Inconsapevole della sua morte, mandai gli auguri di buona Pasqua a don Ivo Silingardi la sera prima della sua triste sorte. Ho conosciuto don Ivo in giovane età; avevo 20 anni e sono stato uno dei primi collaboratori di una persona straordinaria.
Per alcuni anni mi scelse per insegnare cultura generale alle ragazze che frequentavano la sua scuola di apprendistato, da lui istituita a Carpi. Si trattò di un’esperienza bellissima; veniva spesso a dialogare con le ragazze e con me, sprigionando tutta la sua umanità e la sua simpatia.
Intanto progettava altre iniziative, di cui mi fece partecipe; affermava che, su Carpi, circolavano troppi ragazzi “senza guida” e ne aveva già individuati diversi. Aveva bisogno di un educatore e naturalmente pensò al sottoscritto, ma pensò pure a trovare un ambiente adeguato per l’accoglienza, per i giochi e per eventuali pernottamenti.
Anche per l’occasione don Ivo dimostrò la sua sensibilità, la sua generosità, il suo ingegno, il suo amore per i giovani.
L’impegno fu gravoso, ma don Ivo mi affiancò nei casi più difficili, arricchendomi di esperienza e di conoscenza dell’animo e della mente dei ragazzi.
Era comunque destino che ci separassimo perché lo studio, lavoro e le esigenze economiche mi portarono a Milano. Per qualche tempo continuammo a sentirci, ma poi il tempo logorò il nostro rapporto; tuttavia non dimenticai quel sacerdote tutto cuore e saggezza. Dopo molti anni ritornai nella bassa modenese e fortuna volle che ci incontrassimo nel duomo di Mirandola. Erano presenti alcuni sacerdoti e non lo riconobbi subito; fu proprio don Ivo che mi riconobbe, che mi venne incontro e, con un forte abbraccio, mi disse: “tu sei Renzo, mi ricordo ancora di te…”. Gli diedi un appuntamento a Carpi, perché volevo portarlo a pranzo in un buon ristorante. Anche per l’occasione mi precedette e mi aspettò al Nazareno; mi trovai la tavola imbandita ed un menù squisito. Abbiamo parlato a lungo, era molto orgoglioso della sua creatura, il “Nazareno”. Inoltre, sapendomi modenese, si mostrò fortemente interessato alla conoscenza delle chiese e dei sacerdoti della bassa modenese. Mi ero ripromesso, a breve, di raggiungerlo per portarlo a rivedere le chiese terremotate ed incontrare diversi parroci di sua vecchia conoscenza.
Purtroppo, la sua morte mi ha impedito di soddisfare questo suo desiderio.
Sì, chi ha conosciuto don Ivo Silingardi soffrirà per la sua scomparsa.
Renzo Guerzoni – Mirandola