Nel 1961 l’immagine della Madonna di Fatima visitò otto parrocchie della Chiesa di Carpi alla presenza di tantissimi fedeli

Cronaca di un pellegrinaggio rimasto nella memoria

Dopo più di dieci lustri la nostra Diocesi ritorna ad accogliere festosamente la Madonna di Fatima in spirito di preghiera e devozione in occasione del centesimo anniversario dalle prime apparizioni. Dal 30 aprile al 3 maggio 1961, infatti, la Chiesa di Carpi si mobilitò tutta per ospitare al meglio l’immagine della Vergine durante un pellegrinaggio compiuto nelle principali città dell’Emilia Romagna. L’allora vescovo monsignor Artemio Prati preparò con cura ed attenzione l’avvenimento, coadiuvato da associazioni e parrocchie, vere artefici della felice riuscita dei diversi momenti. Otto parrocchie, compresa la Cattedrale, hanno beneficiato dell’opportunità di ospitare la statua, facendosi luogo deputato alla preghiera ed all’accoglienza anche delle parrocchie ad esse vicine e condividendo con esse i preparativi per l’organizzazione dell’evento. Pur non potendo presenziare in tutte le chiese della Diocesi, lo spirito di condivisione e di partecipazione è stato comune e ogni singola comunità si è unita alle altre. Una dettagliata relazione racconta nei particolari il mese dedicato a Maria; cerchiamo di riassumerne il contenuto nella speranza di restituire al lettore le emozioni del tempo. Accolta da Scandiano la sera del 30 aprile, la Madonna fece la sua prima tappa a Mirandola, dove sostò per quattro giorni. La relazione del parroco esprime l’entusiasmo dei fedeli e lo spirito di preghiera che hanno accompagnato e scandito i momenti dedicati all’importante avvenimento: “furono giorni di preghiera e perciò di grazia – commenta il parroco ormai non si poteva pensare al Duomo (di Mirandola) senza la Madonnina”. Dal 4 al 6 maggio la statua passa a San Martino Spino, dove sono previste celebrazioni e predicazioni tenute da padre Groppelli di Reggio Emilia. Accorrono fedeli delle vicine parrocchie di Quarantoli e Gavello oltre a numerosi gruppi provenienti dal vicino mantovano e dal ferrarese formando cortei lunghissimi, ricordati ancora nella memoria della gente. L’entusiasmo della frazione raggiunge il suo culmine nella grande celebrazione eucaristica, partecipata anche dal vescovo Prati, a conclusione della sosta della Madonna a San Martino; terminata la messa la statua parte per Concordia, scortata da un corteo di oltre cento automobili, dove si sarebbe fermata per sei giorni. Anche in questa occasione il ricordo del parroco è avvincente per entusiasmo e soddisfazione, oltre che per lo spirito di fede e preghiera che ha contraddistinto le giornate concordiesi.

La tappa successiva è San Giovanni di Concordia, la cui vera titolazione è appunto “Nostra Signora di Fatima”, ancora in fase di ultimazione soprattutto nei locali adibiti ad opere parrocchiali: la relazione del parroco si conclude ricordando le esortazioni del vescovo ai parrocchiani ad “essere degni di tanta Madre”. L’11 maggio è il turno di San Possidonio che trova “in tutta la popolazione interesse e devozione… in particolare all’arrivo ed alla partenza… ridestando in tutti buoni propositi di vita cristiana”. Raggiunge poi Rovereto, dove incontra una grande partecipazione di fedeli, e passa nella chiesa di Rolo, insufficiente a contenere la moltitudine dei partecipanti alle funzioni. Dal 17 al 21 è la volta di Novi, anch’essa ben preparata all’evento e soddisfatta della frequenza di fedeli presso l’immagine della Vergine. La sera del 21 maggio un lungo corteo di automobili, sfidando un rumoroso temporale, accompagna nella grande piazza di Carpi la statua della Madonna, che viene accolta in Cattedrale dal vescovo, dai canonici e da una folla innumerabile di fedeli. Nei dieci giorni di permanenza in città il simulacro fa visita ai due conventi di clausura, all’ospedale civile, alle Suore di carità, alla Casa della Divina Provvidenza e al Seminario, luoghi in cui ancora una volta si incontra fede e devozione autentica. Prima di congedarsi dalla Diocesi di Carpi, monsignor Prati consacra la Diocesi carpense a Maria.

La consacrazione pertanto è un atto importante ed impegnativo al tempo stesso in quanto è un donarsi completamente a Maria concentrando in Lei le azioni e le intenzioni quotidiane. Agire per mezzo della Vergine significa dunque prenderla come modello da imitare certi di essere sostenuti dai suoi meriti e dalla sua intercessione.

Un augurio per ognuno di noi in questa particolare occasione di grazia che dopo più di mezzo secolo ci viene riproposta.

Andrea Beltrami