Il clima che si respirava lo scorso 18 maggio al Teatro comunale di Carpi era di gioia. L’appuntamento è di quelli sempre attesi, il “Premio Mamma Nina – Amore oltre le Barriere”, giunto alla sua X edizione. La prima parte della serata è stata dedicata alla “Musica in festa”, con l’esibizione dell’Orchestra di fiati dell’istituto superiore di studi musicali Vecchi-Tonelli, Corale Juvenilia, Coro Pueri Cantores, Coro Girasole, Coro Gospel Soul, Associazione A&A Music. Giovani artisti che hanno emozionato e raccolti tanti applausi dal pubblico. “Nell’uomo c’è bisogno di felicità – ha commentato dal palco il Vescovo di Carpi monsignor Francesco Cavina – e i canti di questi ragazzi ne sono l’espressione più viva e autentica. Il desiderio di felicità è segno dell’uomo che non ha perso la speranza. Esistono tante belle realtà nella Diocesi: dobbiamo iniziare a dare una lettura del reale partendo dal bene. Questi ragazzi stasera ci hanno ‘gridato’ la loro voglia di vivere nella bellezza”. Parole condivise dal sindaco, Alberto Bellelli: “Momenti come questi consolidano ancora di più un concetto che ci appartiene: quello di identità di una comunità. Abbiamo vissuto il dramma del sisma nel 2012, e ancora prima, durante la seconda Guerra mondiale, il dramma del Campo di concentramento di Fossoli. Proprio lì è nata la nostra identità e la cultura dello stare insieme per condividere obiettivi. Questa è autentica coesione sociale”. Il Premio Mamma Nina Parimenti emozionante è stata la seconda parte della serata, con la consegna del Premio Mamma Nina, consistente in un contributo in denaro e in una formella originale realizzata dall’artista Filippo Carnazza, in scagliola. “Dieci anni fa – ha spiegato Adamo Neri, presidente del Comitato Festa del patrono – abbiamo deciso di istituire questo momento forte di solidarietà, per ricordarci dei meno fortunati”. A livello locale è stato premiato il gruppo “Isola che non c’è” della parrocchia di San Giuseppe Artigiano per l’impegno a favore dell’integrazione delle persone con disabilità. Un riconoscimento che abbraccia ventisette anni di attività sempre al fi anco delle persone con fragilità, non solo destinatarie ma protagoniste dell’annuncio del Vangelo. “Il nostro grazie – hanno commentato Antonietta Caruso e Luciano e Liviana Ferrari, fondatori, insieme all’indimenticato don Lino Galavotti del gruppo dell’Isola che non c’è – va ai volontari ma soprattutto ai ragazzi stessi: è grazie a loro che noi esistiamo”. Un ringraziamento ai ragazzi è stato espresso anche da don Luca Baraldi, parroco di San Giuseppe: “Cantano sempre ‘Mattone su mattone viene su una grande casa’: grazie a loro la nostra Chiesa è davvero più grande”. A livello nazionale il Premio 2017 è stato assegnato a don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, per la sua lotta contro l’emergenza ambientale nella “Terra dei fuochi”. Dopo aver incontrato, nel pomeriggio all’Eden i giovani, don Patriciello ha ricevuto il Premio Mamma Nina e ha raccontato alle tante persone presenti in Teatro la sua esperienza. Il “prete antimafia”, come lo ha definito Pierluigi Senatore, conduttore della serata, ha dedicato il premio alle “sue” mamme che hanno perduto i loro bambini a causa delle malattie provocate dall’inquinamento. “La dignità non deriva dal casato – ha concluso don Patriciello – ma è insita nel Dna dell’essere umano. Questo è l’insegnamento che ci sta dando Papa Francesco. Io opto per le giornate non tanto della ‘legalità’ ma della ‘normalità’. Straordinaria quotidianità”.