Quel restauro tanto atteso a Mirandola

Lavori al via entro la fine di settembre

Bottoli Costruzioni di Mantova si è aggiudicata l’appalto del Duomo di Santa Maria Maggiore.
Un corpo informe che attende un’anima per essere finalmente liberato e riconsegnato alla sua vita”. Così monsignor Francesco Cavina aveva definito il Duomo di Santa Maria Maggiore di Mirandola in occasione della visita di Papa Francesco il 2 aprile scorso, annunciando l’inizio dei lavori entro l’estate. Una “promessa” che, rispettando i tempi previsti, si avvia ormai a trovare piena realizzazione. “La settimana scorsa – afferma l’ingegner Marco Soglia, responsabile dell’Ufficio ricostruzione della Diocesi di Carpi – si è svolta la gara d’appalto, che è stata vinta dalla ditta Bottoli Costruzioni di Mantova, per il recupero strutturale dell’edificio, e dal Laboratorio Alchimia per la parte riguardante i restauri. I lavori partiranno entro questo mese di settembre, per una durata prevista di due anni”. Interamente finanziato dalla Regione Emilia-Romagna è l’importo complessivo dell’intervento, che ammonta a 4.031.505,08 euro. Allo Studio Comes di Firenze è stato affidato il progetto di restauro e miglioramento sismico, presentato dagli stessi progettisti nel corso di un incontro pubblico svoltosi nel maggio scorso presso la parrocchia di Mirandola. In estrema sintesi, ricorda l’ingegner Soglia, “il Duomo sarà ricostruito ricreandone lo stesso volume, ovvero la stessa forma di prima, ma con strutture quanto più leggere e resistenti possibile, utilizzando in particolare legno e acciaio”. Vedere l’inizio dei lavori fra pochi giorni sarà dunque per i mirandolesi, che da cinque anni guardano con trepidazione alla loro chiesa parrocchiale ferita dal sisma, l’occasione per tirare finalmente un sospiro di sollievo. Con la certezza che a fi ne estate del 2019 si potranno iniziare i preparativi per festeggiare la solenne riapertura.
 
L’attività dell’Ufficio ricostruzione
Recuperare un edificio significa contribuire a scriverne la storia. E’ perciò con tante storie, ciascuna unica ed irripetibile, per la particolarità dei danni subiti dal bene e per il legame con la realtà di appartenenza, che ha a che fare l’Ufficio ricostruzione della Diocesi. Un’attività che, diretta dall’ingegner Soglia, prosegue quotidianamente, alle prese con istituzioni e autorità locali, parroci e comunità, progettisti e maestranze, lungo i sentieri della burocrazia spesso lunghi e tortuosi. “E’ un lavoro continuo di confronto, anche con momenti di accesa dialettica fra le parti, ma credo che sia fisiologico quando si tratta una ‘materia’ del genere – afferma Soglia -. Posso comunque ribadire di aver sempre trovato una proficua collaborazione da parte dei nostri interlocutori istituzionali, anche perché ciò che è nella volontà di tutti è portare a casa i risultati e restituire quanto prima edifici e spazi alle comunità che tanto li attendono. Desidero allora ringraziare – conclude – per la Regione Emilia-Romagna Palma Costi, assessore alla ricostruzione, ed Enrico Cocchi, dirigente della struttura tecnica del Commissario delegato per la ricostruzione, e per la Soprintendenza gli architetti Keoma Ambrogio, Emanuela Storchi, Paola Zigarella, Valentina Oliviero, e Leonardo Marinelli”.