A quattro mesi dal super tifone haiyan prosegue l’impegno di Caritas internazionale a favore di queste popolazioni. Era l’8 novembre 2013 quando devastò la regione delle Visayas, la parte centrale del grande arcipelago filippino che comprende circa 7 mila isole. Nove diocesi sono state spazzate via in due giorni, colpendo in maniera più forte la zona occidentale di Samar e Leyte, ma non risparmiando Cebu, l’isola di Panay e di Palawan. Le famiglie e le comunità durante il passaggio del supertifone si sono rifugiate sotto i tavoli, vicino ai pilastri delle case. Chi viveva in capanne di bambù si è rifugiato nelle chiese e negli edifici delle parrocchie, dove i parroci hanno assicurato a donne, anziani e bambini un pasto caldo.
Di fronte a una devastazione di queste proporzioni, i bisogni erano enormi ma la mobilitazione è stata immediata, tanto che al 15 febbraio 2014 erano 40mila i capifamiglia sostenuti per un totale di più di 200 mila persone. “Gli aiuti – spiegano da Caritas italiana – sono iniziati con la distribuzione di generi alimentari di prima necessità, poi di materiale per una prima riparazione d’urgenza delle proprie case (chiodi, assi di legno, grandi teloni di plastica), insieme a utensili e altro materiale (pentole, secchi di plastica, posate, asciugamani, lenzuola). Nelle ultime settimane di gennaio 2014, in alcune diocesi si è cominciato a distribuire semi e utensili agricoli per permettere agli agricoltori di riprendere le loro attività quotidiane, ma anche reti e barche a quei pescatori che le avevano perse durante il supertifone”.
Via via che le donazioni sono aumentate, Caritas Italiana ha potuto sostenere anche alcune altre realtà della Chiesa, in prevalenza congregazioni italiane, presenti nelle Filippine, che hanno accolto nelle loro strutture famiglie di sfollati e persone che aveva perso la propria casa. Al 28 febbraio 2014, otto progetti di altrettanti organismi hanno ricevuto aiuto tra Cebu e Samar. Inoltre sono stati monitorati i contatti e le possibilità di aiuto che le varie diocesi italiane avevano direttamente con le Filippine.
Dal confronto con Caritas Filippine e in coordinamento con il resto delle Caritas del mondo, è nata l’ipotesi di un’attenzione particolare, nel breve e medio termine, alla diocesi di Capiz sull’isola di Panay. Il vescovo locale, monsignor Jose’ Advincula Jr, ha immediatamente richiesto un aiuto diretto e un accompagnamento di lungo periodo, che Caritas Italiana ha accettato dopo aver constatato direttamente la difficile situazione. Tra gennaio e febbraio 2014 si sono svolte ulteriori missioni, in particolare a Roxas, capoluogo della diocesi di Capiz. Insieme alla Caritas del luogo è stata condotta una prima analisi, ispirata al metodo di Caritas Italiana “ascoltare, osservare, discernere, per animare”. L’obiettivo era quello di far emergere le potenzialità di questa Caritas ed analizzare i reali bisogni in modo da poter raggiungere realmente i più poveri tra i poveri. Con questo approccio, sono state individuate delle piste di lavoro sulle quali fare proposte alle Diocesi italiane per i prossimi tempi. Italiana
Le cifre della catastrofe
- 6,201 vittime
- 28,626 feriti
- 1,785 ancora dispersi.
- 890,895 famiglie sfollate (oltre 4 milioni di persone)
- 1.14 milioni di case danneggiate (550,928 totalmente, 589,404 parzialmente)
- oltre 550 milioni di euro i danni alle infrastrutture e all’agricoltura
Le risorse raccolte e utilizzate da Caritas Italiana
- Risorse impiegate : euro 1.103.000
- Colletta: euro 3.495.000*
- Contributo CEI: euro 3.000.000**
(*): aggiornata al 15/01/2014, (**) Ricevuto il 20/02/2014