Esequie di don Gian Pio Caleffi

Si sono svolte mercoledì 30 dicembre in Cattedrale le esequie di don Gian Pio Caleffi, 86 anni, morto domenica 27 dicembre al Ramazzini dove era ricoverato da alcuni giorni. La celebrazione è stata presieduta dal vescovo di Carpi, monsignor Erio Castellucci, alla presenza di molti sacerdoti diocesani. Oltre ai nipoti e ai familiari, tanti i cittadini che hanno voluto portare l’ultimo saluto a don Caleffi, suoi ex parrocchiani di San Marino, Rovereto, Fossoli, fedeli che lo hanno seguito quando era rettore della chiesa del Crocefisso, e ancora rappresentanti dell’Unitalsi e di varie associazioni di volontariato.
Il vescovo Erio ha ricordato “il coraggio e la convinzione” con cui don Gian Pio ha sempre affrontato tutti gli incarichi che gli erano stati attribuiti, definendolo una “persona solida, che ha fatto tanto per la Diocesi e non solo, nonché un esempio di vita sacerdotale”. E’ stata poi data lettura dei messaggi di cordoglio che sono giunti dai vescovi emeriti Francesco Cavina ed Elio Tinti, e dal vescovo di Cesena-Sarsina, Douglas Regattieri. “Conservo di don Gian Pio un vivo e grato ricordo – ha scritto monsignor Cavina – per il suo impegno a soccorrere le popolazioni terremotate del Friuli e per il servizio all’Unitalsi. Era una persona schietta, dotato di un’intelligenza profonda con il senso dell’umorismo. E’ stato un sacerdote fiero della sua vocazione, zelante nel ministero, innamorato dell’Eucarestia, vicino alla gente”. Anche monsignor Tinti ha ricordato l’impegno di don Caleffi per il terremoto del Friuli, “per il quale si è speso per decenni. Gli amici friulani hanno onorato questa sua dedizione con il riconoscimento di una cittadinanza, acquisita con la gratuità del servizio e dell’attenzione ai bisogni della gente”. “Un sacerdote fedele e zelante nelle diverse responsabilità che ha ricoperto: San Marino, Rovereto, Fossoli, rettore della Chiesa del Crocifisso, assistente dell’Unitalsi, direttore Caritas – ha chiosato monsignor Regattieri -. Ricordiamo tutti la passione con la quale si era speso per organizzare e poi tenere vivo nel tempo il gemellaggio con Pignano in occasione del terremoto che colpì il Friuli”.
E proprio dal comune di Ragogna (Udine) e dalla frazione di Pignano di Ragogna, sono giunti messaggi di vicinanza e ricordo di don Gian Pio “per il suo impegno constante e generoso iniziato con il terremoto del 1976”: per questo gli era stata attribuita la cittadinanza onoraria come segno di riconoscenza
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Don Gian Pio Caleffi

Nasce a san Giacomo Roncole il 30 marzo 1934 da Nando e Aldina Rinaldi secondo di tre fratelli; viene rigenerato al sacro fonte il 5 aprile successivo. Dopo la quarta elementare chiede di entrare in seminario nel quale completa gli studi liceali e teologici e viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1957 da monsignor Artemio Prati.

Inizia il ministero sacerdotale come vicario parrocchiale prima a Mortizzuolo poi, nel 1958, a Novi di Modena. Nel 1960 viene trasferito a Concordia, sempre come vicario parrocchiale, a cui unisce l’insegnamento di religione nelle scuole. È ancora vivo nei concordiesi il ricordo di don Gian Pio, persona capace, intelligente, capace di integrarsi serenamente con le persone più diverse, scherzando, ascoltando e e consigliando sempre col sorriso. In canonica si occupava dei giovani: educava e faceva divertire sempre con una presenza costante e vigile. Nel 1967 viene nominato cappellano a Rovereto e due anni dopo vicario sostituto a san Marino, per diventarne poi parroco dal marzo 1971. Sono gli anni in cui, assieme a don Angelo Chiossi e a don Mario Ganzerla dà vita alla colonia estiva prendendo in gestione una casa a Vermiglio. Si adopera per migliorare i locali e rendere tutto più accogliente. Il periodo sammarinese lo vede impegnato, oltre che nella gestione della parrocchia, anche in attività e progetti: bar parrocchiale, proiezione di film per bambini e famiglie, organizzazione di tavole rotonde con la partecipazione anche di personaggi famosi. Viaggia e viene invitato a congressi internazionali, tra cui viene ricordato quello sacerdotale tenutosi a Parigi nel 1974.

In don Gian Pio c’è sempre stata una particolare attenzione alle persone bisognose e fragili, ed ecco che lo troviamo inserito nell’UNITALSI assieme a don Nino Levratti, prima come co-assistente e poi come assistente per le diverse attività diocesane e nei numerosi pellegrinaggi a Lourdes, dove verrà nominato Cappellano onorario della Grotta (2002).

Mandato dal vescovo a Roma per una serie di corsi di formazione, al suo ritorno in diocesi è nominato primo direttore della Caritas diocesana, recentemente istituita, che lo vede impegnato subito in occasione del terremoto del 1976 che colpisce il Friuli. Grande e assiduo è l’impegno di don Gian Pio per aiutare la gente friulana, per i quali ha speso energie e forze. I friulani non si sono dimenticati di lui anzi, ne è nata una profonda amicizia che è continuata fino ad oggi. Don Gian Pio si recava spesso in Friuli per incontrare gli amici, che in ogni occasione non mancavano di rinnovargli la stima (a lui e alla diocesi) per il bene e gli aiuti ricevuti.

Nell’ottobre 1977 viene nominato parroco di Rovereto dove si fa apprezzare per l’entusiasmo, l’energia e lo zelo pastorale; implementa la sagra parrocchiale, organizza campi estivi e invernali, fonda l’ANSPI parrocchiale, struttura le attività parrocchiali e il catechismo, organizza pellegrinaggi in terra santa e in vari santuari anche fuori Italia. È pure nominato delegato vescovile per la pastorale del lavoro e presidente del consiglio di amministrazione della Casa della Divina Provvidenza dove si interessa della causa di beatificazione di Mamma Nina in qualità di postulatore diocesano, causa che purtroppo (dopo la proclamazione della venerabilità, nel 2002), si arenò a Roma con grande dispiacere di don Gian Pio.

Nel frattempo aveva curato a Carpi la ristrutturazione della casa di via Matteotti 91, lasciata in eredità dalla Sig.ra Maria Ferrari alla Casa della Divina Provvidenza. Qui diede inizio alla struttura che lui stesso volle chiamare Agape di Mamma Nina e che da allora è andata sempre più sviluppandosi.

Con il sisma che scosse l’Irpinia nel 1980, ricco della lunga esperienza maturata in Friuli, torna in primo piano per portare l’aiuto della nostra diocesi alle popolazioni campano-lucane. L’ultima parrocchia affidata al nostro è stata quella di Fossoli nella quale entra nel 1997, dove continua l’attività organizzativa e pastorale con l’entusiasmo di sempre. Nel 2009 lascia l’ufficio di parroco impegnandosi come rettore della chiesa dell’Adorazione e incaricato dell’assistenza spirituale delle strutture protette “Il Carpine” e “il Quadrifoglio”, a Carpi. Nel 2012 vive il terremoto che colpisce la diocesi e che vede la chiusura della chiesa dell’Adorazione. Don Gian Pio celebra nel salone di san Nicolò. Nei vari luoghi dove don Gian Pio ha prestato la sua opera pastorale, il nostro è sempre stato accompagnato ed affiancato dai familiari che lo hanno sempre seguito assicurandogli la loro presenza. In particolare ricordiamo tutti la cognata Bruna che lo ha seguito fino alla fine nel silenzio e nella discrezione. Negli ultimi tempi don Gian Pio si era trasferito presso la Casa Soggiorno del Clero, nella quale è stato accudito e curato sempre con attenzione. Il Signore ha scelto di chiamarlo alla liturgia del cielo alle prime ore del 27 dicembre, giorno del martirio, dies natalis del Beato Odoardo Focherini, come lui grande amico di Mamma Nina. «Riposino insieme nel Signore» — Simul requiescant in Domino.

Ermenegildo Manicardi, Vicario Generale, e Andrea Beltrami, Cancelliere Vescovile  

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Le esequie presiedute dal Vescovo Erio Castellucci mercoledì 30 dicembre alle ore 9.30 in Cattedrale

Il Vescovo di Carpi Monsignor Erio Castellucci con i Presbiteri e i Diaconi della Diocesi comunica la morte del sacerdote Don Gian Pio Caleffi avvenuta domenica 27 dicembre 2020.

Nella speranza della risurrezione lo affida alla preghiera di quanti lo hanno incontrato nelle diverse tappe del suo lungo ministero.

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Don Gian Pio Caleffi si è spento domenica 27 dicembre all’ospedale di Carpi dove era stato ricoverato nei giorni scorsi per alcune complicanze. Attualmente ospite presso la Casa del Clero in Seminario don Gian Pio era nato a San Giacomo Roncole il 30 marzo 1934. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1957 da monsignor Artemio Prati. Diversi gli incarichi ricoperti prima come cappellano e poi come parroco negli ultimi decenni a San Marino, a Rovereto e a Fossoli. Negli anni ’70 è stato responsabile della Caritas, nell’ultimo periodo, dopo aver lasciato la parrocchia di Fossoli, e fino a che le condizioni di salute lo hanno permesso, è stato Rettore della Chiesa del Crocifisso (detta anche dell’Adorazione) a Carpi e assistente spirituale delle case protette Il Carpine e Il Quadrifoglio. Ha ricoperto, inoltre, l’incarico di Postulatore della Causa di Beatificazione della Venerabile Mamma Nina Saltini.

Martedì 29 dicembre, dalle 8.30, la salma di don Gian Pio sarà nella chiesa del Crocifisso in via San Bernardino da Siena a Carpi. Alle 9.30 sarà celebrata la Santa Messa e alle 10 la recita del Rosario. Sarà possibile visitare la salma dalle ore 9.30.

L’Eucaristia esequiale, presieduta dal Vescovo Erio Castellucci, sarà celebrata in Cattedrale mercoledì 30 dicembre alle ore 9.30.

Al termine don Gian Pio sarà tumulato nel cimitero di San Giacomo Roncole.

 Nella foto, don Gian Pio Caleffi alla Messa Crismale del 2017, nel ricordo del suo 60° di sacerdozio.


I messaggi di cordoglio dei vescovi Cavina, Tinti e Regattieri

Monsignor Francesco Cavina, vescovo emerito di Carpi

Mi unisco al dolore, sostenuto dalla preghiera e dalla speranza cristiana, della comunità diocesana di Carpi per la morte di don Gian Pio. Conservo di questo sacerdote un vivo e grato ricordo dovuto all’apprezzamento che tanti mi hanno manifestato, nei miei anni di episcopato a Carpi, per il suo instancabile impegno a soccorrere le popolazioni terremotate del Friuli – dalle quali è ancora ricordato in benedizione – e per il servizio generoso prestato all’UNITALSI.

Era una persona schietta, dotato di un’intelligenza profonda con il senso dell’umorismo. E’ stato un sacerdote fiero della sua vocazione, zelante nel ministero, innamorato dell’Eucarestia, vicino alla gente. Sapeva unire, come lui diceva, al profumo dell’incenso il gusto di una buona sigaretta.

Il Signore l’ha chiamato a sé nella festa natalizia della Santa Famiglia, e certamente da essa è stato introdotto alla Liturgia del cielo, sapendo di potere godere al suo interno della particolare benevolenza della Vergine Maria, da lui teneramente amata.

Caro don Gian Pio ora “Tu es sacerdos in aeternum”.

+ Francesco Cavina

 

Monsignor Elio Tinti, vescovo emerito di Carpi

Venuto a conoscenza del passaggio di don Gian Pio Caleffi da questa vita terrena all’incontro pieno e definitivo con il Signore, anche se impossibilitato a partecipare in presenza, in questo momento esequiale sono accanto a tutti voi con la preghiera e il calore dell’amicizia. Chiedo al Signore che don Gian Pio sia particolarmente partecipe dell’amore del Signore nella gioia del cielo come lo è stato durante il suo ministero terreno. Tra le molte cose del suo ministero sacerdotale, oggi noi ricordiamo con ammirazione il suo impegno per il terremoto del Friuli, per il quale si è speso per decenni. Gli amici friulani hanno onorato questa sua dedizione con il riconoscimento di una cittadinanza, acquisita con la gratuità del servizio e dell’attenzione ai bisogni della gente. Adesso dopo la nostra esperienza dei lunghi anni del post sisma, comprendiamo ancora meglio la sua santa ostinazione su questa solidarietà.

Ringraziamo tanto il Signore per quanto ha fatto mediante l’opera di don Gian Pio, suo servo veramente fedele.

+ Elio Tinti

 

Monsignor Douglas Regattieri, vescovo di Cesena-Sarsina

Partecipo al lutto che ha colpito il presbiterio e la Diocesi di Carpi per la morte di don Gian Pio Caleffi. Lo ricordo come sacerdote fedele e zelante nelle diverse responsabilità che ha ricoperto: San Marino, Rovereto, Fossoli e poi come rettore della Chiesa del Crocifisso, assistente dell’UNITALSI e ancor prima come Direttore Caritas. Ricordiamo tutti la passione con la quale si era speso per organizzare e poi tenere vivo nel tempo il gemellaggio con Pignano (del Friuli) in occasione del terremoto che colpì quella regione.

Impossibilitato a partecipare ai funerali, mi unisco alla preghiera di suffragio del vescovo Erio, del presbiterio e della comunità diocesana tutta.

+ Douglas Regattieri