Anche un gruppo di laici della Diocesi di Carpi parteciperà all’appuntamento di sabato 20 giugno in piazza San Giovanni (ore 15.30) per la mobilitazione nazionale “a difesa dell’istituto del matrimonio, della famiglia composta da un uomo e da una donna, del diritto del bambino ad avere una figura materna e una paterna”.
Lo scopo della manifestazione sarà quello di mostrare la bellezza della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, di chiedere allo Stato più tutele e garanzie ma nello stesso tempo si vuole esprimere dissenso e preoccupazione per alcuni disegni di legge all’esame del Parlamento:
• DDL Cirinnà: sulle Unioni Civili ed adozioni omosessuali
• DDL Fedeli: sull’insegnamento del Gender nelle scuole pubbliche
• DDL Scalfarotto: sul reato di “omofobia” e “transfobia”.
Uno dei nodi più delicati e complicati è nel campo educativo: il piano di indottrinamento secondo l’ideologia gender (definita da papa Francesco “un errore della mente umana”) è stato già promosso in diverse scuole tramite il finanziamento o l’intervento diretto di associazioni legate al mondo LGBT, associazioni a cui il Ministero della Pubblica Istruzione assegna la maggior parte dei progetti di educazione all’affettività, alla tolleranza, alla lotta contro bullismo, discriminazioni e stereotipi (sic!) di genere.
Saranno le stesse famiglie presenti in piazza coi loro figli a chiedere di non interferire nell’educazione affettiva della prole con programmi e ideologici e ideologizzanti; quello dell’educazione, e in particolare dell’educazione affettiva e valoriale, è un compito e una responsabilità che spetta esclusivamente ai genitori secondo quanto afferma l’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (“I genitori hanno il diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli”).
Lo scopo della manifestazione sarà quello di mostrare la bellezza della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, di chiedere allo Stato più tutele e garanzie ma nello stesso tempo si vuole esprimere dissenso e preoccupazione per alcuni disegni di legge all’esame del Parlamento:
• DDL Cirinnà: sulle Unioni Civili ed adozioni omosessuali
• DDL Fedeli: sull’insegnamento del Gender nelle scuole pubbliche
• DDL Scalfarotto: sul reato di “omofobia” e “transfobia”.
Uno dei nodi più delicati e complicati è nel campo educativo: il piano di indottrinamento secondo l’ideologia gender (definita da papa Francesco “un errore della mente umana”) è stato già promosso in diverse scuole tramite il finanziamento o l’intervento diretto di associazioni legate al mondo LGBT, associazioni a cui il Ministero della Pubblica Istruzione assegna la maggior parte dei progetti di educazione all’affettività, alla tolleranza, alla lotta contro bullismo, discriminazioni e stereotipi (sic!) di genere.
Saranno le stesse famiglie presenti in piazza coi loro figli a chiedere di non interferire nell’educazione affettiva della prole con programmi e ideologici e ideologizzanti; quello dell’educazione, e in particolare dell’educazione affettiva e valoriale, è un compito e una responsabilità che spetta esclusivamente ai genitori secondo quanto afferma l’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (“I genitori hanno il diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli”).