Oggi, 23 febbraio 2023, Papa Francesco ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto riguardante le virtù eroiche della Serva di Dio carpigiana Albertina Violi Zirondoli, legata al Movimento dei Focolari
Oggi, 23 febbraio 2023, Papa Francesco ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto riguardante le virtù eroiche della Serva di Dio Albertina Violi Zirondoli, “fedele laica e madre di famiglia; nata il 1° luglio 1901 a Carpi (Italia) e morta il 18 luglio 1972 a Roma (Italia)”.
Una notizia accolta con profonda gioia dalla Chiesa di Carpi, in cui Albertina, la “signora maestra” come veniva chiamata, per la sua professione di insegnante, con stima e ammirazione dai concittadini, ha vissuto quasi la totalità della sua esistenza. Conobbe il Movimento dei Focolari di Chiara Lubich nel 1949, insieme al figlio Alfredo, medico anestesista, poi focolarino e sacerdote, e fu grande promotrice della cittadella internazionale di Loppiano negli anni ‘60, dove visse l’ultimo tratto della sua vita, quello della malattia, per essere infine trasferita in ospedale a Roma, dove morì. E’ sepolta nel cimitero di San Vito di Incisa Valdarno, in Diocesi di Fiesole.
“La causa di beatificazione è iniziata, su richiesta dei diocesani di Carpi, il 16 luglio 2005, dopo una folta assemblea di oltre 400 persone, con l’approvazione dell’allora vescovo Elio Tinti – afferma don Carlo Malavasi, vicepostulatore della causa di beatificazione di Albertina Violi Zirondoli -. Di seguito la parte processuale si è svolta nella Diocesi di Fiesole, dato che è sepolta vicino a Loppiano, di cui allora il figlio Alfredo era responsabile. Dopo la chiusura del processo diocesano è stata redatta la Positio, cioè la sintesi di tutta la documentazione che prova l’esercizio eroico delle virtù della Serva di Dio. Ci sono dei tempi di percorrenza, sei anni prima che i documenti possano essere aperti. In sintesi, si è arrivati ad un anno fa, il 3 febbraio 2022, quando la prima Commissione Vaticana, composta da nove teologi, esaminata la Positio, ha espresso parere favorevole sull’eroicità delle virtù di Albertina. Questa Commissione – prosegue don Malavasi – ha passato la documentazione alla seconda Commissione, che a sua volta si è espressa favorevolmente presentando la causa al Santo Padre, che proprio oggi ha autorizzato la Congregazione delle cause dei santi a promulgare il decreto sulla venerabilità”.
Dunque, da oggi Albertina è Venerabile, cioè, spiega don Malavasi, “fino a questo momento la preghiera rivolta alla Serva di Dio era di carattere personale, privato, poiché non era ancora ammesso il culto pubblico. Ora invece quest’ultimo è ammesso, si possono quindi esporre immagini di Albertina alla venerazione nelle chiese e si possono svolgere momenti di preghiera pubblici. Il passo successivo è l’attesa di un miracolo, ottenuto per la sua intercessione, perché sia proclamata Beata. Siamo, per fare un paragone, allo stesso punto della causa di beatificazione di Mamma Nina. Quindi, due venerabili, entrambi donne, per la nostra Diocesi. Al momento – aggiunge don Malavasi – si sta lavorando perché la salma di Albertina possa essere traslata a Carpi”.
Breve biografia
Nata a Carpi nel 1901, Albertina Violi sposò a 23 anni Livio Zirondoli e fu madre di Alfredo, che poi divenne medico e sacerdote. Molto conosciuta per la sua attività di insegnante, professione che esercitò nella scuola pubblica e privatamente fino a settant’anni, manifestò una grande capacità di educatrice. Durante la seconda guerra mondiale e nel dopoguerra si dedicò ad opere di assistenza e in particolare alla promozione spirituale, umana e culturale delle giovani. Prima presidente del Cif (Centro Italiano Femminile) a Carpi, organizzò doposcuola per bambini e ragazze, scuole per maestre d’asilo e vigilatrici di colonie, soggiorni estivi in montagna e al mare, corsi di economia domestica e di educazione sociale. L’incontro negli anni ‘50 col Movimento dei Focolari (Opera di Maria) aprì una nuova dimensione spirituale alla sua vita. Suscitò varie vocazioni maschili e femminili. Morì a Roma, dopo mesi di sofferenze fisiche e morali, confortata dalla presenza di Chiara Lubich, che accolse la sua consacrazione a Dio nell’Opera di Maria.
Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie