All’interno del Duomo di Santa Maria Maggiore vi saranno due importanti novità frutto di due donazioni private:
- I poli liturgici
- Una scultura in terracotta denominata “L’Albero della Vita”
I poli liturgici sono stati realizzati e donati alla Parrocchia di Santa Maria Maggiore da Budri Spa di San Giacomo Roncole.
La loro progettazione è nata da un lavoro di gruppo fra don Luca Baraldi, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, don Flavio Segalina, parroco di Mirandola, don Mauro Pancera, direttore dell’Ufficio diocesano beni culturali, e l’architetto Federica Gozzi.
L’altare diventerà il nuovo punto focale della chiesa e avrà una nuova immagine, neutra, solida e monolitica, grazie alla composizione in forme elementari di lastre in marmo biancone, materiale di pregio trattato superficialmente con diverse finiture.
Sui quattro lati avremo nella parte inferiore una fascia bocciardata, che sfuma in maniera graduale in una fascia centrale dalla finitura sabbiata, che a sua volta sfuma in una superficie levigata lucida che si va poi a raccordare al piano della mensa anch’essa levigato lucido. L’effetto visivo creato sulle superfici verticali, nel passaggio da grezzo a liscio, rimanda metaforicamente al tema dell’ascesa dalla terra al cielo.
L’ambone e la sede, dalle forme geometriche semplici e materiali tra loro coordinati, in modo da rendere immediata la lettura dei nuovi inserimenti nel contesto storico, saranno composti da parti in legno massiccio colore noce, analoga essenza utilizzata per i nuovi banchi, e parti in marmo biancone con trattamenti superficiali bocciardato e levigato lucido.
In particolare le lastre di marmo saranno lavorate in verticale in modo tale da creare un fascio di luce centrale, particolarmente significativa nell’ambone dove richiama la resurrezione e la parola del Signore.
La scultura in terracotta, opera dell’artista Marcello Aversa, è intitolata “L’Albero della Vita” ed è stata donata dalla famiglia Reggiani in memoria di Albertino Reggiani.
La statua presenta più di 80.000 pezzi e rappresenta il presepe di Pasqua che testimonia la vittoria della vita sulla morte.
Come illustrato nel libretto che sarà distribuito dopo la Santa Messa di domenica 22 settembre, l’albero poggia su un teschio e lungo il tronco troviamo i vari tradimenti oltre che una descrizione dei vari momenti della vita di Cristo dall’Annunciazione alla Resurrezione di Lazzaro.
Nel braccio orizzontale è rappresentata l’ultima cena.
La sommità dell’albero rappresenta la Resurrezione.
Entrambe le donazioni, pur pensate e realizzate da persone completamente diverse e distanti tra di loro, sono state pensate per risaltare la vittoria della Vita sulla morte, di Cristo su Satana.
Questo è ciò che dovremmo sempre ricordarci quando restauriamo una chiesa: non siamo di fronte ad un involucro vuoto, ma ad un edificio sacro che ha le sue regole proprie e che parla soprattutto attraverso quello che noi inseriamo all’interno.
Il Rup
Ing. Marco Soglia