Continuando sulla via dell’incontro fraternoAnche quest’anno celebriamo la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. L’impressione, purtroppo, è che molti sentano l’ecumenismo come un affare per addetti ai lavori.
E’, senz’altro, un cammino, nato nel lontano 1910, anno della Conferenza Missionaria di Edimburgo ed è da allora che spesso si sono utilizzati termini legati alla meteorologia per definirne le fasi. La primavera è stata utilizzata per il periodo relativo al Concilio Vaticano II tanto da pensare che, davvero, la Chiesa sarebbe, di lì a poco, tornata ad essere “una”. Con grande rammarico, quel tempo di apertura e di dialogo è stato, presto, spazzato via fino a giungere ad un momento storico di paure, tensioni, chiusure, così da parlare di “scontro tra civiltà”. Ma adesso in che stagione ci troviamo?
Papa Francesco, da subito, ha mostrato l’importanza dell’ecumenismo ed i suoi viaggi l’hanno portato ad incontrare i rappresentanti delle Chiese sorelle separate; si è intrattenuto ed ha pregato con loro invitando sempre all’ascolto ed a riconoscersi cristiani nel servizio ai poveri. L’ecumenismo non può essere, dunque, una scelta tra molte altre, ma lo stile di vita del cristiano, meglio, parte integrante del suo “essere” cristiano. Già Giovanni Paolo II nell’enciclica “Ut unum sint”, affermava: “L’ecumenismo è il movimento a favore dell’unità dei cristiani, non è solo una qualche appendice che si aggiunge all’attività tradizionale della Chiesa. Al contrario, esso appartiene organicamente alla sua vita e alla sua azione” (n. 20). Noi, ci stiamo adoperando perché queste parole diventino vita? Possiamo, dunque, dire che l’inverno sia alle nostre spalle? Qualche segnale s’intravede.
Il tema conduttore dell’Ottavario di preghiera di quest’anno, scelto dai cristiani dell’Indonesia, è tratto dal libro del Deuteronomio “Cercate di essere veramente giusti” (Dt 16,18-20), ma nella nostra divisione, noi cristiani, siamo di scandalo. Nella presentazione della Settimana, firmata da monsignor Spreafico, presidente Cei per l’Ecumenismo e il Dialogo, dal metropolita Gennadios, per la Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta ed Esarcato per l’Europa Meridionale, dal pastore Negro, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, si legge: “Non dobbiamo dimenticare che l’ingiustizia non solo ha reso più pericolosa la divisione sociale, ma ha anche alimentato le divisioni nelle chiese, che sono giunte al punto di vivere separatamente per più di mille anni, a volte con fanatismo, odio, senza preghiera e solidarietà. Senza dubbio le divisioni esistenti sono causa dell’ingiustizia. Tutti i cristiani si devono inginocchiare ai piedi della Croce di Cristo, l’unico modello di amore, di fede, di speranza, di pace e di unità. (…) La rivelazione dell’amore sulla Croce di Cristo, tramite il suo sangue, che ha fondato la Chiesa e ha salvato l’uomo, è l’unica arma spirituale, con la cui grazia possiamo sconfiggere l’ingiustizia”. Quindi, solo vivendo in unione con Cristo, potremo combattere l’ingiustizia ed accogliere l’invito del Signore a fare festa “voi, i vostri figli e le figlie, i vostri schiavi e le schiave, i leviti, i forestieri, gli orfani e le vedove che abiteranno nelle vostre città (Dt.16,14), invito rivolto al popolo dell’Alleanza che si dimostra accogliente e pronto alla condivisione. Noi cristiani possiamo, e dobbiamo, dunque, essere uniti nella diversità, riconoscendo, in modo reciproco, i doni che lo Spirito ci ha elargito con abbondanza.
Domenica 20 gennaio, proprio nel cuore della Settimana (18-25 gennaio), ci troveremo alle 16.30, come da tradizione ospiti delle Sorelle Clarisse, nella chiesa di Santa Chiara per celebrare la nostra intenzione di essere una cosa sola in Cristo. Guideranno la veglia don Roberto Vecchi (parroco di Fossoli), padre Ioan Feier (Mirandola, Chiesa Cattolica Rumena di rito orientale), il pastore Giacomo Casolari (Bologna, Chiesa Evangelica della Riconciliazione).
Brunetta Salvarani
Responsabile per l’Ecumenismo e il Dialogo della Diocesi di Carpi
——————————————————————-
Veglia ecumenica di preghiera
Domenica 20 gennaio, alle 16.30, nella chiesa di Santa Chiara a Carpi, alla presenza delle Sorelle Clarisse, si terrà la veglia ecumenica di preghiera condotta da don Roberto Vecchi, parroco di Fossoli, in rappresentanza della Diocesi di Carpi, da padre Ioan Feier della Chiesa cattolica rumena di rito orientale (Mirandola) e dal pastore Giacomo Casolari della Chiesa evangelica della Riconciliazione (Bologna). Organizzano l’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e la Consulta delle aggregazioni laicali della Diocesi di Carpi. Tutti sono invitati a partecipare.
Il 17 gennaio Giornata per il dialogo fra cattolici ed ebrei
Un reciproco arricchimento
Mercoledì 17 gennaio ricorre la 30ª Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, che quest’anno concentra l’attenzione sul Libro di Ester. Come si legge nell’introduzione di monsignor Ambrogio Spreafico, presidente dall’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, al sussidio per la Giornata, in questi ultimi anni si è rafforzato il comune impegno tra cattolici ed ebrei nel nostro Paese, attraverso numerosi incontri, coinvolgendo soprattutto l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Comunità Ebraica di Roma, nelle persone del Rabbino Capo Riccardo Di Segni, della Presidente della Comunità Ruth Dureghello e della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche, Noemi Di Segni.
“Negli incontri – si legge nell’introduzione – si è cercato di individuare un campo di collaborazione che potesse aiutare da parte cattolica la conoscenza dell’ebraismo come realtà vivente e non solo come memoria di fatti del passato; si è cercato di porre l’attenzione anche su alcuni documenti della Chiesa cattolica, che hanno certamente segnato profondamente la comprensione dell’ebraismo e la teologia della Chiesa stessa, ma che sono rimasti a volte ristretti a piccoli gruppi. Così negli ultimi incontri si è individuato come luogo di riflessione l’insegnamento della religione cattolica, guardando soprattutto a quanto viene raccontato dell’ebraismo, della sua storia e della sua attualità”. “Auspichiamo dunque che la giornata del 17 gennaio – si legge ancora – diventi ovunque un’occasione per questo approfondimento. In un tempo in cui sembrano acuirsi le contrapposizioni, in cui il dialogo risulta più faticoso e quasi scelta debole, vorremmo invitare tutti a un impegno rinnovato, perché sia contrastata ogni forma di antisemitismo e di razzismo, e nella mutua comprensione possiamo contribuire a rendere possibile la convivenza e l’arricchimento reciproco delle comunità cristiane ed ebraiche. Il dialogo è l’unica possibilità che abbiamo davanti a qualsiasi forma di inimicizia per vivere in pace. Il dialogo è l’unica via alla pace”.
|