vocazione dell’uomo alla fraternità e gli ostacoli che si frappongono alla sua realizzazione ed individuare le vie per il loro superamento, il Papa invita a conoscere il disegno di Dio sull’umanità, così come è presentato nella Sacra Scrittura. In esso appare chiaramente, grazie alla rivelazione apportata da Cristo, che la radice della fraternità è contenuta nella paternità di Dio. Scrive Papa Francesco: ‘Non si tratta di una paternità generica, indistinta e storicamente inefficace, bensì dell’amore personale, puntuale e straordinariamente concreto di Dio per ciascuno uomo’”.
“Solo aprendosi all’amore di Dio – ha poi osservato monsignor Cavina -, l’agire umano cambia, si trasforma, e diventa capace di progettare e costruire un futuro migliore per tutti.
Infatti, l’amore di Dio, quando è accolto, rinnova il cuore dell’uomo e i rapporti con gli altri ed apre alla solidarietà e alla condivisione operosa. Una solidarietà e condivisione, che dai rapporti tra le persone, può e deve estendersi alle relazioni tra le Nazioni, per giungere ad assicurare la necessaria destinazione universale dei beni che è uno dei principi-cardine della Dottrina sociale della Chiesa.
Ricordiamo allora: Cristo è la nostra pace.
A donarci Cristo, è sempre Lei, la Madre di Dio. Come già ai pastori e ai magi, le sue braccia e ancor più il suo cuore continuano ad offrire al mondo Gesù, suo Figlio e nostro Salvatore. In Lui sta tutta la nostra speranza, perché da Lui – ha concluso – sono venute per ogni uomo la salvezza e la pace”.