Spirito che ci unisce in comunione
Una Chiesa “in festa” che si riunisce intorno al proprio Vescovo e che con lui prega nella Chiesa madre della Diocesi. Questa la Giornata diocesana dei cresimandi, tenutasi lo scorso 14 aprile, con la partecipazione, tra ragazzi, genitori e catechisti dalle diverse parrocchie, di un migliaio di persone, che hanno gremito la Cattedrale in tutti i suoi spazi, a sedere e in piedi. Il primo momento della Giornata ha visto i cresimandi alle prese con le attività all’Eden, ispirate ai frutti dello Spirito Santo e animate dai catechisti, mentre i genitori incontravano monsignor Francesco Cavina in Cattedrale. “La mia intenzione non è di fare delle prediche perché vorrei che fosse questa meravigliosa chiesa a parlare”, ha esordito il Vescovo rivolgendosi ai tantissimi genitori presenti, per poi illustrare alcuni degli elementi “grandiosi” della “piccola San Pietro” carpigiana. Dall’altare centrale agli altari nelle due absidi laterali, quello di sinistra del Santissimo Sacramento e quello di destra con la statua dell’Assunta, a cui è intitolata la Cattedrale. Dall’organo – “il suono è celestiale… perché non abbiamo pensato di chiamare un organista a suonare oggi? Lo faremo alla Giornata dei cresimandi dell’anno prossimo”, ha osservato con un sorriso – all’altare delle reliquie, che è stato aperto e svelato nella sua preziosità. Dai paliotti alle statue della facciata, pezzi unici conosciuti anche all’estero, ai dipinti con i loro colori, a ricoprire interamente le superfici murarie creando un immediato clima di raccoglimento. Ma è in particolare la splendida cupola a colpire lo sguardo e l’attenzione di chi entra in Cattedrale, ha sottolineato il Vescovo, ammirata da Papa Francesco nella sua visita a Carpi l’anno scorso per la somiglianza con quella della basilica di San Pietro. Un edificio, la Cattedrale, gravemente danneggiato dal sisma – basti pensare sempre alla cupola e al distacco della facciata – e tornato a risplendere così luminosamente della sua bellezza, in modo da stupire lo stesso Santo Padre, “grazie alla bravura dei tecnici e dei lavoratori che hanno preso in mano la realizzazione del restauro”, ma, ha aggiunto il Vescovo, “la Madonna sicuramente deve aver tenuto la sua mano sopra la nostra testa” per evitare che il terremoto avesse effetti ancora più disastrosi. Dagli aspetti storico-artistici, monsignor Cavina si è poi soffermato su di un argomento che costituisce, per così dire, il pane quotidiano dei genitori, “l’arte più difficile”, ovvero l’educazione dei fi gli. “Tante volte i nostri sforzi, i nostri tentativi di trasmettere ai ragazzi degli ideali sembrano cadere nel vuoto. Ricordarci che abbiamo un aiuto nel Signore diventa motivo di serenità… Non siamo soli in questo impegno così faticoso! Siamo chiamati a fare in modo che i nostri giovani non si spengano davanti alla vita, nel pessimismo, nella noia, in una stanchezza prima del tempo, ma conservino la gioia di questo dono meraviglioso che è appunto la vita”. Una missione in cui “è possibile trovare grande aiuto anche nella Madonna, la nostra mamma del Cielo… e se noi ci rivolgiamo a lei, non può non venire in nostro soccorso” ha concluso monsignor Cavina, dando inizio alla preghiera del Rosario con i genitori, mentre i cresimandi, terminato il loro momento all’oratorio, iniziavano ad arrivare. Entusiasti delle attività svolte all’Eden, i ragazzi hanno così riempito le navate, sedendosi anche nel presbiterio e per terra. Dalla richiesta del Vescovo di raccontare che cosa avessero fatto è nato uno scambio di domande e risposte che ha toccato grandi temi, come lo Spirito Santo, “che ci unisce in armonia e in comunione in modo da poter giocare in modo leale”, e l’amore, fondamentale per la vita dell’uomo, “perché unisce le persone” ed è Gesù ad insegnarcelo, “con il tanto amore che ha donato a tutti quelli che ha incontrato”. Parole semplici ma piene di verità, a cui il Vescovo non ha voluto aggiungere altro se non la recita insieme di un’Ave Maria e il ringraziamento, per la loro nutrita presenza, a genitori e ragazzi. A questi ultimi è andato, infine, il dono di una piccola spilla a forma di colomba, uguale al logo della Giornata dei cresimandi, da indossare a ricordo dell’evento a cui hanno partecipato in una bella comunione diocesana.