Diocesi di Carpi comunicato n° 65
Carpi, 8 settembre 2020
COMUNICATO STAMPA
Intervento dell’arcivescovo Erio Castellucci, amministratore apostolico della Diocesi di Carpi, in merito agli sviluppi della vertenza aziendale della Goldoni Lovol-Arbos
Seguo con preoccupazione e partecipazione la vicenda dell’azienda Goldoni-Lovol Arbos e sono vicino ai lavoratori che in questi giorni hanno iniziato ulteriori azioni a tutela del posto di lavoro con il presidio organizzato presso lo stabilimento produttivo. Esprimo gratitudine alle Istituzioni locali e regionali, alle Organizzazioni sindacali e imprenditoriali che si sono attivate come mediatori per agevolare il confronto con la proprietà, affinché si possa arrivare ad una soluzione positiva della vertenza in atto. Sollecito chiunque abbia responsabilità a perseguire ogni concreta mediazione, per dare una risposta definitiva ai lavoratori che da anni convivono con una condizione di precarietà e incertezza sul futuro delle loro famiglie. L’attuale momento, segnato dalle conseguenze della pandemia a livello economico e sociale, impone da parte di tutti i protagonisti scelte responsabili ispirate ad una visione solidaristica dei rapporti economici e commerciali, e non esclusivamente a logiche di profitto.
Faccio mie le parole di Papa Francesco che proprio in queste ultime settimane ha più volte denunciato le distorsioni dell’attuale modello economico perché “quando l’ossessione di possedere e dominare esclude milioni di persone dai beni primari; quando la disuguaglianza economica e tecnologica è tale da lacerare il tessuto sociale; e quando la dipendenza da un progresso materiale illimitato minaccia la casa comune, allora non possiamo stare a guardare. No, questo è desolante”. Nello stesso tempo siamo chiamati a reagire anche se “davanti alla pandemia e alle sue conseguenze sociali, molti rischiano di perdere la speranza. In questo tempo di incertezza e di angoscia, invito tutti ad accogliere il dono della speranza che viene da Cristo. È Lui che ci aiuta a navigare nelle acque tumultuose della malattia, della morte e dell’ingiustizia, che non hanno l’ultima parola sulla nostra destinazione finale”. (Udienza generale 26 agosto 2020)