Editoriale del n. 10 del 17 marzo 2013

Il bene del Paese prima di tutto. Cattolici: è ora di farsi sentire

Compromessi virtuosi

di Luigi Lamma

 

“Il compromesso non è un delitto’, titolava l’editoriale del Corriere della Sera a firma del condirettore Luciano Fontana. Specialmente quando c’è in gioco il bene comune di un’intera nazione sull’orlo di una crisi economica e finanziaria senza precedenti. L’unica prospettiva accettabile per dare un governo autorevole al Paese è quella di una grande coalizione tra i partiti più responsabili che isoli di fatto il movimento dei grillini. Sono le stesse conclusioni che si prospettavano su queste colonne nell’editoriale all’indomani delle elezioni. E’ imbarazzante la rincorsa del segretario del Pd al consenso del movimento di Grillo ricevendone in cambio solo ingiurie e sfottò. Altrettanto equivoco è il tentativo di mediazione, nemmeno troppo segreto, portato avanti, a quanto riferisce la stampa, anche dal Governatore dell’Emilia Romagna Vasco Errani (se pensasse all’Emilia terremotata sarebbe più dignitoso, anche se, visti i risultati’). Una manovra che ha indispettito non pochi membri del Pd a cominciare da Matteo Renzi che ha accusato il segretario di ‘scilipotismo’ evocando comportamenti assai poco etici sul piano personale e politico.

Quali prospettive può avere una parvenza di accordo con un movimento che fa della protesta e dell’antieuropeismo la sua bandiera, che non prevede alcun meccanismo democratico al proprio interno ma è in balia delle esternazioni più o meno autoritarie del suo leader via web, che rifiuta il confronto con la stampa, che organizza marcette su Roma di sgradevole memoria? Morto un Chavez in Venezuela ne vogliamo creare uno in Italia? E’ comprensibile la frustrazione della sinistra, alla terza sconfitta su tre tentativi di un segretario politico indicato come premier (Occhetto, Veltroni e ora Bersani) ma questo non è il modo migliore per rialzare la testa o per arginare il pericolo grillino alle prossime amministrative. Certo anche sul versante del Pdl, come ricordava Fontana nel suo editoriale, è necessario che Silvio Berlusconi faccia un passo indietro per rendere possibile l’accordo con Pd e Scelta Civica. Le ultime vicende giudiziarie purtroppo non facilitano questa prospettiva.


In questa babele politica e istituzionale i cattolici sono ammutoliti, tanto da lasciare la scena ai grillini in qualità di fautori di un rinnovato slancio ideale dell’impegno politico. E’ l’effetto disastroso della dispersione che alla fine si traduce nell’insignificanza di una presenza. Dove sono finiti tavoli e forum, convegni e settimane sociali, documenti e appelli? Tutto svanito in un silenzio inspiegabile. Proprio quando più alta e nitida dovrebbe sentirsi la voce di coloro che hanno veramente a cuore le sorti di questo Paese, quei ‘liberi e forti’ che vivono l’impegno politico nella dimensione del servizio, che si trovano ora tra gli eletti in Parlamento, non tanto perché scelti dagli elettori, ma perché rappresentativi di mondi e realtà dell’associazionismo cattolico della società civile, tutti tacciono. C’è una frase di Martin Luther King che spesso citava don Oreste Benzi nell’intento di scuotere i credenti dal loro torpore di fronte alle ingiustizie del mondo e alle offese verso la vita umana e che ora viene alla mente per leggere questa fase politica: ‘Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti’. Forza amici, dite qualcosa di cristiano a questa politica.