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Da Avvenire di sabato 20 luglio 2019 –>
Lettera a Mattarella. Le claustrali per i migranti
Clarisse e carmelitane «preoccupate e in preghiera per il Paese e per chi non ha voce». Altre comunità religiose, consacrati e laici hanno sottoscritto (e si può continuare a farlo)
Non se la aspettavano nemmeno loro, una accoglienza così calorosa. Ha raccolto centinaia di adesioni la lettera aperta che Clarisse e Carmelitane di 62 monasteri italiani hanno indirizzato l’11 luglio, giorno di San Benedetto, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Consiglio Giuseppe Conte per esprimere le loro intenzioni di preghiera e la loro preoccupazione “per i migranti senza voce”
(Avvenire l’ha pubblicata nell’edizione di domenica 14 luglio).
In pochi giorni si è aggiunta la voce di 273 istituti e congregazioni, compresi quelli secolari, senza contare le adesioni – innumerevoli – di singoli religiosi e laici.
Nella lettera aperta le sorelle claustrali avevano espresso “preoccupazione per il diffondersi in Italia di sentimenti di intolleranza, rifiuto e violenta discriminazione nei confronti dei migranti e rifugiati che cercano nelle nostre terre accoglienza e protezione”.
“Vogliamo – scrivevano – dare voce ai nostri fratelli e sorelle migranti che scappano da guerre, persecuzioni e carestie”: a Mattarella e Conte chiedevano “che le istituzioni governative si facciano garanti della loro dignità, contribuiscano a percorsi di integrazione e li tutelino dall’insorgere del razzismo e da una mentalità che li considera solo un ostacolo al benessere nazionale”.
L’appello delle claustrali è stato raccolto anche dalla Federazione delle donne evangeliche con sede ad Ariccia. La presidente, pastora Gabriela Lio, si è rivolta alle promotrici come “sorelle in Cristo”, esprimendo da parte di tutte le organizzazioni associate “il nostro appoggio e sostegno nella comunione e nella fonte comune di cui ciascuna di noi riceve ispirazione, forza e conforto”. Le donne evangeliche si dicono “consapevoli che la presenza di fratelli e sorelle migranti e rifugiati che cercano nelle nostre terre accoglienza e protezione arricchiscono la nostra vita sociale ed ecclesiastica”.
Nella lettera aperta le claustrali offrivano la loro solidarietà concreta: “Molti monasteri italiani, appartenenti ai vari ordini, si stanno interrogando su come contribuire concretamente all’accoglienza dei rifugiati, affiancando le istituzioni diocesane. Alcuni già stanno offrendo spazi e aiuti. E, al tempo stesso, tutte noi cerchiamo di essere in ascolto della nostra gente per capirne le sofferenze e le paure”.
Fonti del Quirinale hanno fatto sapere che il presidente Sergio Mattarella ha visto la lettera aperta e l’ha accolta “con interesse”.
Le sorelle che stanno tenendo le fila dell’iniziativa hanno risposto a ogni mail, comprese quelle (poche) che contenevano osservazioni critiche, e hanno deciso di rendere pubbliche solo le sottoscrizioni da parte di comunità religiose e di persone consacrate (l’elenco completo su avvenire.it, sezione Migranti). Tra le adesioni, alcune anche dall’estero: in particolare le Clarisse di Bouar (Repubblica Centrafricana) e fr Diego Dalla Gassa, ofm, del Romitaggio del Getsemani a Gerusalemme.
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Alle sorelle claustrali di 62 Monasteri, che hanno elaborato e firmato la lettera aperta, si sono aggiunti in poche ore decine e decine di adesioni da parte di laici, famiglie, associazioni, consacrati/e di vari istituti e congregazioni, compresi quelli secolari.
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“La nostra semplice vita di sorelle testimonia che stare insieme è impegnativo e talvolta faticoso, ma possibile e costruttivo. Solo la paziente arte dell’accoglienza reciproca può mantenerci umani e realizzarci come persone”. È quanto si legge in una lettera aperta, a firma di 62 monasteri di clarisse e carmelitane scalze italiane, indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e inviata per conoscenza a Papa Francesco. “Siamo anche profondamente convinte che non sia ingenuo credere che una solidarietà efficace, e indubbiamente ben organizzata, possa arricchire la nostra storia e, a lungo termine, anche la nostra situazione economica e sociale”, continua la lettera. Le religiose considerano “ingenuo il contrario”: “credere che una civiltà che chiude le proprie porte sia destinata a un futuro lungo e felice, una società tra l’altro che chiude i porti ai migranti, ma, come ha sottolineato Papa Francesco, ‘apre i porti alle imbarcazioni che devono caricare sofisticati e costosi armamenti’”. A loro avviso, ciò che sembra mancare oggi in molte scelte politiche è “una lettura sapiente di un passato fatto di popoli che sono migrati e una lungimiranza capace di intuire per il domani le conseguenze delle scelte di oggi”. Ricordando “l’impegno di molti monasteri nell’accoglienza dei rifugiati, affiancando le istituzioni diocesane”, clarisse e carmelitane segnalano che “alcuni già stanno offrendo spazi e aiuti”. “E, al tempo stesso, tutte noi cerchiamo di essere in ascolto della nostra gente per capirne le sofferenze e le paure”. “Desideriamo metterci accanto a tutti i poveri del nostro Paese e, ora più che mai, a quanti giungono in Italia e si vedono rifiutare ciò che è diritto di ogni uomo e ogni donna sulla terra: pace e dignità”.
“Siamo accomunate dall’unico desiderio di esprimere preoccupazione per il diffondersi in Italia di sentimenti di intolleranza, rifiuto e violenta discriminazione nei confronti dei migranti e rifugiati che cercano nelle nostre terre accoglienza e protezione”. È quanto si legge in una lettera aperta, a firma di 62 monasteri di clarisse e carmelitane scalze italiane, indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e inviata per conoscenza a Papa Francesco. “Con questa lettera aperta vorremmo dare voce ai nostri fratelli migranti che scappano da guerre, persecuzioni e carestie, affrontano viaggi interminabili e disumani, subiscono umiliazioni e violenze di ogni genere che ormai più nessuno può smentire”, scrivono le religiose delineando “una realtà drammatica”. Un riferimento anche all’appello contenuto nel Documento sulla fratellanza umana firmato da Papa Francesco e dall’Imam di Al-Azhar. E poi l’appello a Mattarella e Conte. “Osiamo supplicarvi: tutelate la vita dei migranti!”. “Tramite voi chiediamo che le istituzioni governative si facciano garanti della loro dignità, contribuiscano a percorsi di integrazione e li tutelino dall’insorgere del razzismo e da una mentalità che li considera solo un ostacolo al benessere nazionale”, è la richiesta. Quindi, il riferimento agli “innumerevoli esempi di migranti che costruiscono relazioni di amicizia, si inseriscono validamente nel mondo del lavoro e dell’università, creano imprese, si impegnano nei sindacati e nel volontariato”. “Queste ricchezze non vanno svalutate e tante potenzialità andrebbero riconosciute e promosse”.