Promossa, per quanto riguarda l’Italia, dall’Associazione italiana Amici di Raoul Follereau (Aifo), la Giornata mondiale dei malati di lebbra (Gml) si celebra ininterrottamente dal 1954, come di consueto nell’ultima domenica di gennaio, per volontà di Raoul Follereau (1903-1977), che spese la sua vita per la lotta alla lebbra e ad ogni forma di emarginazione e di ingiustizia e per l’impegno a favore della pace. Il tema di quest’anno, nella 65ª ricorrenza della Giornata, è una presa di posizione forte ed una chiamata all’azione. Con la Campagna #maipiù Aifo invita a dire “mai più persone private della propria dignità”, “mai più indifferenza”, dunque “mai più alla lebbra e a tutte le lebbre nel mondo”. Ancora oggi infatti ogni due minuti una persona nel mondo è colpita dalla lebbra. E’ fondamentale agire con urgenza per evitare che la malattia progredisca e provochi danni irreparabili che portano alla disabilità. I più a rischio sono i bambini: purtroppo le statistiche ci dicono che negli ultimi anni il rallentamento dell’attenzione verso questa antica malattia porta a diagnosi tardive che si riflettono in primo luogo proprio su di loro, i più piccoli.
E’ una grande sfida, quella lasciata come missione da Raoul Follereau, ma Aifo non si è mai tirata indietro. E grazie al contributo di tantissimi donatori Aifo è riuscita ad aiutare nell’ultimo anno oltre 250.000 persone affette dalla lebbra, off rendo cure e riabilitazione socioeconomica. Ma la strada è ancora lunga. Aumentano i casi L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha pubblicato all’inizio di settembre 2017 i dati sulla situazione della lebbra nel mondo, aggiornati al 31 dicembre 2016. I dati provengono da 143 Paesi e sono da considerarsi incompleti perché, tra quelli che non hanno risposto, ve ne sono alcuni dove la lebbra è endemica. Dalle statistiche emerge che il numero di persone diagnosticate è aumentato rispetto all’anno precedente: circa 4.000 persone in più. Si noti l’aumento del numero delle persone colpite, in particolare nel Sud Est Asiatico, che si conferma come la regione con il più alto numero di nuovi casi (75,10 % del totale). La malattia risulta altamente concentrata, 14 paesi rappresentano da soli il 95% dei nuovi casi. In testa si confermano India (135.485), Brasile (25.218) e Indonesia (16.826). Per la seconda volta l’Oms registra anche i nuovi casi in Europa (32). Le cifre assolute non dicono tutto: in alcuni paesi con numeri relativamente inferiori, i nuovi casi rappresentano una percentuale molto elevata, rispetto alla popolazione totale. La percentuale di ragazzi e ragazze (minori di 15 anni) fra le persone colpite è ancora alta in vari Paesi endemici, indicando che la catena di trasmissione è molto attiva. Ogni 100 persone diagnosticate nel mondo, 9 hanno meno di 15 anni. Nel 2016, fra le persone diagnosticate, 18.230 erano ragazzi e ragazze (50 ogni giorno). Inoltre, anche la percentuale di persone diagnosticate con disabilità gravi e permanenti è molto alta, a causa del numero insufficiente e della scarsa qualità dei servizi di diagnosi e trattamento, che portano ad una diagnosi tardiva della malattia. Ogni anno nel nostro Paese sono diagnosticate da 6 a 9 persone con la malattia. Si tratta di italiani che hanno soggiornato all’estero in paesi con lebbra endemica e/o in migranti provenienti da tali paesi.
Volontari in tutta Italia…
Domenica 28 gennaio in tutta Italia migliaia di volontari si ritroveranno per offrire il “miele della solidarietà” e altri prodotti equosolidali. I fondi che saranno raccolti serviranno a sostenere le attività socio-sanitarie che Aifo porta avanti in quattordici nazioni nel mondo con numerosi progetti.
Da oltre cinquant’anni, infatti, l’Associazione è impegnata a prevenire la lebbra permettendo alle persone colpite di curarsi, di superare con un approccio multisettoriale le terribili disabilità che quasi sempre si accompagnano alla malattia, e di consentire a tutti gli ultimi della terra di ritrovare il loro posto nella società. I progetti si ispirano al principio denominato “Sviluppo inclusivo su base comunitaria” perché la salute, il benessere e la felicità non possono che essere trovati e condivisi all’interno delle comunità locali, dai villaggi ai quartieri delle città. Come diceva Raoul Follereau “nessuno può essere felice da solo”, perciò grazie ad Aifo milioni di persone hanno ricevuto cure sanitarie e ritrovato la dignità e il rispetto dei propri diritti fondamentali.
… e nella Diocesi di Carpi
Il Centro Missionario Diocesano sostiene da sempre Aifo e si impegna a promuovere le iniziative nella Giornata mondiale dei malati di lebbra.
Domenica 28 gennaio, in concomitanza con le messe, tornano dunque i tradizionali banchetti del “miele della solidarietà”, a cui si aggiungerà il cioccolato equosolidale Aifo, allestiti nelle parrocchie di San Giuseppe Artigiano, San Marino, Sant’Agata-Cibeno, San Bernardino Realino, Novi, Santa Croce, Gargallo, Rovereto, Gavello, San Martino Spino, Rolo (Agesci), Limidi, Panzano, Fossoli. Le parrocchie di Mirandola e Quartirolo hanno già svolto l’iniziativa domenica 21 gennaio.