Buona la prima per la messa con i 5 sensi
Una bellissima esperienza, un incontro gioioso con la Parola di Dio e con l’Eucarestia dove tutti sono stati accolti e accompagnati nella partecipazione: è quanto
accaduto nella chiesa di San Giuseppe Artigiano a Carpi, sabato 30 aprile in occasione della celebrazione eucaristica “con i 5 sensi”. Gruppi o singole famiglie in tanti sono stati invitati e hanno risposto un po’ per curiosità e un po’ per vivere un momento di comunione insieme alla comunità di cui si sentiva la necessità.
Tanti segni introdotti, gli strumenti e le tecniche utilizzate, ci sarà da perfezionare qualcosa ma intanto una strada è stata aperta grazie all’impegno del settore disabilità dell’Ufficio catechistico.
Vedi il servizio a cura di Daniele Losi
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Articolo del 27 aprile
I 5 sensi per la liturgia
Sabato 30 aprile in San Giuseppe si utilizzeranno i cinque sensi per l’animazione della liturgia per coinvolgere le persone con diverse disabilità
É possibile introdurre nelle nostre celebrazioni liturgiche modalità e strumenti capaci di utilizzare diversi canali comunicativi in modo da essere accessibili a tutti, anche a coloro che non utilizzano il tradizionale linguaggio verbale? La sfida è stata raccolta dai membri del settore disabilità dell’Ufficio Catechistico Diocesano che si sono impegnati ad animare in modo speciale la messa prefestiva di sabato 30 aprile alle ore 19 nella chiesa di San Giuseppe Artigiano a Carpi, valorizzando tutti i “5 sensi”.
Lo stimolo per questa sperimentazione prende l’avvio dall’incontro che si è svolto nel gennaio scorso che ha visto come relatore Roberto Franchini, pedagogista, (Notizie n. 5 del 13 febbraio 2022, ndr) sul tema: “La qualità e la cura della vita spirituale delle persone con disabilità”. Un’occasione per capire come rendere maggiormente esperienziale la vita di fede, per poter far sì che la chiesa possa essere sempre più accogliente verso tutte le persone, comprese le più fragili e con disabilità. Da qui l’idea di utilizzare i 5 sensi, che da sempre fanno parte dell’esperienza cristiana perché già San Tommaso diceva che “nulla può essere nell’intelletto se prima non è stato nei sensi”. Quindi anche la nostra fede in Dio deve passare attraverso l’esperienza della realtà, deve essere radicata nel nostro accostamento alle persone e alle cose mediante i sensi. Tutti sappiamo che quanti più sono i sensi coinvolti, tanto più è intensa l’esperienza. Oltre al consueto canale della vista, i sensi dell’udito, dell’olfatto, del gusto e del tatto, servono per imprimere a fondo nella memoria delle persone l’esperienza vissuta.
Nelle nostre azioni liturgiche sono certamente presenti parole e concetti, ma in esse devono entrare anche tutte le manifestazioni della corporeità. Vedere un gesto rituale, essere toccati da una mano benedicente, ascoltare la Parola di Dio, percepire l’odore di incenso, gustare il Pane eucaristico, sono modi per metterci in sintonia con il significato spirituale di ciò che celebriamo.
Spesso sottovalutiamo queste percezioni sensoriali: ci sembra quasi che i segni liturgici che cogliamo con i sensi siano solo dei supporti arbitrari e materiali della grazia dei Sacramenti celebrati. Così rischiamo di dimenticare che i Sacramenti donano la grazia anche mediante la loro efficacia simbolica.
Trascurando i cinque sensi, la liturgia ha perso e perde di realismo e di efficacia. Nella celebrazione eucaristica che sarà animata dall’Ufficio Catechistico e dal gruppo Isola con la comunità di San Giuseppe Artigiano si punterà a dare valore ai sensi ad esempio alla vista, attraverso l’uso di un grande schermo che servirà per proiettare i testi delle letture e dei canti, anche utilizzando la Comunicazione Aumentativa Alternativa.
Nei diversi angoli della chiesa saranno collocati dei cartelli in Comunicazione Aumentativa Alternativa per aiutare le persone con disabilità intellettiva a comprendere il senso delle cose che vedono. Per l’udito sarà presente la traduzione nella lingua dei segni, inoltre le musiche saranno realizzate con più strumenti musicali ed i canti saranno animati attraverso la gestualità. Parola, musica e silenzio rendono il senso dell’udito centrale nelle celebrazioni cristiane. La percezione olfattiva invece si realizza attraverso odori tipici della chiesa che in tutti noi risvegliano ricordi antichi, come per esempio l’odore dei fi ori, della cera delle candele e dell’incenso. Il tatto è legato all’esperienza corporea, al fatto di vivere la celebrazione utilizzando anche il proprio corpo. Per questo in chiesa verrà realizzato uno spazio morbido, nel quale le persone potranno sistemarsi in modo differente dal banco tradizionale, sarà possibile sedersi per terra o sdraiarsi. Il Vangelo sarà animato dal gruppo “L’isola che non c’è” ed in tutta la celebrazione saranno presenti gesti e movimento. Infine il gusto si realizza nell’incontro con il corpo del Signore.
L’obiettivo di quest’esperienza di liturgia inclusiva è quello di sensibilizzare le comunità parrocchiali ad aprire un confronto ed una riflessione sul modo in cui si svolge la liturgia e sulla possibilità di utilizzare maggiormente i 5 sensi per far sentire le persone che partecipano più coinvolte e per fare in modo che la messa diventi espressione di tutta la comunità, anche dei più piccoli, degli adolescenti e dei più fragili. La chiesa si sta sempre di più interrogando su come rendere la persona con disabilità protagonista all’interno delle comunità cristiane, per far sì che le persone siano accolte e possano partecipare alla vita cristiana in senso pieno, apportando anche il loro prezioso contributo.