Com. St. 05 del 25 giugno 2018 – Inaugurata a Carpi la Cittadella della Carità

L’accoglienza prende vita
grazie ad un lavoro corale
 
Apre le sue porte la Cittadella della Carità intitolata ai coniugi Odoardo e Maria Focherini. Vi trovano sede al pianterreno gli uffici della Caritas Diocesana e dell’Associazione Camilla Pio, mentre il piano superiore ospita una struttura di prima accoglienza per padri separati in difficoltà.
Non poteva, poi, mancare un luogo dedicato alla preghiera: la cappella con il piccolo altare in cui è murata la “prima pietra” benedetta, insieme ad altre tre per altrettanti nuovi edifici diocesani, da Papa Francesco al termine della Santa Messa in piazza Martiri a Carpi il 2 aprile 2017. Si tratta di un frammento proveniente dalla chiesa dell’Immacolata Concezione di Qaraqosh in Iraq – devastata dalla violenza dell’Isis -, quale segno di comunione voluto da monsignor Cavina, più volte recatosi in visita ai campi profughi dei cristiani costretti a fuggire da Mosul e dalla piana di Ninive.
L’edificio è stato progettato dall’architetto Federica Gozzi e dall’ingegner Marco Soglia ed è stato realizzato dall’impresa Bottoli Costruzioni s.r.l. di Mantova.
Il costo ammonta a circa 600.000 euro, comprensivo di iva e spese tecniche, finanziati dalla Conferenza Episcopale Italiana – tramite i fondi dell’8xmille – e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi.
 
 
S.E. Monsignor Francesco Cavina, Vescovo di Carpi
 
“L’inaugurazione della Cittadella della Carità è un evento di gioia e di ringraziamento al Signore per quanto è stato possibile realizzare: una struttura che dà una degna sede alla Caritas Diocesana e all’Associazione Camilla Pio e, nello stesso tempo, intende dare una risposta ad una nuova necessità sociale, lo stato di difficoltà in cui alcuni uomini finiscono al momento della separazione.
E’ importante sottolineare che non si tratterà semplicemente di fornire un servizio o, in parole povere, di dare un tetto sotto cui dormire, ma di offrire la possibilità di un percorso di promozione umana, stimolando questi uomini a recuperare la loro autonomia e a promuovere una relazione costruttiva con i propri figli.
In questo progetto gli operatori della Caritas Diocesana saranno impegnati in prima linea, potendo contare sulla collaborazione dell’Associazione Camilla Pio, attraverso i professionisti che vi prestano servizio, e sull’esperienza maturata da questa realtà nel sostegno a genitori e famiglie.
Nel dicembre 2015, quando furono inaugurate a Carpi le due case diocesane di ospitalità – in via De Sanctis per mamme con bambini e donne sole e in via Curta Santa Chiara per nuclei familiari – espressi l’auspicio che quell’iniziativa fosse la prima di altre. Posso dire che oggi quel desiderio trova una sua realizzazione. E si avvera, come allora, attraverso un lavoro corale che ha coinvolto enti di carattere nazionale e locale, mi riferisco alla Conferenza Episcopale Italiana, alla Caritas Italiana e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi.
Vorrei soffermarmi, inoltre, sull’intitolazione della Cittadella della Carità ai coniugi Odoardo e Maria Focherini, particolarmente adatta ad esprimere la realtà di questa nuova struttura diocesana. Il “nostro” Beato fu unito, infatti, alla moglie da una profonda comunione di valori, fra cui, appunto, la sensibilità verso i poveri e i bisognosi – da lui declinata concretamente non solo adoperandosi per il salvataggio degli ebrei ma anche all’interno della Società San Vincenzo de Paoli – e la dedizione alla famiglia, vissuta come autentica vocazione cristiana”.
 
 
Giorgio Lancellotti, direttore Caritas Diocesana
 
Per la Caritas Diocesana la Cittadella della Carità rappresenta non solo l’ambiente funzionale per le proprie attività di coordinamento e di progettualità, ma anche un’ulteriore tappa in quel cammino di apertura all’accoglienza e all’ospitalità che già da alcuni anni, seguendo le indicazioni del Vescovo monsignor Francesco Cavina, si sta mettendo in atto.
“La struttura per padri separati in difficoltà – spiega Giorgio Lancellotti, direttore della Caritas diocesana – nasce all’interno di un’urgenza più ampia, quella di venire incontro all’emergenza abitativa che riguarda gli uomini. Su questo fronte si è già provveduto, in parte, tramite il dormitorio maschile con tre posti letto presso la casa di ospitalità in via Curta Santa Chiara. Ora ci si apre alla realtà specifica dei padri separati che si trovano in stato di bisogno, mettendo loro a disposizione, presso la Cittadella, quattro camere, per un totale di sei posti letto. Due di queste sono dotate di un secondo letto per accogliere i figli affidati ai papà”.
E’ un “farsi carico” che si traduce, dunque, in opere concrete, come dimostrano, allo stesso modo, le due case di ospitalità inaugurate nel dicembre 2015 a Carpi, quella in via Curta Santa Chiara – due appartamenti – per nuclei familiari e quella in via De Sanctis per mamme con bambini e donne sole, gestita da Agape di Mamma Nina.
Si tratterà ora di utilizzare al meglio gli spazi a disposizione presso la Cittadella in base alle necessità che saranno individuate sul territorio. “Ci si avvarrà della collaborazione della grande famiglia costituita dai centri di ascolto di Porta Aperta Carpi e Mirandola e da quelli parrocchiali – afferma Lancellotti – che svolgono il prezioso ruolo di ‘antenne’ in grado di segnalare le situazioni su cui intervenire”.
Una grande rete di contatti e di sinergie di cui fa parte, a buon diritto, l’Associazione Camilla Pio, sottolinea il direttore della Caritas, “perché le segnalazioni arriveranno anche da questa realtà, che si renderà, inoltre, disponibile con i suoi operatori per percorsi di sostegno psicologico rivolti ai padri ospiti della struttura. Già adesso operiamo ‘in rete’ seguendo persone che ci sono state inviate dall’Associazione”.
 
 
Don Carlo Bellini, presidente Associazione Camilla Pio
 
Presso la Cittadella della Carità l’Associazione Camilla Pio, affiliata alla Confederazione italiana dei consultori familiari di ispirazione cristiana, trova finalmente la propria sede. “E’ un fatto positivo innanzitutto perché avere una sede identifica ‘fisicamente’ una realtà – afferma il presidente, don Carlo Bellini -. Inoltre, è importante che gli incontri avvengano in un luogo che è deputato allo scopo ed è riconoscibile come tale”.
Nata nel febbraio 2016, l’Associazione Camilla Pio si “prende cura” delle famiglie che affrontano difficoltà sull’ampio versante delle relazioni, all’interno del nucleo familiare, nella coppia e nell’educazione dei figli. “Se inizialmente il servizio offerto era solo di consulenza – osserva don Bellini – ci siamo accorti, strada facendo, che ciò non basta. Cioè che non è sufficiente fare la diagnosi di un problema, spesso già evidente alle persone che ci chiedono aiuto, ma che siamo chiamati ad offrire una soluzione. Per questo, quando è necessario, si attiva un percorso di sostegno che può arrivare anche al lavoro di psicoterapia”.
Attualmente, sono 45 le situazioni in carico all’Associazione – 21 nuove rispetto al biennio 2016-17 -, di cui il 30% con problematiche di coppia, un altro 30% con problematiche legate alla genitorialità – ovvero nel rapporto con figli minori o adolescenti -, e il 40% con situazioni di disagio personale/sociale (depressione, perdita di lavoro, sfratto, etc.). “Sono problematiche serie che richiedono professionalità alte” commenta don Bellini, elencando gli specialisti che prestano il loro servizio: sette psicoterapeuti, uno psichiatra, una pedagogista, un esperto di tossicodipendenze, un sacerdote, a cui si aggiungono, per le consulenze, un avvocato e un ginecologo.
“Siamo in contatto con la Caritas, Porta Aperta e i Servizi Sociali, perché l’Associazione si prefigge una particolare cura per le situazioni aggravate da difficoltà economiche – afferma il presidente -. In questo senso, si spiega la collaborazione che offriremo al progetto di accoglienza per i padri separati presso la Cittadella, sia nella segnalazione dei casi, sia in un percorso di supporto psicologico”.
 
 
Architetto Federica Gozzi, progettista
 
“Il nuovo fabbricato è stato costruito su un terreno di proprietà della Diocesi di Carpi di complessivi 967 metri quadrati. Il lotto, destinato a servizi religiosi, faceva parte di un Piano Particolareggiato di iniziativa privata che ha visto la completa edificazione delle aree adiacenti, comprese tra via Vecchi, via Mozart e via Nuova Ponente, negli anni 2001-2006, con fabbricati ad uso residenziale, commerciale e terziario.
L’intervento nasce da un’analisi urbana sulla consistenza del costruito nell’immediato contesto e quindi dalla volontà di dare completamento nelle forme e nei volumi agli edifici esistenti, disposti a corte aperta intorno a uno spazio verde di uso pubblico.
Al piano terra si trovano ambienti diversi: da ovest si accede ad una cappella; da sud, tramite porticato, ad un atrio comune e quindi agli uffici dell’Associazione Camilla Pio e della Caritas Diocesana.
Al piano primo si ricavano gli spazi per un’abitazione con zona giorno al centro, due bagni e quattro camere da letto con logge verso sud, adatta ad ospitare il progetto di accoglienza per padri separati in difficoltà.
La cappella è un piccolo spazio consacrato, non una chiesa; si è ritenuto in ogni caso importante valorizzarla, affinché possa orientare, organizzare e qualificare gli spazi esterni circostanti, e divenire punto di riferimento per il quartiere. Ruvida e materica, dalle linee astratte e contemporanee, la cappella è ingentilita da una porta sul fronte: una struttura metallica di grandi dimensioni ma leggera, composta da pannelli in lamiera di alluminio forata su disegno, che filtra la luce e si impacchetta lateralmente per dare accesso all’ambiente e per estendere lo spazio interno verso l’area esterna, in modo tale da ospitare celebrazioni per gruppi numerosi. D’altra parte, come suggeriscono le linee guida della Cei per “la progettazione di nuove chiese”, una valida e concreta interpretazione dei rapporti interno-esterno ed edificio-contesto costituisce una delle acquisizioni più importanti della coscienza critica dell’architettura contemporanea.
L’arredo della cappella è organizzato secondo una logica unitaria, l’orientamento di base è rivolto alla verità, all’autenticità delle forme e a una nobile semplicità (come suggeriscono le sopracitate linee guida della Cei).
L’altare è il punto centrale: un parallelepipedo con zoccolo in travertino e corpo emergente in calcestruzzo a vista levigato, impreziosito con l’aggiunta di inerti colorati e ossidi. Nel getto dell’altare è stata inserita la “prima pietra” benedetta da Papa Francesco il 2 aprile 2017.
L’immagine della Beata Vergine è un dipinto realizzato in loco; rappresenta un volto gentile che indirizza lo sguardo verso la luce. La tecnica di realizzazione trae ispirazione dal mondo dei Writers e dal fenomeno socio-culturale del graffitismo urbano, utilizzando quindi spray di vernice acrilica direttamente sul muro di cemento”.