Carabinieri, polizia di Stato, polizia municipale, guardia di finanza e vigili del fuoco. Tutti rigorosamente con la loro divisa. E’ accaduto l’11 giugno, nella chiesa di Santa Croce, dove il Vescovo monsignor Francesco Cavina ha celebrato il Giubileo dedicato alle forze dell’ordine. Ai due lati dell’altare, otto agenti in alta uniforme hanno saputo conferire ancora più solennità alla celebrazione.
Dopo la processione, partendo dal cimitero locale, e il passaggio attraverso la Porta Santa, durante l’omelia il Vescovo monsignor Francesco Cavina ha ringraziato i presenti per la numerosa partecipazione: “Forse qualcuno di voi rimarrà stupito per questa iniziativa giubilare, che vede coinvolte le forze dell’ordine con le loro famiglie – ha esordito il Vescovo -. Infatti per molti, impregnati di cultura pacifista buonista, la professione delle armi potrebbe sembrare incompatibile con il messaggio cristiano e la dottrina cattolica in generale. In realtà, il Concilio Vaticano II ha ricordato che la santità è la vocazione comune di ogni cristiano. Pertanto, anche la vita militare è luogo e strumento di possibile santità”. Il Vescovo a tal fine ha riportato le parole che ripetiamo in ogni Santa Messa prima della comunione eucaristica: “Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma di’ soltanto una parola ed io sarò salvato”. “Queste parole sono state pronunciate da un centurione romano di cui si parla nei Vangeli; e in due millenni di storia cristiana i santi militari canonizzati sono stati centinaia”. Rivolgendosi ai presenti, il Vescovo ha sottolineato: “Penso che nessuno di voi sia un angelo né abbia la presunzione di sentirsi tale, ma credo che la preghiera costituisca un invito a conformare la vostra missione a quella degli angeli, che sono chiamati a proteggere, custodire e difendere le persone loro affidate. Così è la missione delle forze dell’ordine: difendere dall’ingiusto aggressore e dal delinquente trasgressore, ma anche proteggere e correggere”.