Giornata mondiale della pace

L’omelia del Vescovo monsignor Cavina

 Il 1 gennaio, solennità di Maria Madre di Dio e 49ª Giornata mondiale della pace, il Vescovo ha presieduto la Santa Messa nella chiesa del Corpus Domini a Carpi. La liturgia è stata animata, come ormai di consueto, dalla Consulta diocesana delle aggregazioni laicali. In collaborazione con la Pastorale giovanile, sono stati esposti i simboli della Giornata mondiale della gioventù, le copie della Madonna di Loreto e del Crocifisso di San Damiano, in visita alla Diocesi di Carpi. Questo, di seguito, il testo dell’omelia pronunciata dal Vescovo durante la celebrazione.
 
Cominciamo un nuovo anno con una festa dedicata alla Madonna. Non esiste modo migliore di iniziare l’anno che stare vicino alla Vergine.
            Molte volte abbiamo contemplato la Madonna con il Bambino fra le braccia, poiché la tradizione cristiana ha rappresentato in tantissimi modi la solennità che oggi celebriamo: la divina maternità della Vergine Maria. La parola di Dio ci parla di Lei come “la benedetta”, “la piena di grazia”, colei che “tutte le generazioni chiameranno beata”, colei che fu “per grazia di Dio esaltata, dopo il Figlio, sopra tutti gli angeli e gli uomini”.
            Nella prima lettura della Messa abbiamo sentito proclamare queste parole: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge…”. Gesù non appare sulla terra all’improvviso, come piovuto dal cielo, ma si fece realmente uomo, come noi, assumendo la nostra natura umana nel grembo purissimo della Vergine Maria. In tal modo la Vergine è Madre della seconda persona della Santissima Trinità. E pertanto possiamo dire che è Madre di Dio, così come preghiamo nell’Ave Maria: Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi.
            Ma Maria è anche Madre nostra nell’ordine della grazia. Gesù ci ha affidato Maria come Madre; quando stava morendo sulla croce disse alla Madre: Donna ecco tuo figlio e a Giovanni Ecco tua madre. E Giovanni accoglie con affetto e premura nella sua casa e nella sua vita Maria. E’ un invito per ciascuno di noi ad accogliere la Vergine nella nostra vita, ad invocarla, a chiedere che si manifesti nostra Madre. Donandoci sua Madre per Madre nostra, Cristo manifesta l’amore che ha per noi. Nell’accettare l’apostolo Giovanni come figlio suo, la Vergine mostra il suo amore di Madre verso tutti gli uomini.
            La Vergine svolge la sua missione di Madre degli uomini intercedendo continuamente per noi presso il suo Figlio. La Chiesa attribuisce a Maria i titoli di “Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice e Mediatrice”, perché Lei con amore materno ci consola nelle prove della vita, ravviva la nostra fede, fortifica la nostra speranza, vince i nostri timori, ci incoraggia quando siamo stanchi o demotivati nel nostro cammino di vita, dona forza nelle difficoltà.
            La Giornata Mondiale della Pace ha il titolo “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”. In questo documento il Papa invita tutti a impegnarsi “fermamente e fiduciosamente” a realizzare la giustizia e a operare per la pace. La quale è dono di Dio, ma anche opera dell’uomo. L’uomo opera per la pace quando vince l’indifferenza, che si esprime nel chiudere gli occhi ed il cuore davanti alle necessità degli altri. Il Pontefice ricorda alcune forme di indifferenza.
            La prima forma di indifferenza nella società è quella verso Dio. L’uomo si pensa non come dono, ma come autore di se stesso, della propria vita e della società, per cui mira a sostituirsi a Dio. Di conseguenza pensa di non dovere niente a nessuno, eccetto che a se stesso, e pretende di avere solo diritti.
            L’indifferenza si manifesta non solo nei confronti di Dio, ma anche dei fratelli, e si esprime nella mancanza di attenzione verso la realtà vicina e lontana. Per cui si diventa incapaci di provare compassione per gli altri, per i loro drammi, non ci interessa curarci di loro.
            C’è una forma di indifferenza che si esprime anche nei confronti della natura, dell’ambiente naturale, degli animali.
            L’indifferenza si vince solo con il ritorno a Dio perché la negazione o la dimenticanza di Dio “inducono l’uomo a non riconoscere più alcuna norma al di sopra di sé e a prendere come norma soltanto se stesso”. Si cade nel relativismo e così diventa difficile per l’uomo agire secondo giustizia e impegnarsi per la pace.
            Chiediamo alla Vergine Maria che benedica e sostenga il nostro impegno quotidiano per un mondo più fraterno e solidale.
 
+ Francesco Cavina, Vescovo