Conferito il lettorato a Paolo Carnevali, Riccardo Isani, Massimo Marino e Giuseppe Tommarelli.

L'omelia del Vescovo sul Vangelo domenica 17 giugno

“Eccomi”.
Sta tutto nella semplice risposta prevista dal rito di istituzione dei lettori lo spirito di servizio con cui Paolo Carnevali, Riccardo Isani, Massimo Marino e Giuseppe Tommarelli hanno ricevuto dal Vescovo questo ministero.
Un nuovo “sì” nel cammino che li sta portando, sotto la guida di monsignor Cavina, a prepararsi al diaconato permanente. Accogliendo nelle mani il libro della Sacra Scrittura, unanimi sono stati la gratitudine al Signore per il dono ricevuto e lo stupore per quanto Egli è in grado di compiere, parafrasando l’omelia del Vescovo, “con quel poco che siamo”.
 
Ad interpretare i sentimenti dei quattro neo lettori Riccardo Isani: “Mi sento onorato e riconoscente alla Chiesa per il conferimento di questo ministero che inizio con grande entusiasmo, anche grazie alla bella celebrazione di sabato 16 giugno in Cattedrale, che è stata per me un momento luminoso ed emozionante”.
 
Gli fa eco Paolo Carnevali: “Quando uno pensa che, come ha detto nell’omelia il nostro Vescovo, gli apostoli erano dei pescatori non proprio colti… ci si sente molto confortati per il prosieguo. Da parte mia – sottolinea – ho nel cuore la consapevolezza che questo ministero mi aiuta nel cammino spirituale per rafforzarmi nella testimonianza soprattutto in mezzo ai fratelli non credenti, nel testimoniare cioè che la vita del cristiano, oltre ad essere semplice, è anche bellissima!”.
 
Come osserva Giuseppe Tommarelli, che ha già ricevuto il ministero dell’accolitato, essere lettori significa non solo proclamare la Parola di Dio nell’assemblea liturgica, ma anche portarla ai fanciulli e agli adulti che si preparano ai sacramenti e a quanti ancora non conoscono il Signore. Insomma, “è un ministero ampio e impegnativo… Tutto ciò che facciamo, seppure tra tanti limiti, è per il Signore! Poi, c’è la fiducia in quello che il nostro Vescovo ci dice sempre, cioè che, preparandoci al diaconato, siamo chiamati ad essere come un ponte tra i pastori e il popolo di Dio. Come l’albero nato dal granello di senapa, con le radici piantate salde nel terreno e i rami protesi verso l’alto, che si fa dimora per gli uccelli del cielo, i nostri fratelli”.
 
Dunque, gioia ma anche responsabilità, afferma Massimo Marino, “perché come dice il Concilio Vaticano II, Gesù è presente nella Parola proclamata nella liturgia. Quindi, per farsi presente oggi, ha scelto di avere bisogno della nostra voce che proclami la Sua Parola!”. Non può mancare, inoltre, il grazie dei neo lettori a tutte le persone che li hanno accompagnati finora e continuano ad accompagnarli, in particolare monsignor Cavina. “Il Vescovo – conclude Marino – ha scritto una bellissima dedica sulla Bibbia che mi ha consegnato: ‘Il Signore custodisca il tuo cuore e lo renda terreno fertile per accogliere il seme della sua Parola’. Spero di riuscire ad essere all’altezza di questa missione”.