Il saluto del Vescovo Francesco Cavina nella concelebrazione in Cattedrale

La Madre ci ha preceduti con il suo abbraccio

         Eccellenza reverendissima e carissima, grazie per avere accettato di presiedere – dopo avere partecipato al Consiglio dei Ministri dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa che si è tenuto a Milano – alla solenne celebrazione eucaristica che ha riportato la statua della Madonna Assunta, nella sua casa, la cattedrale della diocesi di Carpi.
        Fin dai primi secoli dell’era cristiana il popolo carpigiano ha avuto come riferimento della propria fede la Vergine Maria. Tuttavia, da quando il Principe Alberto III Pio fece giungere a Carpi, da Parigi, nei primi anni del 1500, una statua lignea di rara bellezza, la Vergine Maria è divenuta una presenza palpabile per le generazioni che si sono susseguite nei secoli. Fino ai nostri giorni! Un gruppo di bambini, dopo avere pregato davanti alla statua, ha testimoniato: La Madonna ci ha lasciato una sensazione strana, come se fosse ancora tra noi.
         La Vergine stessa si è fatta solidale, per così dire, con il suo popolo nel periodo buio del terribile terremoto che ha sconvolto la diocesi di Carpi, nel maggio 2012, per insegnarci che cosa significa risorgere dalle macerie e mostrarci la via della vita. Le vicende, che hanno visto coinvolta la statua dell’Assunta, ci hanno portato a riconoscere che anche negli eventi dolorosi e tristi della vita personale e della storia dell’umanità sono nascosti risvolti positivi inaspettati, che portano a modificare il proprio punto di vista e ad attivare energie sconosciute.
        Il terremoto, infatti, ci ha fatto riscoprire una modalità nuova della presenza della Vergine perché ha riportato alla luce una bellezza antica – rimasta presente nel cuore del popolo di Carpi come nostalgia – ma oramai divenuta invisibile alla vista a causa del corpo ligneo della statua intaccato dai tarli ed il suo splendore offuscato dall’usura dei secoli, da interventi di mani non sempre esperte e dalle conseguenze del sisma.
         Grande è stata la gioia quando la statua dell’Assunta, dopo tre anni e mezzo, è uscita dal velo del tempo e, abbandonate le sovrapposizioni secolari, è apparsa come era all’origine: la donna vestita di sole che squarcia le tenebre di un mondo freddo e violento – perché incapace di amare – e illumina il nostro cammino dello splendore divino.
        Questo “miracolo” è stato reso possibile dalla generosità dei club di servizio della Città: Lions Club Carpi Host, Lions Club Alberto Pio e Rotary Club Carpi e dalla perizia dei tecnici della ditta “Alchimia” di Cavezzo, sotto lo sguardo vigile ed il consiglio della dottoressa Maria Grazia Gattari, funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Bologna. A tutti il sentito ringraziamento e la gratitudine della Città e della Diocesi.
         La nuova vita della statua costituisce un richiamo per tutti noi a ritrovare la fede limpida e forte di un tempo, che ha saputo ispirare tanta bellezza. Inoltre, il recupero della sua forma originaria ci sollecita a ripulire la nostra anima della polvere dell’abitudine, a combattere i tarli che hanno indebolito la nostra vita cristiana, a liberarci dalle toppe di stucco con cui abbiamo creduto di curare le ferite esistenziali e a liberarci della vernice dell’ipocrisia perché, come ha lasciato scritto un visitatore: Dietro a tanta bruttezza, l’oro risplendeva. Simbolo della nostra vita, che può risplendere con Maria.
        Contemplando, ora, il volto dell’Assunta, guardandola negli occhi, osservando le sue mani e ammirando le sue vesti viene spontaneo il desiderio di abbracciarla, ma poi si percepisce che in realtà Lei ci ha già preceduti nell’abbraccio e nella carezza perché sa il nostro bisogno di essere amati, in quanto è sì la Madre di Dio, ma è anche nostra madre. Forse, è proprio questa consapevolezza che ha portato una bambina a scrivere: Il suo sguardo mi ha trasmesso serenità e pace; e una donna: Il tuo sguardo cattura, il tuo sguardo indica la via, il tuo sguardo intercede.
        Eccellenza carissima, la Sua presenza in mezzo a noi, ci onora e costituisce un ulteriore segno, dopo la visita pastorale, lo scorso anno, del Santo Padre e del Cardinale Segretario di Stato, della grande vicinanza e attenzione della Santa Sede alla popolazione della nostra Terra che è stata gravemente ferita, ma con tenacia e forza ha saputo reagire, lottare e, sostenuta dallo sguardo premuroso e rassicurante della Vergine, rialzarsi. Assicuriamo a Lei e ai Suoi collaboratori, impegnati nel grande compito di portare la Voce del Vangelo nei consessi internazionali, la nostra preghiera e Le chiediamo di portare al Santo Padre il nostro affettuoso ricordo.
+ Francesco Cavina