Economia e centralità della persona

Dialogo aperto e grande sintonia nell’incontro sinodale con le associazioni datoriali della provincia di Modena alla presenza del vescovo Erio e dei rappresentanti della Pastorale sociale e del lavoro

Un incontro gradito, quello che si è svolto lo scorso 3 maggio. Di più: un momento intenso, in cui si è registrata una forte sintonia ed una grande voglia di continuare a confrontarsi, per rafforzare un’alleanza che sembra diventata vitale per il futuro della nostra economia. Si, perché di fronte alle sfide epocali che stiamo vivendo, dalla pandemia all’emergenza climatica, dall’intelligenza artificiale alla denatalità, è oramai a tutti chiaro che ne usciremo solo mettendo al centro una visione etica dell’economia, che parta dalla valorizzazione della persona in tutte le sue dimensioni.

Organizzato dai Centri di pastorale del lavoro delle due diocesi, l’incontro è stato chiesto dal Vescovo proprio in quell’ottica di del “Villaggio” raccomandato caldamente nel percorso verso il Sinodo, dove la Chiesa deve cercare occasioni di confronto con le realtà esterne alla comunità ecclesiale, per capire meglio, ed eventualmente aggiornare, il ruolo che può e deve avere. E, in questo senso, si è trattato di un incontro molto fruttuoso con le organizzazioni sociali che rappresentano le imprese di ogni categoria e forma. Il primo di altri eventi che si intendono programmare, in con le realtà espressione dei lavoratori.

Dicevamo di una grande sintonia. Effettivamente si è registrato un punto di incontro unanime sulle necessità di tipo etico, un campo decisamente non economico ma che oramai è ritenuto essenziale per lo sviluppo economico. Si tratta di una consapevolezza diffusa che era impensabile solo fino a trent’anni fa, quando a parlare di responsabilità sociale, di profitto legato allo sviluppo umano, di sostenibilità ambientale, c’era solo la chiesa e pochissime altre realtà globali, e quando la teoria economica mainstream riteneva l’etica un corpo estraneo alle dinamiche di mercato. I partecipanti, invece, hanno tutti sottolineato come aspetti valoriali siano essenziali anche per l’efficienza economica. Ognuno secondo la propria storia e sensibilità.

Se infatti Confagricoltura ha sottolineato l’importanza delle aziende agricole per la cura del Creato e la lotta al riscaldamento globale, Confesercenti ha messo in luce la centralità del ruolo delle piccolissime imprese per il rafforzamento della coesione comunitaria. Se Confcooperative, insieme a Legacoop, rappresenta aziende in cui concetti come la risposta a bisogni sociali e la relazione tra lavoratori e proprietà sono addirittura nello

statuto dell’impresa, anche Lapam e Cna sentono come il lavoro dignitoso e appagante sia una peculiarità fortemente voluta dalle imprese artigiane, dove si impone oggi anche il tema della fraternità. Il rappresentante di ConfApi ha espresso la straordinarietà delle sfide che ci stanno dinnanzi, interpretando il sentire di tutta l’assemblea sulla difficoltà a decifrare quanto sta accadendo, avendo però come possibile soluzione sempre la persona umana, unico vero “investimento” su cui vale la pena puntare. Un tema sottolineato da Confcommercio e da Confindustria, con la consapevolezza che siamo su un territorio che ha, e continua ad esprimere, valori umani e sociali di prima grandezza al mondo. Anche Giuseppe Molinari, presidente della Camera di Commercio, ha voluto rimarcare la centralità della formazione, non solo tecnica ma globale, in un’azienda che deve comprendere e interpretare sempre di più anche il proprio ruolo educativo all’interno della comunità. Come ha affermato mons. Castellucci, siamo in una fase storica in cui il binomio profitto-persona non è più visto come inconciliabile: oggi tutti siamo consapevoli che serve il profitto, quello giusto, e serve anche la persona, nella sua interezza, con le sue aspettative di realizzazione. Si sta aprendo una nuova stagione di collaborazione tra lavoro e impresa, dove il risultato economico viene valutato anche con parametri diversi, quali ad esempio il grado di felicità che sviluppa, la cura per la propria comunità e per l’ambiente. In tutto questo la Chiesa ha un ruolo prezioso e fondamentale grazie alla sua visione antropologica, riconosciuto da tutti: educare ad un nuovo umanesimo nell’economia, che supporti quella rivoluzione copernicana che ponga la persona prima del denaro, e non viceversa. A livello locale il percorso sembra molto difficoltoso, ma il primo passo è stato decisamente incoraggiante.

Nicola Marino
Pastorale sociale e del lavoro – Diocesi di Carpi


In ascolto del “Villaggio”

Presenti all’incontro per le diocesi di Modena-Nonantola e di Carpi monsignor Erio Castellucci, il vicario generale monsignor Giuliano Gazzetti e i delegati della Pastorale sociale e del lavoro Nicola Marino, Paolo Barani, Cinzia Nasi, Alessandro Monzani. Per le organizzazioni: Camera di Commercio Modena – Giuseppe Molinari Presidente; CNA Modena – Claudio MediciPresidente – Francesco Stagi Segretario – Paolo Vincenzi Vicepresidente; Confindustria Emilia – Giacomo Villano Direttore area Relazioni e Sviluppo Territorio; Legacoop Estense Paolo Barbieri Presidente; Confapi Emilia-Romagna – Alberto Cirelli Presidente; Confesercenti Modena – Marvi Rosselli Direttore generale – Daniele Cavazza Direttore area città Modena – Marco Poggi Responsabile sindacale provinciale; CONFAGRICOLTURA Modena – Stefano Gasperi funzionario; Confartigianato Modena – Reggio Emilia – Carlo Alberto Rossi segretario generale – Daniele Casolari Resp Area sindacale e comunicazione – Rita Cavalieri componente Giunta; Confcommercio Modena – Alberto Crepaldi segretario generale; Confcooperative Terre D’emilia – Paolo Caramaschi Presidente – Cristian Golinelli Segretario generale – Ireneo Maruccia – presidente settore Federsolidarietà