Sarà inaugurata domenica 23 giugno alle 18, a quasi un anno di distanza dalla visita di Benedetto XVI nel paese ferito, la nuova chiesa provvisoria di Rovereto sulla Secchia. Già utilizzata dai parrocchiani – dal 29 maggio scorso le celebrazioni si tengono al suo interno – il momento inaugurale prevede una cerimonia semplice, con la benedizione della struttura e alcuni interventi.
Accanto al Vescovo monsignor Francesco Cavina e al parroco don Andrea Zuarri, saranno presenti le delegazioni di diversi soggetti che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera. Provengono da Trento sia l’architetto Pier Francesco Baravelli sia l’impresa costruttrice della chiesa, finanziata con il sostegno della Comunità di Sant’Egidio, della parrocchia di Rovereto di Trento, della Caritas Ambrosiana e tramite la polizza assicurativa che don Ivan Martini ha lasciato alla Diocesi di Carpi.
L’arrivo della nuova chiesa è stato un bene per la comunità, spiega don Zuarri, ‘anche se è una goccia in mezzo al mare, e la sete è ancora tanta. La situazione del paese ‘ chiarisce ‘ è ancora molto complicata’. Vengono in aiuto le parole del Beato Odoardo Focherini, inserite nel manifesto dell’inaugurazione: ‘Quando hai eretto pietra su pietra, con sacrificio e rinunce, la costruzione che pur deve servire a Dio, una raffica spezza ogni cosa ‘ scriveva, dopo che un bombardamento aveva distrutto la sede de L’Avvenire d’Italia a Bologna ‘. Ma bisogna non disperare ancora. Bisogna porsi pazientemente all’opera di ricostruzione. Dio vuol dimostrarci così quanto siano labili le nostre povere opere. Può apparire questa una delle tante contraddizioni del Cristianesimo. E racchiude invece una grande verità. La fatica val più dell’opera agli occhi di Dio. L’opera può farci inorgoglire; la fatica rimane il solo titolo di merito davanti al Signore’.