Dalle parrocchie: gemellaggio nato dopo il sisma tra San Giacomo Roncole e Creazzo

Tradizionale visita dei parrocchiani di San Marco di Creazzo

Quando ci si vuole bene le prove si superano
 
Due mani che si stringono. É l’immagine, più eloquente di tanti discorsi, che campeggiava sullo striscione appeso all’ingresso della parrocchia di San Giacomo Roncole lo scorso 9 luglio, in occasione della Sagra della Madonna del Carmelo. Uno striscione che, esposto a Creazzo di Vicenza nell’aprile scorso durante la Festa patronale – in cui dal 2013 si tiene una serata con le specialità culinarie roncolesi – è stato portato a San Giacomo dagli stessi parrocchiani di San Marco, presenti anche quest’anno alla domenica di Sagra degli amici emiliani. Uniti, dunque, com’è ormai divenuta consuetudine, nella preghiera e nella gioia di stare insieme. Alle 10, la Santa Messa è stata presieduta dal Vescovo monsignor Francesco Cavina, affiancato all’altare dal parroco don Gino Barbieri, e animata dai canti del coro di San Giacomo. A seguire il pranzo e nel pomeriggio, a Carpi, la visita della Cattedrale e del Palazzo vescovile con monsignor Cavina, visita da cui il gruppo di Creazzo è ritornato entusiasta a San Giacomo Roncole per concludere degnamente la giornata con la processione mariana e la cena. “Credo che l’immagine dello striscione sia davvero azzeccata – ha affermato Vincenzo Principessa, già presidente del Comitato Festa del patrono di Creazzo -. La situazione a San Giacomo si è, per così dire, normalizzata, ma la vicinanza non viene meno, anzi è qualcosa di così bello che mi commuove. Per questo preghiamo che la nostra amicizia, nata in un momento di bisogno e di sofferenza, possa durare nel tempo, nonostante la distanza e le difficoltà, finché il Signore ci darà la forza”. Momento di particolare commozione è stato, alla fine della messa di domenica 9 luglio, il messaggio rivolto al Vescovo Francesco da Luciano Galavotti, a nome del consiglio pastorale parrocchiale di San Giacomo Roncole. “Oggi come abbiamo fatto nei tre giorni del Triduo con i sacerdoti che si sono succeduti vogliamo ringraziare con un caloroso applauso chi è venuto a presiedere la celebrazione – ha affermato -. Oggi tanto più nella ricorrenza della Beata Vergine del Carmelo, che anticipiamo di una settimana, la Sua presenza dimostra quanto Lei tenga alla nostra comunità”. Una cura dimostrata in tante occasioni, ha sottolineato Galavotti, “dopo l’incontro che avemmo a seguito del sisma per la costruzione della nuova chiesa, poi l’avvento di suor Mairdes, poi la costruzione del monumento ai caduti del terremoto, che, con Papa Francesco, ci ha fatto vivere una giornata che rimarrà nella storia, e da ultimo sei mesi fa, quando a causa di un malore a don Gino, Lei venne personalmente a sostituirlo, oltretutto accompagnando un giovane sacerdote, don Alessandro, le cui qualità ci fanno dire: ci auguriamo che in futuro possa rimanere con noi sperando di meritarci questa grazia”. “Più le persone sono importanti o altolocate più è difficile avvicinarle – ha proseguito -. Mi ricordo la sorpresa di Vincenzo (Principessa, ndr) di Creazzo quando La incontrò per la prima volta e la invitò alla loro Festa del patrono. Lei prese dalla tasca il telefono, guardò l’agenda e subito rispose positivamente all’invito. Vincenzo, che è uomo di mondo, rimase esterrefatto della Sua semplicità. Eccellenza – così ha concluso Galavotti – sono solo alcune parole che vogliono dimostrare il nostro affetto nei Suoi confronti e ringraziarLa della Sua presenza e considerazione. Grazie!”. Un messaggio che, con altrettanta commozione, monsignor Cavina ha calorosamente ricambiato. “Le vostre parole – ha affermato – mi ripagano di tante sofferenze e fatiche in questi anni. Ho sempre saputo di trovare un grande affetto nella vostra comunità. Se ho trovato la forza per andare avanti nella ricostruzione e nel dare un volto nuovo a questa Chiesa è stato perché ho sentito di avere dietro le mie spalle un popolo, di cui voi fate parte, che mi sosteneva”. Profonda gratitudine ha inoltre manifestato il Vescovo alla comunità di Creazzo, di cui è stato ospite più volte alla Festa del patrono San Marco. “Il fatto che il vostro legame di amicizia continui dopo tanti anni è un segno grande – ha sottolineato -. Dimostra che, quando ci si vuole bene, le prove si riescono a superare, perché l’amore sa difendere le persone e stimola a ricercare il bene comune. La Chiesa è proprio questa. Continuiamo allora su questa strada!”. Poi, il ringraziamento al parroco don Gino Barbieri. “Il vostro patriarca – ha detto con tenerezza monsignor Cavina – va in pensione per l’età e soprattutto per le forze fi siche che non sono più quelle di una volta, ma continua a rimanere in mezzo a noi. Se non altro per alzare le mani e intercedere per voi tutti come una sorta di parafulmine presso Dio per questa comunità”.