Fin dal suo arrivo in Diocesi, nel 2012, monsignor Francesco Cavina ha dimostrato una particolare attenzione al mondo dei giovani, specie di quelli più fragili e in difficoltà.
Sono tante le opere che il Vescovo Cavina lascia in “eredità” alla nostra Diocesi, progetti da lui fortemente voluti e condivisi e realizzati con la collaborazione e l’intervento di Paolo Ranieri, fiduciario economico vescovile, che ha sempre operato per valorizzare al meglio l’opera caritatevole di monsignor Cavina.
“Fides et Labor”
A fine dicembre 2013, per volontà di monsignor Cavina, è nato “Fides et Labor”, il progetto di finanza aziendale promosso per i giovani, e non solo, che hanno idee imprenditoriali ma mancano di fondi per iniziare un’attività lavorativa. “Creare un fondo per le emergenze, questo è stato uno dei primi desideri subito dopo il mio ingresso in Diocesi (il 5 febbraio, 2012, ndr) – ricorda il Vescovo -. Il primo donatore è stato Papa Benedetto XVI con una cifra importante, 100 mila euro, dopo la visita pastorale del 26 giugno 2012 nelle zone terremotate, poi via via la somma è aumentata grazie alla generosità di coloro che hanno fatto donazioni non a progetti o realtà mirate, ma a me, in qualità di Vescovo”. A fine 2013, con un fondo di 300 mila euro disponibili, il progetto di “Fides et Labor” è stato avviato. “E’ indirizzato prevalentemente ai giovani ma non solo. Vogliamo che non si arrendano alla realtà dei fatti e offriamo loro un sostegno per darsi un’opportunità di futuro”. Carità e amore sono il motore di “Fides et Labor”: principi cristiani posti al servizio del lavoro. Un progetto che va oltre il microcredito inteso in senso tradizionale perché chi accede al credito viene poi accompagnato e consigliato nei vari passaggi, e non lasciato solo ad affrontare il mondo del lavoro. Ridare fiducia alle persone, vedere i loro occhi brillare di nuovo: “Le persone che in questi anni hanno presentato i progetti dimostrano un desiderio di crescere nel territorio. Chiedono non ‘semplicemente’ un finanziamento senza interessi: quello che emerge è una richiesta di fiducia, di incoraggiamento”.
“Stele in memoria delle vittime del sisma”
Il sisma: evento drammatico che il Vescovo Cavina ha affrontato in prima persona a pochi mesi dal suo arrivo a Carpi. Il 20 e il 29 maggio 2012 le scosse di terremoto hanno messo in ginocchio la Diocesi e le chiese, cagionando 28 vittime. In loro onore, il 27 maggio 2016 a San Giacomo Roncole, monsignor Cavina ha inaugurato la “Stele in memoria delle vittime del sisma”. Il memoriale è caratterizzato dalla presenza di due oggetti. Sul primo, recuperato dai crolli del sisma, è posta la targa che riporta la dedica del Vescovo. Il secondo, più significativo sia per dimensioni sia per forza espressiva, è una struttura composta da ventotto elementi verticali, in acciaio, che dal terreno si protendono al cielo e sono spezzati ad altezze differenti. Rappresentano le ventotto vittime del terremoto e la loro diversa età, provenienza e fede. E proprio la Stele è stata l’ultima tappa della visita di Papa Francesco il 2 aprile 2017: dopo aver deposto una corona di fiori innanzi al memoriale, il Pontefice è salito sull’elicottero alla volta del Vaticano.
Cooperativa sociale Nazareno
Il Vescovo Cavina ha sempre manifestato cura e intersesse verso la realtà del Centro di Formazione Professionale Nazareno di Carpi, fondato nel dopoguerra da don Ivo Silingardi per dare ai giovani la possibilità di imparare un mestiere. A gennaio 2017 è nata la nuova società cooperativa sociale “Cpf Nazareno cooperativa sociale”. Un’operazione giuridica ed economica, che ha consentito di tutelare 260 studenti e salvare 30 posti di lavoro. E, al tempo stesso, il concretizzarsi di un sogno che ha radici lontane e che vede coinvolte due realtà storiche del nostro territorio: il Centro professionale Nazareno di via Peruzzi e la Cooperativa sociale Nazareno, con sede a Villa Chierici a Santa Croce, dedita all’accoglienza e all’assistenza di persone disabili. Una sinergia tra due enti del territorio animati dagli stessi principi: il rispetto della dignità umana, l’equità e l’etica professionale; la centralità della persona intesa come singolo soggetto inserito in una trama di rapporti significativi che ne incrementano la responsabilità e la capacità; la qualità, l’adeguatezza, il coinvolgimento e la qualificazione continua dei giovani e del personale, da ottenersi attraverso un sistema di formazione continua. L’operazione è stata resa possibile mediante il coinvolgimento e la disponibilità di tutti i soggetti interessati e soprattutto grazie all’interessamento del Vescovo. Superando quello che può definirsi l’ennesimo “ostacolo” per la sua Diocesi, l’intervento di monsignor Cavina è stato determinante, anche sotto l’aspetto pratico ed economico, nella realizzazione della sinergia tra Istituto Nazareno e Cooperativa Nazareno. Operazione che ha ricevuto il plauso e la grande adesione del Collegio dei Consultori e del Consiglio degli affari economici della Diocesi. A inizio 2014 si è insediato il nuovo Consiglio che ha ribadito le disposizione dello statuto che prevede la necessità di sottoporre all’Ordinario diocesano tutti gli atti di straordinaria amministrazione (il Nazareno è un istituto diocesano, ndr). Il Vescovo Cavina, informato sulla situazione dell’ente, si è immediatamente attivato, sollecitando il Consiglio di amministrazione a proporre strategie di risanamento che garantissero la conservazione dell’attività di formazione. Tra le ipotesi presentate, la più valida è stata quella di creare possibili sinergie con istituzioni presenti sul territorio aventi valori e finalità affini a quelli dell’istituto Nazareno, e strumenti e mezzi adeguati. Per identità di natali e ispirazione valoriale, la Cooperativa Sociale Nazareno è stata riconosciuta come il soggetto più idoneo a condividere la missione oggetto dell’attività del Cfp Nazareno e ad affiancarla nella gestione e nello sviluppo delle attività.
“Orto del Vescovo”
Sempre nell’ottica di tutelare i più fragili, a inizio maggio 2017, presso la sede della Cooperativa Nazareno a Villa Chierici, è stato inaugurato l’“Orto del Vescovo”. Si tratta di una iniziativa nata in simbiosi mutualistica tra la Diocesi di Carpi e la Cooperativa Sociale Nazareno e che coinvolge 25 ragazzi diversamente abili, cui è affidata la coltivazione dell’orto biodinamico. I prodotti agricoli derivanti dal raccolto vengono in parte utilizzati dalla Cooperativa stessa, in parte, mediante la Caritas diocesana e quelle parrocchiali, distribuiti alle famiglie bisognose, e in parte venduti presso il Mercato Contadino con la bancarella “Buccia”. Monsignor Cavina, ancora una volta ha saputo cogliere quello che è lo spirito della Cooperativa Nazareno e si è adoperato per valorizzare i più fragili, che non costituiscono un “problema”, ma in realtà sono fonte di grandi risorse, “nella più ampia visione della carità evangelica, fondata sull’annuncio della salvezza da parte del Signore”.