L’esterno
La pianta è centrale a croce greca e le proporzioni, sia di pianta che di prospetto, attingono a quelle classiche (sezione aurea). La cuspide, che qualcuno percepisce come un campanile, è di fatto una cupola che si alza sulla costruzione e indica, anche a chi osserva da lontano, una presenza del sacro; rappresenta una sorta di indice rivolto al cielo. L’edificio non si sviluppa molto in altezza, in rispetto dei parametri stabiliti dal Comune di Concordia; ma dal di dentro si percepisce ugualmente l’effetto ascensionale nella cupola, nelle finestre e nell’intreccio delle capriate.
Degni d’attenzione sono i grandi portali che immettono nella chiesa. Quello centrale è perfettamente quadrato, ad indicare un’umanità terrena che, attraversandolo, entra nella dimensione spirituale.
L’interno
Le vetrate di Simona Siligardi, tratte da foto di tramonti della pianura emiliana, offrono la luce ideale per l’atmosfera di preghiera che il fedele ricerca nella chiesa.
Il pavimento in porfido, così voluto dai trentini che l’hanno offerto, contrasta con l’agilità delle capriate del soffitto che, nel loro intreccio, esprimono il dipanarsi dei misteri della fede.
L’ambone e soprattutto l’altare sono gli unici pezzi in pietra di tutto l’edificio, ad indicare la forza e la solidità della parola di Dio e di Cristo, pietra angolare della Chiesa. Sull’ambone è riprodotto lo stemma parrocchiale che riporta il libro e la spada come segni della parola di Dio ‘penetrante come spada a doppio taglio’.
L’altare, visibile da ogni punto della chiesa, è realizzato con materiale tipicamente trentino (granito e legno). Il granito è segno di Cristo, su cui poggia la fede dei credenti, e la tavola di legno è la mensa comunitaria, segno d’amore e di unità.
Il presbiterio
Il fondale del presbiterio presenta la grande croce rossa che accoglie il Crocifisso, donato dal signor Italo Leonardi di Modena. L’area presbiterale è delimitata da un coro absidale interrotto dalla sede di presidenza che accoglie l’antico faldistorio recuperato dalla chiesa madre e restaurato dalla Sacred Art School di Firenze.
La cappella di sinistra (o del Santissimo Sacramento)
Accoglie l’ancona di Francesco Marchese nella quale è inserito il tabernacolo in marmo, recuperato dalla chiesa madre e restaurato a continuazione simbolica di quella comunità di uomini che si nutrono dello stesso pane che è Gesù.
La cappella di destra
Accoglie la statua della Madonna del Rosario, protettrice della parrocchia, la cui festa si celebra la prima domenica d’ottobre. Datata 1954, l’immagine proviene dalla vecchia chiesa e di recente è stata restaurata dalla stessa ditta che l’aveva scolpita (Ferdinand Stuflessers di Ortisei).
La Via Crucis
Realizzata in terracotta dagli allievi della Sacred Art School di Firenze, rappresenta in forma tradizionale le classiche 14 stazioni.
Nelle sacrestie sono stati recuperati alcuni mobili provenienti dalla vecchia chiesa.
La canonica
Progettata anch’essa dall’architetto Fabio Andreatta, la canonica è una costruzione aperta e accogliente, come devono essere gli ambienti parrocchiali. Tutta a pian terreno, è costituita da tre corpi disposti a U e, fra le due ali laterali, un cortile esprime un abbraccio a chi vi accede. Nel primo edificio vi è l’ufficio parrocchiale e l’abitazione dei sacerdoti; in quello centrale tre aule catechistiche e il salone, nel terzo altre tre aule catechistiche e gli spogliatoi offerti dalla Ditta Gemelli Costruzioni.
Davanti a questo complesso vi è il terreno destinato al campo sportivo, ancora da realizzare, e la piazza semicircolare per gli spettacoli, in via di allestimento.