Educare nel nome del… Padre – Notizie del 29 maggio 2022

Il Servizio interdiocesano oltre a seguire il centro di ascolto ha promosso una serie di incontri formativi per educatori e operatori pastorali
TUTELA MINORI
Il Servizio Interdiocesano per la Prevenzione, l’Ascolto e la Tutela dei minori e delle persone vulnerabili in collaborazione con i Servizi di Pastorale Giovanile ha promosso nei giorni scorsi un incontro dal titolo “Educare nel nome del… Padre”, rivolto ai responsabili, educatori e volontari, maggiorenni, coinvolti nelle esperienze pastorali estive delle diocesi di Modena- Nonantola e Carpi. A guidare il momento formativo, che si è svolto on line e in presenza presso la Città dei Ragazzi di Modena, sono state Elisa Cocchi, Elena Rocchi e Maria Elisa Santini, esperte e consulenti del Servizio interdiocesano, che si sono poste l’obiettivo di accompagnare i partecipanti verso una responsabilità educativa volta alla custodia e alla tutela dei minori tramite l’instaurarsi di relazioni positive e generative, accompagnate da codici di comportamento e condotta che pongono al centro la dignità e l’integrità della persona.
Prendersi cura dei piccoli e di se stessi
La missione educativa specie nelle proposte pastorali estive implica un “prendersi cura” dei bambini e dei ragazzi in tutto il loro essere (cognitivo, emotivo, culturale, spirituale, educativo), quindi a considerarli come persone in tutto il loro valore. E’ un atteggiamento che porta a rivedere come si esercita il “potere” nei servizi educativi, a unire l’agire con la conoscenza, a stare in rete, a porre attenzione allo stile di vita mettendo i bambini e le persone vulnerabili al centro. Come educatori si ha fra le mani “materiale prezioso” in quanto ogni bambino e ragazzo che arriva ha una sua storia ed è importante chiedersi quali sono le reazioni che si scatenano (paura? disgusto? dolore? colpa? impotenza? incredulità? negazione?). Occorre anche dirsi che è normale provarle ma si deve avere anche la capacità di fermarsi per non rimanerne intrappolati e compromettere così una meravigliosa missione educativa!
Il ruolo delle “sentinelle”
Nel corso dell’incontro ci si è soffermati sull’importanza del ruolo di responsabili e coordinatori dei servizi pastorali in quanto è vero che ci si rivolge a persone “strutturalmente fragili” perché in crescita e quindi vulnerabili ma allo stesso tempo è anche abitato da ragazzi in formazione, a volte essi stessi minorenni, che devono essere guidati e tutelati nello svolgere il loro ruolo educativo.
Ecco allora richiamata quella sensibilità da “sentinelle” attente capaci di riconoscere gli indizi di relazioni “non sane” e cogliere ogni segnale di rischio e/o allarme. Un dovere, quello di vigilare, da esercitare con stile positivo e propositivo ma accorto e prudente. Questo può avvenire in modo corretto ricordando che la relazione tra educatore e bambino/ragazzo è sempre asimmetrica e la fiducia con i ragazzi si costruisce in una relazione vera e autentica, in un dialogo che presuppone ascolto e rispetto dei tempi evolutivi ed emotivi. Come adulti si ha una grande responsabilità nei confronti dei più piccoli, che devono essere trattati con rispetto: nell’essere Altro da noi nella sua dignità e originalità, nel loro “diritto di sbagliare”, nella loro sofferenza, domande, cadute e accogliendoli amorevolmente per quello che sono dando loro dimostrazione che sono importanti per noi anche se chiediamo a loro delle prove.
Quale comunicazione nel team e con gli altri?
Altro tema cruciale riguarda la comunicazione: con quali modalità ci avvicina agli altri e permette loro di aprirsi? Responsabili, coordinatori, educatori come comunicano tra loro? Esiste una modalità “verbale” attraverso la delicatezza dei dialoghi che devono persuadere, accendere il confronto e responsabilizzare sulla autentica fiducia e una modalità “non verbale” che presta attenzione all’importanza del valore della fisicità e dei gesti fisici in relazione alla sensibilità del minore.
L’alleanza con la famiglia
Una dimensione fondamentale della responsabilità educativa è la condivisione tra educatori e genitori di un progetto comune, legato al patto educativo che mette al centro la persona, che è garante di uno sviluppo armonico e autentico nella sua unicità e che crea una comunità educante. Con tutte queste premesse l’Oratorio estivo diventa un nuovo mondo rispetto a quello familiare, un luogo di incontro di persone, di idee ed esperienze diverse che possono generare nuovi pensieri e legami… un luogo di vita che contribuire alla formazione della persona per aiutare i bambini e ragazzi a trovare il proprio orizzonte di senso, il proprio io, il proprio progetto di vita.
Le buone prassi educative
Le considerazioni sopra esposte aiutano a comprendere che per promuovere una cultura della prevenzione, della cura e protezione dei minori è fondamentale prestare attenzione alle dinamiche giocate all’interno dell’equipe educativa e i rischi che si possono incontrare camminando insieme come la autoreferenzialità, le gelosie, l’utilizzo di un linguaggio non idoneo, la fuga dalle responsabilità che minano l’entusiasmo e demotivano oltre che alla cura e attenzione degli spazi e luoghi educativi (sia reali) che virtuali che devono essere ben presidiati e mai improvvisati. E’ necessario assumere delle buone prassi educative, ricordando che non si è mai soli in questo viaggio ma si può fare affidamento sui genitori, lo staff e l’equipe del Servizio tutela minori per un qualsiasi confronto e condivisione di situazioni concrete che possono essere vissute con difficoltà.
A cura di Elisa Santini
e del Servizio Interdiocesano per la Prevenzione,
l’Ascolto e la Tutela dei minori e delle persone vulnerabili

Il Servizio Interdiocesano e l’impegno per la formazione
Dalla sua istituzione, giugno 2019, il Servizio Interdiocesano per la Prevenzione, l’Ascolto e la Tutela dei minori e delle persone vulnerabili ha sviluppato una serie di interventi formativi in collaborazione con alcuni servizi, uffici pastorali e associazioni con l’obiettivo di sensibilizzare, formare e informare gli operatori pastorali che a vari livelli possono interagire con minori e persone vulnerabili. In particolare sono stati effettuati incontri in presenza o on line in base alle possibilità del momento con:
• Insegnanti di Religione di Modena e Carpi (due incontri)
• Educatori e Responsabili Centri/Campi estivi Parrocchiali: “La bussola della relazione educativa” (annuale)
• Informazione/formazione Operatori Caritas: “Le relazioni al tempo degli abusi” e “Rischi nelle relazioni d’aiuto” (due incontri)
• Educatori Agesci Zona Pedemontana Modena: “Come San Giorgio contro il drago: con il cuore saldo e gioiosa fiducia incontriamo le sfide e le avversità educative: approfondimento su prevenzione, ascolto e tutela dei minori”.
• Informazione e formazione sacerdoti: “Le dinamiche dell’abuso di potere” e “La cura pastorale tra conversione comunitaria e buone prassi” (due incontri). A questo programma di formazione si aggiungono singoli interventi presso parrocchie e gruppi che hanno scelto di approfondire queste tematiche.
Sussidi
Ricordiamo che sulle pagine del Servizio Interdiocesano sui siti delle diocesi di Carpi e Modena-Nonantola sono disponibili documenti e sussidi. In particolare si segnala il sussidio “Buone prassi di tutela e prevenzione in parrocchia” che è stato oggetto di approfondimento nel recente incontro con i Sacerdoti e che contiene indicazioni utili per accrescere tra gli operatori parrocchiali sensibilità e vigilanza sulla prevenzione degli abusi.
Molto ricco di contenuti è anche il sito del Servizio Nazionale: tutelaminori.chiesacattolica.it