Zona di Modena - Prevenzione, ascolto e tutela delle persone fragili e vulnerabili
Scoutismo passaggio sicuro
Lo scoutismo è un passaggio sicuro? E’ questo l’interrogativo che ha accompagnato i capi scout della Zona di Modena, domenica 13 novembre presso la Cittadella, in una giornata di formazione trascorsa insieme all’equipe del Servizio interdiocesano per la prevenzione, l’ascolto e la tutela dei minori.
Il corto della Pixar Lost and Found ci ha catapultato direttamente sul campo di gioco, quello in cui ci troviamo quotidianamente con i ragazzi. Ci siamo accorti di quanto sia facile arrivare a conclusioni affrettate, se si agisce di impulso e superficialmente non riuscendo a guardare oltre, rispetto a quello che vediamo. Baden Powell diceva: “Quando guardate, guardate lontano, e anche quando credete di star guardando lontano, guardate ancor più lontano!”. È stato molto interessante ascoltare le relatrici Elena Rocchi, Elisa Cocchi ed Elisa Santini che ci hanno accompagnato in questo percorso stimolati anche dall’intervento, in collegamento, della dott.ssa Marta Lazzari, capo scout di Roma e coordinatrice della commissione nazionale Agesci sul tema. Abbiamo preso consapevolezza che c’è benessere in una comunità quando il benessere è di tutti e di ciascuno. Dall’ascolto degli interventi e dalle nostre riflessioni, abbiamo identificato alcuni nemici delle relazioni sane, dai quali vogliamo metterci in guardia, in particolare la superficialità e la pigrizia del “si è fatto sempre così”. La nostra associazione nel Consiglio generale nel 2021, ha prodotto un documento intitolato Relazioni etiche sane e di cura che ci mostra quanto sia importante rimboccarsi le maniche per lavorare su noi stessi e sulle nostre comunità. E’ stato molto bello ricevere stimoli su come costruire relazioni positive. Dal confronto dei lavori di gruppo sono emerse alcune parole che ci vogliamo portare con noi nel nostro servizio di educatori, parole che conoscevamo, ma di cui abbiamo riscoperto il valore e l’importanza. Dialogo. E’ come una rampa di lancio per superare gli ostacoli e strumento per affrontare le proprie difficoltà, e la problematicità delle situazioni. Attenzione. Intesa come cura e cautela per incontrare il mistero dell’altro. Attenzione che non rimane una osservazione personale ma che sfocia in una condivisione fra gli educatori in un clima di corresponsabilità. Pace. Da fare fra i ragazzi e fra gli educatori. Fare la pace che aiuta a ricucire gli strappi e crea uno spazio per camminare insieme. Intenzionalità. Domandarci il perché delle cose che facciamo, domandarci quali sono gli obiettivi educativi di un gioco o di una attività e ancora domandarci il perché delle situazioni. Intenzionalità che ci porta ad avere lo sguardo su tutti i ragazzi e su come reagiscono o a quello che possono sentire e provare a seguito di una nostra proposta o azione. E’ una parola che ci serve soprattutto in sede di programmazione. Empatia. Parola che direttamente sul campo di gioco, durante le attività, ci aiuta a percepire come si sentono i ragazzi. Ci permette di capire le loro reazioni e di aiutarli a gestire le loro difficoltà o a gestire un insuccesso o un fallimento o uno stato di malessere senza che esso passi nell’indifferenza. Relazione. Intesa come legame che si instaura fra i ragazzi e i capi e ci permette di creare rapporti di fiducia reciproci che consentono di non interrompere la possibilità di dialogo e di confronto. Confronto. Per evitare che i problemi rimangano nascosti, e, per questo non affrontati. Confronto per trovare le soluzioni migliori. Confronto per avere maggior consapevolezza del proprio ruolo educativo.
Infine abbiamo scelto di sottolineare anche l’importanza di alcuni verbi: Accompagnare. Cioè camminare a fianco di tutti ragazzi ed essere delle vere e proprie sentinelle portatrici di benessere. Vedere. E’ qualcosa in più di guardare. Un vedere al di là del comportamento, al di là del luogo in cui ci si trova e cercare di stabilire alleanze educative con i genitori e gli altri ambiti in cui vivono i ragazzi.
Spesso ci piace dire che vogliamo lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato. Anche se è complesso e costa fatica ci vogliamo impegnare a ritrovare tutto ciò che era perduto, soprattutto quando si tratta della felicità dei nostri ragazzi e a cercare di fare del nostro meglio per essere come la cassa di Lost and Found nella quale trovano spazio tutti gli oggetti perduti proprio per essere ritrovati.
Gli Scout della Zona di Modena
I contenuti della giornata a cura dell’Equipe formativa del Sipatm
L’equipe del Servizio Interdiocesano per la prevenzione, l’ascolto e la tutela dei minori (Sipatm) sta portando avanti un programma di formazione sui temi della prevenzione e la tutela delle persone fragili e vulnerabili rivolto ad educatori, insegnanti e operatori pastorali. Nell’articolo a fianco i Responsabili dell’Agesci della Zona di Modena riferiscono della recente giornata formativa che ha visto i Capi coinvolti sul tema:
“Come San Giorgio contro il drago: con il cuore saldo e gioiosa fiducia incontriamo le avversità educative. Approfondimento su prevenzione, ascolto e tutela minori”. A guidare l’incontro le consulenti dell’Equipe del Servizio Interdiocesano: Elena Rocchi, pedagogista, vicedirettrice del Servizio di Pastorale Giovanile, consacrata nell’Ordo Virginum della Diocesi di Modena-Nonantola, Elisa Cocchi, psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva, coordinatrice clinica del Centro di Consulenza per la Famiglia ed Elisa Santini, pedagogista, addetta all’ascolto delle richieste del SIPATM, coordinatrice formativa del Centro di Consulenza per la Famiglia.
Nella prima parte Elena Rocchi ha presentato il Servizio Interdiocesano e ha introdotto il tema dal punto di vista ecclesiale e pastorale attingendo all’autorevole magistero di Papa Francesco e ai documenti del Servizio Nazionale. A partire dal magistero del Santo Padre, la Dottoressa Elena Rocchi, ha fatto risuonare la chiamata a rinnovare “un nuovo patto educativo globale” capace di far fronte alle molteplici fratture e sfide formative che emergono nel contesto contemporaneo.
Marta Lazzari, psicoterapeuta, capo scout di Roma e coordinatrice nella commissione nazionale Agesci sul tema, ha presentato il documento “Relazioni etiche, sane, di cura Documento della Commissione CG-05/2021”, rendendo vivo e attuale il tema della cura educativa all’interno del metodo e dello stile scout. In particolare ha sottolineato parola chiave nella pratica educativa come: infondere autostima nei ragazzi, avere cura nel reclutamento dei capi, educare alla carità cristiana, promuovere benessere nelle relazioni, accorgersi, ascoltare, conoscere le dinamiche dei ragazzi. Fare dello scoutismo un “Passaggio Sicuro” (cfr. Risoluzione 7/02 della Conferenza mondiale dello scautismo, Salonicco 2002)
Nella seconda parte Elisa Cocchi ha approfondito le caratteristiche della relazione di potere e le dinamiche che s’instaurano tra vittima e abusatore alla luce dei bisogni psico-evolutivi dei bambini e degli adolescenti. L’intervento ha permesso di immergersi nelle definizioni teoriche e nella profondità delle esperienze traumatiche facendo risuonare gli stati emotivi, i meccanismi di difesa e le risorse che i capi possono mettere in campo per leggere i bisogni evolutivi ed accompagnare con consapevolezza i processi educativi e di crescita dei ragazzi.
Nell’ultima parte Elisa Santini ha consegnato orientamenti e linee guida per crescere nella consapevolezza della missione educativa affidata ai capi nell’ambito della prevenzione. Approfondendo lo stile della relazione educativa, sono stati forniti alcuni criteri fondamentali a sostegno dell’esperienza dei capi scout per “abitare” la complessità del metodo educativo e tessere alleanze costruttive con i ragazzi, la comunità capi e le famiglie.
Gli interventi hanno approfondito riflessioni che, senza la pretesa di essere esaustive, hanno permesso di sostare in punta di piedi tra le pieghe e le piaghe provocate dagli abusi sui minori che si perpetuano nelle culture e nelle società del mondo intero, anche nelle realtà educative.
Il Santo Padre ci ricorda che “E’ necessario che ciascun battezzato si senta coinvolto nella trasformazione ecclesiale e sociale di cui tanto abbiamo bisogno. L’unico modo che abbiamo per rispondere a questo male è viverlo come un compito che ci coinvolge e ci riguarda tutti come Popolo di Dio”. (Lettera del Santo Padre Francesco al popolo di Dio, Vaticano, 20 agosto 2018).
La Chiesa ci invita ad aprirci ad una lettura sistemica e ci chiede di considerare qualsiasi disagio di un membro come espressione del disagio di tutto il corpo. Siamo chiamati dunque a volgere e spostare il nostro sguardo per far crescere la coscienza comunitaria ed affrontare il problema con responsabilità, in comunione e in sinodalità.
Gli interventi hanno approfondito riflessioni che, senza la pretesa di essere esaustive, hanno permesso di sostare in punta di piedi tra le pieghe e le piaghe provocate dagli abusi sui minori che si perpetuano nelle culture e nelle società del mondo intero, anche nelle realtà educative. L’Assistente Ecclesiastico don Federico Ottani, i Responsabili di Zona Claudia Canepone e Simone Rampelli e tutti i capi della Zona di Modena, si sono accostati a queste tematiche con sensibilità e passione. Hanno animato, organizzato e partecipato in modo attivo alla giornata, donando i loro vissuti e mettendosi in gioco. Un grazie sentito a ciascuno per la presenza, la cura e il contributo portato alla giornata. Che questo sia l’avvio di un nuovo cammino da costruire insieme.