La Scuola Diocesana di Formazione Teologica San Bernardino Realino ha iniziato a muovere i primi passi quasi 40 anni fa. E’ sorta un po’ casualmente nel 1980 per iniziativa di don Nardino Burzacchini e con l’approvazione dell’allora vescovo di Carpi, monsignor Artemio Prati. Questa realtà prese così il posto di una prima esperienza di formazione che ebbe luogo negli anni ’70 nei locali della sede dell’Azione Cattolica Diocesana, in via Rocca.
La Scuola, che ha avuto un proprio statuto, ed è stata convenzionata con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “C. Ferrini” di Modena, ha potuto proporre negli anni ‘80 corsi di studio grazie anche alla disponibilità di docenti provenienti dalle Diocesi di Modena e di Reggio Emilia.
Le iscrizioni, dopo i primi lustri nei quali si è qualificato un certo numero di insegnanti di religione (Irc), alcuni diaconi e lettori, hanno conosciuto in questi ultimi anni – come del resto in altre Diocesi – una flessione rilevante. C’è sempre stato un certo “disagio” nel clero nel comprendere il valore e il servizio reso da questo organismo diocesano che sembrava sottrarre forze alle parrocchie mentre bisogna dire che i laici più impegnati, come i responsabili di associazioni, i catechisti e gli animatori, non sono stati incoraggiati a partecipare ai corsi della Scuola e venivano e vengono formati in altre sedi.
Nel 2013, monsignor Francesco Cavina – eletto vescovo di Carpi nel 2012 – ha proposto un nuovo piano di studi e da quell’anno il triennio è diventato un quadriennio. Presumo l’abbia fatto con l’intenzione di qualificare maggiormente la capacità formativa della Scuola diocesana. Purtroppo questa ristrutturazione ha prodotto, di riflesso, la rottura della convenzione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “C. Ferrini” di Modena e la Scuola di Formazione Teologica si è come ritirata nell’ambito diocesano mentre la formazione che essa propone non ha purtroppo avuto più alcun riconoscimento o aggancio con esperienze diocesane analoghe. Con le improvvise e inaspettate dimissioni dall’incarico di ordinario diocesano di monsignor Cavina tutto è rimasto in sospeso. In ogni caso gli esami di quest’anno, data la frequenza regolare, si sono svolti normalmente secondo i calendari previsti com’è attestato dal libretto personale di studio degli iscritti. Attualmente (2019) la Scuola è al lumicino: è stata lasciata alla deriva, strutture al minimo, poche iscrizioni (dai tre ai sei studenti per corso), senza sostegno dalle parrocchie – nonostante la preparazione dei docenti – e non da ultimo, a corto di finanziamenti.
Personalmente ritengo che l’avventura della Scuola di Formazione Teologica Diocesana si debba ritenere conclusa. L’ho fatto presente a monsignor Cavina già lo scorso anno. Dopo 20 anni di direzione, con tutti i miei limiti, non credo risponda più alle esigenze del nostro tempo nel quale potrebbero funzionare meglio mattinate di fine settimana di aggiornamento teologico-pastorale.
Queste riflessioni sono state presentate al Collegio dei Consultori che si è riunito il 5 settembre e che ha deciso, in accordo col vescovo amministratore apostolico Erio Castellucci, di sospendere temporaneamente l’attività della Scuola in attesa di ripensarne i percorsi e gli obiettivi. I
l direttore uscente
Don Alberto Bigarelli