Com. St. 151 del 13 dicembre 2012 – Nota della Commissione per la Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Carpi


Nei giorni scorsi abbiamo tutti seguito con apprensione il dibattito circa il rinvio delle scadenze fiscali per imprese e famiglie residenti nelle zone terremotate. Un dibattito aspro, che ha visto contrapporsi frontalmente da un lato il Governo, dall’altro tutte le associazioni economiche e sindacali. Nonostante i pareri negativi del Governo, la speranza che qualcosa, fino all’ultimo, potesse cambiare, è rimasta viva per diversi giorni. Purtroppo la crisi di governo che si è aperta in queste ore, sembra ridurre quasi a zero le residue possibilità di cambiamenti per via legislativa.


 


Tutto questo, oltre al rifiuto di applicare una riduzione e rateizzazione delle imposte e il mancato riconoscimento di contributi che coprano il 100% dei danni subiti, sta alimentando una fortissima preoccupazione nelle imprese e nei lavoratori, già in ginocchio per il prolungarsi della crisi economica.


Abbiamo visto in questo periodo tanta voglia di ricostruire, di reagire alla situazione, finanche di ‘fare da soli’, là dove era possibile; ma ora questa spinta sembra esaurirsi, frustrata da risposte tardive e insufficienti delle istituzioni, da tortuosi percorsi burocratici per ottenere aiuti, dai troppi mondi insensibili (politici, ma anche finanziari ed economici) che a livello nazionale non sembrano avere compreso la gravità di quanto accaduto in Emilia.


Prima che la frustrazione si traduca in rabbia, è quanto mai urgente che il tessuto economico locale abbia quelle risposte e quegli interventi che da tempo chiede, in particolare in ordine all’ammontare dei rimborsi per la ricostruzione e alle scadenze fiscali per imprese e lavoratori. Interventi che siano guidati da due principi fondamentali in ogni campo dell’agire politico: sussidiarietà e solidarietà.


 


Sussidiarietà, nel nostro caso, significa favorire in tutti i modi le energie, le capacità e le autonomie dei singoli cittadini, delle famiglie e delle comunità territoriali, attraverso istituzioni centrali e regionali che supportino, aiutino, sostengano i livelli locali e di base, facendo leva sulla loro responsabilità. Qui sta il tema degli aiuti, dello snellimento degli iter burocratici, ma anche della riduzione delle imposte, nella convinzione che le risorse, se lasciate al territorio, possono immediatamente tradursi in beneficio diretto per la comunità.


Solidarietà significa riconoscere una situazione di difficoltà e intervenire, con senso di giustizia e di equità, in nome di una comune appartenenza ad una comunità nazionale in cui chi è in difficoltà sa di poter contare sull’aiuto degli altri. Un aiuto che deve essere uguale per tutti i cittadini, di qualunque territorio nazionale, se si vuole ottenere fiducia e appartenenza alle istituzioni.


Prendiamo atto di come questi due principi, così importanti per tutti noi e sanciti nel nostro ordinamento giuridico, siano stati gravemente disattesi nel caso del terremoto; così come diverse proposte tecniche, in particolare sviluppate dalle associazioni economiche e sindacali, orientate da questi principi, non siano state prese in considerazione, se non in minima parte.


Invitiamo pertanto tutti i livelli di responsabilità, politici, finanziari ed economici, a un rinnovato sforzo per modificare questa grave situazione e applicare con urgenza quelle soluzioni che possano ridare respiro e prospettiva a tutti coloro che si stanno impegnando per un futuro economico di questo territorio.