Domenica 13 novembre il Vescovo monsignor Francesco Cavina ha presieduto la santa messa in occasione della chiusura della porta santa in San bernardino da Siena. Il Vescovo ha ricordato gli eventi che hanno scandito in Diocesi l’Anno Santo: la visita e la vicinanza ai profughi di Erbil; la presenza a Carpi del Vescovo di Aleppo; i Giubilei delle categorie sociali, tra i quali in particolare spicca quello rivolto alle persone diversamente abili e agli anziani; la presenza delle reliquie di San Giovanni Paolo II. Evento quest’ultimo, che ha evidenziato il bisogno di momenti di riflessione, preghiera, silenzio, nei quali confrontarsi con i modelli di vita cristiana e di umanità, quale e stato appunto Papa Wojtyla. “Circostanze che mi hanno profondamente interpellato – ha spiegato monsignor Cavina – evidenziando la necessita dell’uomo di essenzialità e bellezza della Fede cristiana, a volte sepolta da troppe parole”. Dio come persona e non come opinione e Padre: “Come tale non può non ascoltare le nostre preghiere. Anche se talvolta non ci esaudisce nel modo in cui ‘vorremmo’, in quanto Lui sa quale e il nostro bene vero”. Due sono le richieste che i cristiani avanzano a Dio: una vita serena e libera dalle insidie del male. “Ciò – ha sottolineato il Vescovo – al fi ne di consentirci una rinnovata evangelizzazione, l’annuncio del Vangelo ai fratelli, ognuno dei quali ha il diritto di ascoltare la parola di Dio e sapere che Lui e Padre”. L’essere cristiani e una “questione di innamoramento: quando si e innamorati non si riesce a contenere questo sentimento e si ha bisogno di dirlo a tutti. Questo e il dinamismo della Fede. Chiediamo al Signore di renderci sempre più innamorati di Lui, per essere autenticamente testimoni del suo amore”, ha concluso il Vescovo Cavina.