Giornata mondiale del malato

In Diocesi si celebrerà domenica 11 febbraio alle 16, in Cattedrale

Come ormai di consueto, è la sottosezione Unitalsi di Carpi ad organizzare la celebrazione a livello diocesano della Giornata mondiale del malato, insieme all’Ufficio diocesano per la pastorale della salute e in collaborazione con l’Avo e le associazioni di volontariato sociosanitario.
L’appuntamento è per domenica 11 febbraio alle 16, in Cattedrale, dove il Vescovo monsignor Francesco Cavina presiederà la Santa Messa. A seguire, in Sala Duomo, un momento di festa insieme.
 
Il messaggio di Papa Francesco
Storia bimillenaria di assistenza
Il tema della XXVI Giornata mondiale del malato è racchiuso nelle parole che Gesù, innalzato sulla croce, rivolge a sua madre Maria e a Giovanni: “Ecco tuo figlio … Ecco tua madre. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé”. “Queste parole del Signore – spiega Papa Francesco nel messaggio per la Giornata 2018 – illuminano profondamente il mistero della Croce. Essa non rappresenta una tragedia senza speranza, ma il luogo in cui Gesù mostra la sua gloria, e lascia le sue estreme volontà d’amore, che diventano regole costitutive della comunità cristiana e della vita di ogni discepolo”. “Il dolore indicibile della croce trafigge l’anima di Maria – sottolinea il Pontefice – ma non la paralizza. Al contrario, come Madre del Signore inizia per lei un nuovo cammino di donazione. Sulla croce Gesù si preoccupa della Chiesa e dell’umanità intera, e Maria è chiamata a condividere questa stessa preoccupazione. Gli Atti degli Apostoli, descrivendo la grande effusione dello Spirito Santo a Pentecoste, ci mostrano che Maria ha iniziato a svolgere il suo compito nella prima comunità della Chiesa. Un compito che non ha mai fine”. Per il Papa “questa vocazione materna della Chiesa” verso le persone bisognose e i malati si è “concretizzata, nella sua storia bimillenaria, in una ricchissima serie di iniziative a favore dei malati. Tale storia di dedizione non va dimenticata. Essa continua ancora oggi, in tutto il mondo”. “La Chiesa lavora per offrire alla gente quanto più è possibile per la cura della salute”, tiene a precisare Francesco, è “quell’ospedale da campo” “accogliente per tutti quanti sono feriti dalla vita”. “L’intelligenza organizzativa e la carità – continua il Papa – esigono che la persona del malato venga rispettata nella sua dignità e mantenuta sempre al centro del processo di cura. Questi orientamenti devono essere propri anche dei cristiani che operano nelle strutture pubbliche e che con il loro servizio sono chiamati a dare buona testimonianza del Vangelo”. “Le cure che sono prestate in famiglia – aggiunge Francesco – sono una testimonianza straordinaria di amore per la persona umana e vanno sostenute con adeguato riconoscimento e con politiche adeguate. Pertanto, medici e infermieri, sacerdoti, consacrati e volontari, familiari e tutti coloro che si impegnano nella cura dei malati, partecipano a questa missione ecclesiale. E’ una responsabilità condivisa che arricchisce il valore del servizio quotidiano di ciascuno”.