Nel 13° anniversario degli eventi sismici che colpirono l’Emilia, il punto sulla ricostruzione dei beni immobili ecclesiastici con l’architetto Sandra Losi, direttore dell’Ufficio Patrimonio Immobiliare della Diocesi di Carpi
La ricorrenza del 13° anniversario degli eventi sismici offre l’opportunità per fare il punto sullo stato della ricostruzione nella Diocesi di Carpi. Come ricorda l’architetto Sandra Losi, direttore dell’Ufficio Diocesano Patrimonio Immobiliare, la Diocesi è interessata da 75 istanze della ricostruzione pubblica. A seguito del sisma del 2012, infatti, la ricostruzione dei beni ecclesiastici beneficia di contributi pubblici, poiché è stata riconosciuta l’utilità pubblica di tali edifici. Da ricordare anche che le parrocchie non agiscono direttamente ma l’iter della ricostruzione fa riferimento alla Diocesi di Carpi che ha il ruolo di ente attuatore.
“Dopo la sua istituzione da parte del vescovo Castellucci, nel marzo 2021, l’Ufficio Diocesano Patrimonio Immobiliare ha preso in carico la ricostruzione post-sisma. Fra le diverse attività, una parte importante ha riguardato il completamento amministrativo delle pratiche di ricostruzione di vari edifici riaperti – spiega l’architetto Losi -. Il controllo contabile delle spese sostenute in confronto con la struttura commissariale ha consentito di verificare il saldo definitivo e portato all’emissione, da parte della Regione, dei decreti finali. Tali decreti, con i relativi saldi, sono stati emessi a partire dal 2023. Si pensi, ad esempio, al Duomo di Mirandola, riaperto nel 2019: il decreto di chiusura della pratica è stato emanato solo nel 2024”.
I cantieri avviati alla presa in carico da parte dell’Ufficio Patrimonio erano quelli delle chiese parrocchiali di San Marino di Carpi, Tramuschio di Mirandola e Budrione di Carpi, oltre alla canonica di Mortizzuolo di Mirandola, e il piccolo oratorio di San Gaetano a Novi, edifici oggi tutti riaperti, così come la Villa Resti Ferrari a Rolo. Infine, si sono appena conclusi i lavori all’oratorio della Madonna dello Spino a Concordia ed è in via di definizione un evento di riapertura.
“Nel novembre 2022 – sottolinea l’architetto Losi – la Regione Emilia-Romagna ha emanato un’ordinanza che permetteva, alle pratiche con le specifiche autorizzazioni, di acquisire un incremento del contributo del 20 per cento per far fronte al caro materiali se le gare di appalto lavori fossero state avviate entro il dicembre dello stesso anno. Hanno beneficiato di tale incremento la chiesa di San Martino Spino di Mirandola, riaperta poche settimane fa, il campanile di Concordia e la chiesa di Fossa di Concordia. I cantieri di questi edifici sono stati avviati nel 2023. Il campanile di Concordia è prossimo al completamento dei lavori. Il cantiere della chiesa di Fossa procede celermente, ma è ancora lontana la riapertura, prevista il prossimo anno, per una necessaria variante in corso d’opera”. Ultimo cantiere avviato, in ordine di tempo, quasi a fare “da staffetta” con San Martino Spino nella bassa mirandolese, è quello della chiesa di parrocchiale di Gavello. “Da qualche mese a Rovereto sulla Secchia – aggiunge – sono iniziati i lavori al campanile della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, mentre è in corso una revisione della messa in sicurezza della chiesa per poter accedere in sicurezza e completare i rilievi propedeutici alla progettazione”.
Diverse sono le pratiche in fase progettuale. “Per alcuni edifici è stato necessario rivedere il progetto, spesso fermo perché oggetto di diverse richieste di integrazioni; in alcuni casi sono stati sostituiti i tecnici – afferma l’architetto Losi -.
Attualmente, diversi progetti sono in fase istruttoria presso la struttura commissariale, fra cui quelli della chiesa di San Francesco a Carpi, della pieve di Quarantoli di Mirandola e della chiesa nuova di Fossoli di Carpi, che beneficia anche di un consistente contributo CEI 8xmille. Nella chiesa di San Possidonio sono stati eseguiti la revisione della messa in sicurezza, lo svuotamento delle macerie del campanile ancora presenti colà e alcuni rilievi finalizzati a concludere la progettazione esecutiva”. È stato consegnato in Regione, conclude l’architetto, “il progetto esecutivo della chiesa di Cividale di Mirandola, sono in consegna quelli delle chiese di San Martino Carano di Mirandola e di Migliarina di Carpi. È in corso la gara per l’affidamento della progettazione e della direzione lavori della chiesa madre di Fossoli”.
Nel mese di giugno, come fa sapere in conclusione l’architetto Losi, l’Ufficio Diocesano Patrimonio Immobiliare prevede di organizzare un incontro pubblico in cui saranno illustrati nuovi aggiornamenti sulla ricostruzione.
Commemorazioni del 13° anniversario del sisma – Giovedì 29 maggio
Rovereto sulla Secchia
Alle 20, nella chiesa nuova, sarà celebrata la Santa Messa in suffragio del parroco don Ivan Martini, deceduto nel crollo della chiesa parrocchiale la mattina del 29 maggio 2012.
San Giacomo Roncole
Alle 20.30, sarà celebrata la Santa Messa in memoria di tutte le vittime del sisma presso la stele memoriale a loro dedicata in parrocchia, fatta erigere dalla Diocesi di Carpi nel 2016.
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13° anniversario del sisma: a Novi di Modena si è svolto l’incontro, promosso dalla Diocesi di Carpi, sulla ricostruzione del complesso parrocchiale di San Michele Arcangelo e dell’oratorio della Santissima Trinità di Strazzetto.
Nell’ambito degli incontri pubblici promossi dall’Ufficio Patrimonio Immobiliare della Diocesi di Carpi, lo scorso 15 maggio è stata la volta di Novi di Modena, dove, presso la sala municipale Ferraresi, si è parlato della ricostruzione del complesso architettonico parrocchiale di San Michele Arcangelo e dell’oratorio della Santissima Trinità di Strazzetto.
Sono intervenuti il parroco don Germain Dossou Kitcho e il sindaco Enrico Diacci. A seguire si sono alternati nel condurre la serata l’architetto Sandra Losi, direttore dell’Ufficio Diocesano Patrimonio Immobiliare, e l’architetto Mauro Pifferi, RUP (responsabile del progetto) di tutti gli interventi.
L’architetto Losi ha voluto ricordare, in questa sede, don Ivano Zanoni, scomparso nel febbraio scorso, per 32 anni alla guida della comunità. Proseguendo nella relazione, l’architetto, dopo un riepilogo del complesso iter di ricostruzione, a partire dalla selezione dei tecnici e dalle fasi progettuali fino al cantiere, alla riapertura del monumento, e infine la chiusura amministrativa della pratica di ricostruzione, ha illustrato lo stato di avanzamento del complesso parrocchiale di San Michele Arcangelo e dell’oratorio Santissima Trinità. Tutti gli interventi sono in fase progettuale: quello della chiesa ancora in prima fase, gli altri in procinto di essere a breve consegnati in Regione per ottenere i pareri e poter dare a breve avvio ai lavori.
Da parte sua, l’architetto Pifferi ha illustrato la complessità dell’intervento su San Michele Arcangelo, che riguarda tre distinti progetti – chiesa, campanile e canonica – assegnati a tre diversi team progettuali, che, su espressa richiesta della Commissione Congiunta regionale, che esamina i progetti, devono essere oggetto di confronto per la contiguità dei tre edifici. Sempre su richiesta della Commissione Congiunta regionale, per ragioni di sicurezza, i cantieri del campanile e della canonica, in fase progettuale ormai ultimata, dovranno avere la priorità rispetto a quello della chiesa.
L’architetto Pifferi ha, inoltre, comunicato che è stato messo in sicurezza il muro di cinta del complesso architettonico, a rischio di ribaltamento e in alcune parti crollato. Anche i costi di questo intervento rientrano nei contributi assegnati.
Riguardo alla chiesa, sono stati esaminati alcuni aspetti affrontati nel progetto. Primo fra tutti la ricostruzione delle volte della navata, tutte crollate. Al fine di condividere il percorso progettuale in corso, sono stati illustrati alcuni interventi attuati in altri edifici già riaperti. La soluzione che si adotterà sarà illustrata una volta acquisite le autorizzazioni.
Altra criticità che presenta la chiesa è la vela di facciata, che svetta per ben otto metri oltre la copertura: sono in corso gli approfondimenti per elaborare la soluzione da adottare per prevenire pericolosi fenomeni di ribaltamento.
In merito al piccolo oratorio della Santissima Trinità, ormai in fase di completamento del progetto, dall’analisi storica è emersa la presenza di un porticato, che oggi risulta inglobato nella chiesetta per far fronte alla necessità di accogliere un maggior numero di fedeli. Con la competente Sovrintendenza si sta valutando se mettere in evidenza quanto scoperto.