“La giusta casa…è quella costruita sull’amore”.
Un richiamo alla comunità dei credenti
“Attenzione verso le persone più svantaggiate”: questa è sicuramente la parola d’ordine che ispira l’attività di Porta Aperta onlus che ha festeggiato lo scorso anno il suo trentennale. Nell’ottica della sua principale finalità, ossia il sostentamento e l’accompagnamento delle persone in difficoltà (morale e materiale), si colloca a pieno titolo il progetto “La giusta casa…è quella costruita sull’amore”. Lo spirito dell’iniziativa è ben espresso dal motto: “Chi ne ha due o più, ne condivida una con chi non ha casa”. Si tratta di un “invito” che Porta Aperta rivolge ai proprietari di immobili, affinchè animanti dalla generosità e senso di solidarietà verso chi si trova in difficoltà e privo di un’abitazione, offrano in affitto un appartamento ad un prezzo agevolato ed inferiore a quello di mercato. Da parte sua, Porta Aperta attraverso i suoi Centri di ascolto si rende disponibile a favorire l’incontro tra la domanda e l’off erta di abitazioni in locazione. “Da sempre l’associazione è impegnata sul fronte abitativo – commenta Alessandro Gibertoni, responsabile del Centro d’Ascolto di Porta Aperta -. La casa è uno dei beni più indispensabili e necessari. Per questo abbiamo deciso di riproporre questo progetto che ci accompagna già da un decennio. In questo momento storico, di emergenza abitativa, si faticano a trovare degli immobili, sia per la situazione del mercato degli affitti, sia perché è difficile l’accesso alle graduatorie pubbliche per le case popolari, dato il notevole numero di domande che vengono presentate. Per questo Porta Aperta si pone a disposizione per fungere da “tramite” tra chi ha più di un appartamento libero e chi ha urgenza di trovare un luogo dove abitare. Siamo disponibili a consigliare ed affiancare i proprietari degli appartamenti, svolgendo una sorta di “tutoraggio”, nel rapporto diretto tra locatore e locatario. In determinati casi, a fronte di un canone particolarmente calmierato, possiamo anche sottoscrivere noi stessi il contratto di affitto dell’appartamento che poi a nostra volta affitteremo a chi si trova in una condizione di difficoltà”. “La giusta casa” richiama un progetto già lanciato in passato, “Mattone su mattone”, il titolo dato ad una delle tre proposte quaresimali 2011, presentato insieme alla Caritas diocesana, che ha consentito all’associazione l’acquisto di un appartamento da porre a disposizione delle famiglie più in difficoltà (attualmente sono tre gli immobili di proprietà dell’associazione). “A fronte di una situazione sempre più emergenziale – prosegue Gibertoni – abbiamo ritenuto fosse doveroso un richiamo alla comunità dei credenti, per ribadire i valori che dovrebbero accompagnare le persone al gesto della condivisione con chi è nella necessità e nel bisogno”. “Certo, si tratta di una scelta difficile e impegnativa, ma densa di significati. Perché riscoprire il bene verso gli altri significa riscoprire l’autenticità della nostra scelta de fede, inscindibile da concrete opere di Carità”. “Attraverso il dono scopriamo la vera felicità – chiosa Secondo Andreoli, uno dei sostenitori del progetto -. Si pensi a San Martino, il vescovo di Tours che con il dono del mantello fece fiorire l’estate. Secondo la tradizione, nel vedere un mendicante seminudo patire il freddo durante un acquazzone gli donò metà del suo mantello; poco dopo incontrò un altro mendicante e gli regalò l’altra metà: subito il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite”. “In una società dove imperano la chiusura verso gli altri e la paura, l’indifferenza, l’essere ripiegati su se stessi – continua Gibertoni – proponiamo una scelta consapevole, che è anche una sfida difficile, ma che sappiamo potrà portare a risultati importanti per tutti”.