Il messaggio dei Vescovi Italiani
“Per tanti popoli il pane non è solo un cibo come tanti altri, ma elemento fondamentale, che spesso è base per una buona vita. Quando manca, invece, è la vita stessa ad essere a repentaglio e ci si trova esposti ad un’insicurezza che alimenta tensioni sociali e conflitti laceranti. Il pane diventa anche simbolo della vita stessa e delle sue relazioni fondamentali, che chiedono lode e responsabilità”. Si legge nel messaggio della Conferenza episcopale italiana (Cei), dal titolo “Dalla terra e dal lavoro: pane per la vita”, per la 69ª Giornata nazionale del ringraziamento che si celebrerà domenica 10 novembre e che sarà ospite quest’anno della Diocesi di Altamura- Gravina-Acquaviva delle Fonti. “Il profumo di pane evoca nella vita quotidiana un gusto di cose essenziali, saporite; per molti ricorda un contesto familiare di condivisione e di affetto, un legame alla terra madre – si legge nel messaggio -.
Non a caso, quando il Salmo 104 ringrazia il Creatore per i doni che vivificano l’essere umano ed il creato, è proprio nel pane che tale lode ha un punto culminante: ‘Tu fai crescere l’erba per il bestiame e le piante che l’uomo coltiva per trarre cibo dalla terra, vino che allieta il cuore dell’uomo, olio che fa brillare il suo volto, e pane che sostiene il suo cuore’ (Sal 104,14-15)”. “Nel pane si illumina, dunque – precisa la Cei -, la realtà benedetta con cui ha a che fare l’opera preziosa di chi lavora la terra. Scopriamo così che anche in tale ambito l’unico dono di vita del Creatore dà luogo ad una varietà di forme: tra le cose belle che esprimono la cultura di un territorio c’è la varietà dei campi e il mutare dei colori secondo le stagioni, oltre alla tipicità del modo di panificare. I nostri campi accolgono il dono a partire dal seme e dai campi di grano, per coltivarlo e trasformarlo con un lavoro che non è soltanto la risposta a una necessità umana, ma anche condivisione della cura del Creato”.
Lo sguardo del credente si posa, allora, sull’Eucaristia: “‘io sono il pane di vita’, dirà Gesù (Gv 6,35): una realtà così semplice ed umana giunge a comunicare il mistero della presenza divina”. “Nella preghiera cristiana del Padre nostro – sottolineano i vescovi – chiediamo a Dio di darci ‘il nostro pane quotidiano’: una richiesta che ciascuno non fa solo per sé, ma per tutti. Se si chiede il pane, lo si chiede per ogni uomo. Commentando questa frase papa Francesco ha affermato durante l’Udienza dello scorso 27 marzo: ‘Il pane che chiediamo al Signore nella preghiera è quello stesso che un giorno ci accuserà. Ci rimprovererà la poca abitudine a spezzarlo con chi ci è vicino, la poca abitudine a condividerlo. Era un pane regalato per l’umanità, e invece è stato mangiato solo da qualcuno. Il nostro amore non può sopportarlo; e neppure l’amore di Dio può sopportare questo egoismo di non condividere il pane’”. “Dunque – conclude la Cei -, il pane sia accolto in stili di vita senza spreco e senza avidità, capaci di gustarlo con gratitudine, nel segno del ringraziamento.
Nulla – neppure le forme della produzione industriale, inevitabilmente tecnologiche e con modi di produzione che talvolta modificano geneticamente le componenti di base – deve offuscare la realtà di un pane che nasce dalla terra e dall’amore di chi la lavora, per la buona vita di chi lo mangerà. Il pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo, diventi alimento di vita, di dignità e di solidarietà”.
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Dal sito della Santa Sede
Diffuso il Messaggio della Commissione episcopale italiana per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace in occasione della 69.esima Giornata nazionale del ringraziamento, il prossimo 10 novembre. Il tema è: “Dalla terra e dal lavoro: pane per la vita”
“Il pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo, diventi alimento di vita, di dignità e di solidarietà”. In un Messaggio per la 69.esima Giornata nazionale del ringraziamento, il prossimo 10 novembre, i vescovi italiani auspicano che “il pane sia accolto in stili di vita senza spreco e senza avidità, capaci di gustarlo con gratitudine, nel segno del ringraziamento, senza le distorsioni della sua realtà”. Il pane, infatti, “è fonte di vita, espressione di un dono nascosto che è ben più che solo pane, di una misericordia radicale, che tutto valorizza e trasforma”.
Pane di giustizia
Il pane, rimarcano i presuli, dovrebbe essere prodotto “ogni giorno rispettando la terra e i suoi frutti, valorizzandone la biodiversità e garantendo condizioni giuste ed equa remunerazione” per “chi la lavora”, evitando “le forme di caporalato, di lavoro nero o di corruzione”. Il pane, si legge nel Messaggio, “non può essere usato per vere e proprie guerre economiche, che i paesi economicamente forti conducono sul piano della filiera di commercializzazione, per imporre un certo tipo di produzione ai mercati più deboli”. Nulla, dunque, “neppure le forme della produzione industriale”, “deve offuscare la realtà di un pane che nasce dalla terra e dall’amore di chi la lavora, per la buona vita di chi lo mangerà”.
Germe di pace
La forza simbolica del pane si trasfigura nell’Eucaristia, aiutando a comprendere “la realtà di un pane che è fatto per essere spezzato e condiviso, nell’accoglienza reciproca”. Nella preghiera cristiana del Padre nostro, insistono i vescovi italiani, “chiediamo a Dio di darci ‘il nostro pane quotidiano’: una richiesta che ciascuno non fa solo per sé, ma per tutti. Se si chiede il pane, lo si chiede per ogni uomo”. “Per tanti popoli il pane non è solo un cibo come tanti altri, ma elemento fondamentale, che spesso è base per una buona vita – concludono – quando manca, invece, è la vita stessa ad essere a repentaglio e ci si trova esposti ad un’insicurezza che alimenta tensioni sociali e conflitti laceranti”.